2024-08-10
Ecoteppisti alla frutta: «Basta blitz». Ora si ritiri anche chi li ha foraggiati
La leader austriaca di Ultima generazione si accorge che più nessuno li sopporta e confessa: «Siamo ricchi, non lavoriamo». Ma i veri colpevoli sono politici e intellettuali che li hanno trasformati in eroi contemporanei.La scorsa estate progettavano il «salto di qualità» e si organizzavano con «postura rivoluzionaria» per il «superamento del gradualismo» con slogan degni di altre stagioni, altre rivolte e altri invasati. Quest’estate battono in ritirata: le Brigate Verdi si arrendono. Tutti a casa, la guerriglia è finita. «Basta blitz plateali, ci danneggiano», annuncia la leader e portavoce di Ultima generazione, Marina Hagen, con una intervista al Corriere della Sera. Poi ammette: «Noi ecoattivisti appariamo elitari. E non vediamo più speranza di successo». Sul groppone degli ecoteppisti restano processi, multe e spese legali. Ma nessuna preoccupazione: pagherà il fondo californiano (Climate emergency fund), fondato a Beverly Hills dall’ex collaboratore di Bill Gates, Trevor Neilson, e finanziato dai più grandi magnati americani, come ammette la stessa Hagen. «I soldi in parte arrivano dal Climate emergency fund e in grandissima parte da donazioni di privati. Gente che non se la sente di incollarsi con le mani all’asfalto, ma vuole dare un mano». O meglio: gente che li ha usati come carne da cannone e li ha pagati per spingerli a comportamenti la cui idiozia era evidente a chiunque. Tranne che a loro, poveretti.E bisogna dire che se non fosse per alcune frasi di cui la portavoce di Ultima generazione costella la sua dichiarazione di resa, ci sarebbe quasi da compatirli questi sciagurati che per mesi hanno occupato tangenziali e imbrattato musei: si accorgono ora che è difficile conquistare la simpatia degli italiani buttando vernice sui quadri o bloccando le auto, rovinando le opere d’arte e le giornate di onesti lavoratori? Poveretti. Ci farebbero quasi pena se non ci facessero arrabbiare. Dicono: «Siamo apparsi come una élite staccata dalla realtà, ricchi con genitori ricchi». Ma va? Siete «apparsi» una élite? Siete «sembrati» ricchi viziatelli? «Pochi di noi hanno il problema di fare la spesa», ammette la leader di Ultima generazione. E alla domanda «Che lavoro fa?», risponde: «Più nessuno. Ho lasciato il lavoro per protestare». Senza rendersi conto che chi non ha il problema di fare la spesa e può permettersi di lasciare il lavoro per protestare non «appare» ricco con genitori ricchi: lo è. Inevitabilmente. E inevitabilmente fa girare gli zebedei a chi invece deve lavorare per vivere epperò non riesce a farlo perché si trova la tangenziale bloccata da lei e dagli altri suoi amichetti pieni di soldi veri e di paure fasulle.È insopportabile anche che, persino nell’intervista in cui ammette il totale fallimento della strategia e annuncia la resa, la subcomandante delle Brigate Verdi non la smetta di sparare giudizi sul mondo che non li capisce e non applica i loro programmi. «Siamo stati maltollerati perché la società è pigra o ignorante», dice infatti. (Sbagliato: siete stati maltollerati perché facevate delle belinate sesquipedali). E poi si lamenta perché il governo non applica i loro rivoluzionari progetti come quello di «istituire il limite dei 100 all’ora in autostrada» che ridurrebbe le «emissioni del 2%» (semplice: il governo non applica questa misura perché è un’altra belinata sesquipedale). Infine rilancia pure la «disobbedienza civile» minacciando di «fondare un nuovo movimento» per aumentare il numero delle proteste, o forse l’intensità delle medesime o forse tutte e due. Non lo sa bene nemmeno lei: l’unica cosa certa, a occhio e croce, è che saranno altre belinate sesquipedali. Roba che alla fine, viene da dire: cara ragazza, ma la vernice in questi mesi l’avete sparsa sui monumenti o dentro il vostro cervello?Però ecco, alla fine, nonostante tutto, questi sciaguratelli mi fanno quasi pena. Sfidavano il mondo e adesso sono lì che tremano perché se non gli arrivano subito tanti soldini dai loro finanziatori finiscono dentro («Due di noi ne sono usciti disperati e con la scabbia, due ci andranno a breve, sei rischiano», piagnucolano). Davano lezioni al mondo e adesso capiscono che avevano sbagliato tutto («Comunicazione troppo algida, anticapitalista, astratta», ammettono). Ripeto: sono dei poveretti. Meriterebbero solo un silenzioso velo d’oblio. Quelli però che non vanno dimenticati, quelli che non si possono perdonare sono quelli che li hanno vellicati e coccolati per mesi. Quelli che li sostenevano, li applaudivano, li esaltavano, trasformandoli in eroi contemporanei. Quelli che li invitavano nei talk show trattandoli da esperti, studiosi, professori. Quelli che pendevano dalle loro labbra. Quelli che solleticavano il loro narcisismo (David Parenzo all’Aria che tira: «Pronto al blitzino sul palco di Sanremo?»). Quelli che li chiamavano «profeti» (vero Erri De Luca?), dicendo che «ciò che fanno i ragazzi di Ultima generazione è tutto giusto». Quelli che esaltavano il loro coraggio spingendoli sempre oltre (vero Ginevra Bompiani?). Quelli che li invitavano sul palco dei loro comizi (vero Conte?) o andavano ai presidi fuori dal tribunale (vero piddini?) perché «la rabbia dei giovani attivisti va capita» e anche benedetta. Io non perdono loro. E nemmeno il ministro Gilberto Pichetto Fratin che pur di omaggiare il politicamente corretto la scorsa estate li ha invitati al ministero come se fossero interlocutori istituzionali. E si è inchinato alle loro scempiaggini.Io non li perdono perché forse è vero che quei fessacchiotti di Ultima generazione si accorgono solo ora di aver sbagliato tutto. Ma gli altri, cioè i politici, gli intellettuali, i giornalisti, no. Gli altri lo sapevano. E se fossero stati onesti gliel’avrebbero detto subito. Li avrebbero fermati anziché spingerli dentro il tunnel di imbecillità crescente nel quale si sono cacciati. E la cosa grave e che non lo hanno fatto per un unico motivo: lo stesso motivo per cui ieri sulla prima pagina del Sole 24 Ore campeggiava la notizia (forse nemmeno troppo vera, ma che importa?) che questo sarà «l’anno più rovente di sempre»; per lo stesso motivo per cui la grancassa dell’informazione mainstream insiste sull’emergenza caldo; per lo stesso motivo per cui viene sparso a piene mani terrorismo meteorologico: e cioè che per far accettare certe misure assurde e antidemocratiche, c’è una sola via, quella della paura. Il Covid lo ha dimostrato, il cambiamento climatico lo conferma: si crea il panico per imporre ciò che altrimenti non passerebbe mai. E per ottenere questo risultato tutto va bene. Anche mandare avanti qualche centinaio di ragazzotti, facendo loro credere che sono profeti e rivoluzionari, mentre si sa benissimo che sono solo dei poveri idioti. Questi sciagurati, adesso, giustamente pagano in tribunale. Ma chi li ha illusi, quando pagherà?
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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