2023-10-07
I media di Elkann battono sulla sanità mentre lui inciampa sui respiratori
John Elkann (Imagoeconomica)
Philips, di cui Exor è azionista, nei guai negli Usa con la Fda per dei dispositivi difettosi.Philips cade alla Borsa di Amsterdam, dando un gran dolore a John Elkann, che attraverso Exor è il principale azionista del gruppo olandese con il 15%. A far precipitare le quotazioni è stata l’ammonizione impartita dalla Food and Drug Administration (Fda). L’agenzia americana che si occupa di sanità e alimenti si è dichiarata insoddisfatta vista la lentezza con cui Philips sta ritirando dal mercato i suoi respiratori risultati difettosi. Il titolo ha chiuso a 17,31 euro con una perdita del 7%. È il ribasso maggiore fra le società dell’indice Stoxx Europe 600 che raggruppa l’élite industriale e finanziaria della Ue«Non riteniamo adeguati i test e le analisi effettuati da Philips finora per valutare appieno i rischi posti agli utenti dai dispositivi che sono stati richiamati», hanno dichiarato gli sceriffi Usa.L’allarme della Fda è un nuovo colpo duro per Philips, che nel giugno 2021 ha richiamato milioni di dispositivi respiratori e ventilatori utilizzati per l’apnea notturna sospettati di avere effetti cancerogeni.In quell’occasione il titolo era crollato aprendo la strada all’investimento di Exor. La holding controllata dagli eredi Agnelli aveva speso 2,6 miliardi per acquistare il 15%. A questi prezzi la perdita dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni.«Si tratta di una brutta notizia. La Fda chiaramente non è contenta di come è stato gestito il richiamo», affermano in una nota gli analisti di Bernstein, aggiungendo che «la richiesta di test supplementari, la persistente insoddisfazione circa il richiamo dei dispositivi rendono sempre più probabile il divieto della vendita di Respironics negli Usa», concludono.Una brutta storia per Elkann. Non solo per le perdite patrimoniali ma anche per l’immagine. Il suo ingresso in Philips, dopo aver acquistato per 800 milioni le cliniche Merieux a Parigi, era stato accolto con i consueti applausi dalla grande stampa internazionale. Il Financial Times aveva salutato l’iniziativa come «una naturale evoluzione dell’attività». Con i nove miliardi incassati dalla vendita di Partner Re (riassicurazioni) il portafoglio della holding è stato riorganizzato. Niente investimenti nelle radici del gruppo (Stellantis, Ferrari, Cnh). Il futuro tutto giocato sulla tecnologia, il lusso (le scarpe dalla suola rossa di Laboutine e la cinese Shang Xia) e la salute. Exor, aveva dichiarato con un po’ di enfasi Elkann al Financial Times, sente «una forte affinità con l’assistenza sanitaria». Meno oniriche le parole del direttore finanziario Suzanne Heywood: «Stiamo chiaramente guardando ai settori che hanno il vento a favore». Da qui l’ingresso in Philips con modalità che avevano fatto mugugnare il mercato. Il meccanismo è molto simile a quello che vent’anni fa aveva consentito a Elkann di tenere il controllo della Fiat, scavalcando le banche del consorzio di salvataggio che avevano sottoscritto il prestito «convertendo». Anche stavolta Elkann aveva giocato di sponda con una banca d’affari internazionale. La scalata a Philips era stata fatta in combinazione con Goldman Sachs che, operando sui derivati, aveva permesso a Exor di arrivare al 15% senza comunicazioni preventive alla Consob olandese.Elkann era entrato sfruttando la caduta delle azioni della multinazionale olandese precipitate a 13 euro. Ad affondarle il primo emergere dello scandalo sui respiratori difettosi che ora ha provocato il cartellino rosso della Fda.Vale anche la pena notare le contraddizione tra l’anima editoriale e la scelte d’affari di John, I giornali del gruppo (dall’Economist alla Gedi) dedicano un’attenzione morbosa ai problemi della salute del governo Meloni e anche quella degli italiani considerando la crociata che stanno combattendo per il rafforzamento della sanità. Resta da capire à se adesso si occuperanno anche degli investimenti nella sanità del loro principale azionista.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)