La Monroe, Fidel Castro e John Kennedy. Parigi e New York. Gente comune e leggende dello sport, del cinema e della politica. Sino al 16 ottobre 2022 il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita 100 iconici scatti di Elliott Erwitt, uno dei più importanti fotografi del Novecento tuttora vivente.
La Monroe, Fidel Castro e John Kennedy. Parigi e New York. Gente comune e leggende dello sport, del cinema e della politica. Sino al 16 ottobre 2022 il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita 100 iconici scatti di Elliott Erwitt, uno dei più importanti fotografi del Novecento tuttora vivente.Classe 1928, nato in Francia da una famiglia ebrea di origine russa, qualche anno vissuto in Italia ma una vita intera trascorsa negli Stati Uniti (New York la sua « base », il luogo del cuore in cui torna sempre dopo i suoi numerosi viaggi), Elliott Erwitt (al secolo Elio Romano Erwitz), per quella sua ironia pervasa da una vena surreale e romantica è da sempre definito il fotografo della commedia umana. Testimone di eventi di eccezionale valore storico, le sue immagini sono uno spaccato della storia e del costume del Novecento, entrati con forza e cristallizzati per sempre nell’immaginario collettivo di intere generazioni: sto parlando, per esempio, dello scatto con Nixon e Kruscev a Mosca nel 1959, dell’immagine tragica e struggente di Jackie Kennedy in lacrime dietro il velo nero durante il funerale del marito, del celebre incontro di pugilato tra Muhammad Ali e Joe Frazier del 1971, di un giovane Arnold Schwarzenegger in veste di culturista durante una performance al Whitney Museum di New York. E poi, ancora, straordinario ritrattista, Erwitt ha magistralmente immortalato Fidel Castro con l’immancabile sigaro, un sorridente Ernesto Che Guevara, un inedito J.F. Kennedy mentre fuma indisturbato durante la convention democratica nel 1960. In questa galleria di personaggi, non poteva mancare Marilyn Monroe, mito americano per antonomasia, forse la stella del cinema più fotografata di tutti i tempi, colta sia in momenti privati e intimi, sia nei momenti di pausa sui set dei film: di lei, più che la bellezza, Erwitt ha più volte dichiarato di amare la sua capacità di flirtare con l’obiettivo, una dote innata (e di pochi), che rendeva quasi impossibile sbagliare lo scatto…Ma Elliot Erwitt non ha immortalato solo i «grandi e gli illustri», il cinema e la politica. Avendo avuto sei figli e un gran numero di nipoti, protagonisti dei suoi scatti sono spesso i bambini, colti nei loro momenti di allegria e spensieratezza. Immagini serene e tranquillizzanti, positive, che proiettano lo spettatore quasi in un’isola felice. Perché davvero le foto di Erwitt regalano felicità e spensieratezza. A volte strappano un sorriso. Come quelle che ritraggono animali, cani soprattutto, presi in pose il più delle volte buffe o gente comune colta in momenti di assoluta normalità, ma che la maestria di un grande fotografo come lo è Eliott Erwinn trasforma in momenti straordinari: una su tutte, la notissima immagine di quella coppia d’innamorati che si bacia riflessa nello specchietto di un’auto…Tutto questo è Eliott Erwinn e tutto questo è in mostra al Museo Diocesano di Milano, che offre al pubblico una retrospettiva – curata da Biba Giacchetti - davvero fra le più interessanti ed esaurienti mai dedicate al grande fotografo americano.«Elliott ed io – ha affermato la curatrice - salutiamo con entusiasmo questa retrospettiva che il Museo Diocesano ha voluto dedicargli. Elliott è molto legato a Milano, città dove trascorse l’infanzia fino alla partenza per gli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. La selezione delle immagini in mostra, molte delle quali mai esposte a Milano, è stata curata da me in stretta collaborazione con Elliott, come ogni progetto che lo riguarda … Sono certa che questa selezione delle sue icone più note affiancate ad immagini inedite a Milano, potrà generare una nuova curiosità, che si aggiungerà all’amore che da sempre accompagna gli scatti di questo grande fotografo».
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.