2018-11-14
Elliott e Cassa licenziano l’ad Genish. Gli americani vogliono salire in Tim
Sfiduciato il manager nominato da Vivendi. Alla base, le polemiche con il governo e lo scorporo della rete a cui i francesi si oppongono. I soci del fondo si riuniscono a New York per stabilire i prossimi acquisti.La defenestrazione è cosa rara in Italia. Ma l'amministratore delegato di Tim, Amos Genish, ne è stato protagonista dopo un cda lampo che ha decretato la sfiducia, proprio mentre era in viaggio in Cina. Le decisioni assunte a maggioranza hanno ancora una volta messo a nudo la contrapposizione tra i due blocchi rappresentati da Vivendi ed Elliott. Anche in questa occasione non sono mancate le dichiarazioni polemiche. Un portavoce di Vivendi ha definito quella del cda «una mossa molto cinica e volutamente pianificata in segreto, per creare la massima destabilizzazione e influenzare i risultati di Tim». Su tutt'altro fronte, fonti vicine a Elliott hanno spiegato che «Genish ha avuto l'opportunità di creare valore e Elliott lo ha supportato. Nella realtà non sono stati fatti reali progressi e, al contrario, ha dimostrato di rappresentare un impedimento per la creazione di valore». Sempre il fondo Usa fa trapelare la precisazione che «il rendimento per gli azionisti è stato pari a -33.5%. Per questa ragione il consiglio ha deciso di lasciarlo andare». Nella notazione di Elliott sul manager che avrebbe impedito la creazione di valore c'è chi vede l'eco del conflitto sul futuro della rete Tim: mentre il governo si dice d'accordo sulla creazione di un player unico, che potrebbe prevedere uno spin-off della rete e quindi la costituzione del modello Rab (il meccanismo utilizzato per stabilire le tariffe di reti tenendo conto degli investimenti), Genish soltanto lunedì ribadiva la necessità che il controllo dell'asset rimanesse a Tim. Le frizioni sulla creazione di una rete unica, modello sostenuto dal governo con da ultimo l'ipotesi del meccanismo Rab, e la svalutazione dell'avviamento domestico per un ammontare di due miliardi: alla base dell'accelerazione sulla sfiducia a Genish da parte dei consiglieri Tim espressi dal fondo Elliott ci sono questi due fattori, anche se la tensione al vertice del gruppo telefonico era palpabile da tempo. Nonostante Vivendi abbia votato a favore del manager israeliano nel board straordinario convocato ieri, i cinque sì dei consiglieri espressi dal gruppo francese (che ha il 24% del capitale) non sono stati sufficienti a far restare il manager al suo posto. A questo punto Vivendi, nel cda già convocato per domenica prossima, potrebbe valutare la richiesta di convocazione di un'assemblea: in precedenza quella per la nomina dei revisori dei conti era stata rimandata al prossimo aprile.Intanto si lavora alla successione a Genish, visto che il board che dovrebbe nominare il nuovo ad è dietro l'angolo: sempre a quanto si apprende, tra i candidati più accreditati vi sarebbero manager «di lungo corso» tra cui il presidente Fulvio Conti, cui il cda ieri ha conferito le deleghe dell'ad; Luigi Gubitosi, attualmente commissario straordinario di Alitalia; Alfredo Altavilla, ex responsabile Europa di Fca, consigliere Tim sempre indicato da Elliott, presidente del comitato nomine e remunerazione; Rocco Sabelli, consigliere sempre in quota Elliott che tuttavia si sarebbe tirato fuori dalla corsa, secondo indiscrezioni di stampa. Infine come direttore generale circola il nome di Stefano De Angelis, ex ceo di Tim Brasil. Cassa depositi e prestiti, che detiene quasi il 5% dell'azienda di tlc, non rilascia commenti. Con Elliott ha avuto anche una parentela in comune. Il figlio di Salvatore Sardo, già uomo di Paolo Scaroni in Eni e ora ad di Cdp immobiliare, è consulente del fondo Elliott. Gli azionisti minori del gruppo americano si riuniranno a inizio settimana prossima a New York per prendere una decisione. L'idea sarebbe investire ancora, e quindi superare la quota della tanto odiata (dagli americani) Vivendi.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.