2025-01-29
Ecco le manovre di Boeri e Zucchi per far vincere i progetti degli amici
Stefano Boeri (Getty images)
Tra le due archistar e Pier Paolo Tamburelli incontri e oltre mille messaggi, alcuni eliminati dal dem. E il Comune diceva: «Va rifatto tutto».Il bando da 9 milioni di euro sulla Biblioteca europea di informazione e cultura (la Beic un progetto da 100 milioni ) che ha fatto scattare le richieste di arresti domiciliari per gli architetti di fama internazionale Stefano Boeri e Cino Zucchi, aveva delle regole ben precise. La gara, infatti, prevedeva che non potevano far parte della commissione aggiudicatrice i parenti, ma soprattutto i datori di lavoro e i dipendenti dei concorrenti, «nonché coloro che abbiano in corso con loro un rapporto di lavoro o altro rapporto notorio». E per rapporto «notorio», la Guardia di finanza intende «quella situazione di condivisione, anche del medesimo ambiente di lavoro, che abbia dato luogo a una reciproca compenetrazione delle rispettive attività professionali dal punto di vista tecnico-organizzativo». Ma soprattutto, tra le regole del bando, c’è anche il divieto per i commissari di parlare con i partecipanti e, tanto più, di ricevere i progetti in anteprima. Ebbene, stando alle indagini delle fiamme gialle coordinate dalla Procura di Milano (coi pm Giancarla Serafini, Nicola Filippini e Mauro Clerici) queste regole sono state più volte non rispettate da Boeri e Zucchi, indagati per turbativa d’asta e falso. Del resto i due non avevano nemmeno fatto menzione dei possibili conflitti di interessi, non appena si era insediata la commissione. Eppure, stando alle indagini, le due archistar erano già a conoscenza che Onsitestudio e Baukuh, che poi vinceranno la gara, avrebbero partecipato. Come lo stesso Boeri sapeva che avrebbe partecipato lo studio Caputo, poi arrivato terzo, dal momento che aveva conosciuto i dettagli del progetto mentre la commissione si riuniva. Durante le indagini, la Guardia di finanza ha analizzato i giorni dei lavori mettendoli in relazione alla chat di Whatsapp. Sin dal primo giorno si nota come Boeri e Zucchi, a detta degli investigatori, abbiano cercato di condizionare la decisione anche degli altri partecipanti. Sin dal 29 giugno del 2022, quando il secondo invia al primo una foto di un foglietto scritto a penna dove ci sono 12 progetti meritevoli su 44 presentati. Tra questi 12 viene fatto un distinguo, 4 sono medio alti, mentre gli altri 8 sono considerati buoni. Tra questi ultimi c’è il numero 29, che corrisponde appunto a quello di Onsitestudio e Baukuh. Ma l’ex assessore del Comune è convinto che quello dello studio dell’amico Pier Paolo Tramburelli (anche lui indagato e con cui Boeri ha lavorato spesso) sia il numero 2. Si sbaglia e se ne accorgerà nei giorni successivi. Ma in un primo momento ne parla molto bene, mentre gli altri componenti della commissione parlano di mancanza di dettagli e elementi per valutarlo. Per il 29 di Onsitestudio si sprecano i giudizi positivi di Zucchi («Progetto forte»), mentre gli altri sono laconici. Anzi c’è chi nella commissione scrive: «È una serra. Alti costi di esercizio». Nei primi due giorni, in pratica, il progetto che poi vincerà viene portato avanti dai due architetti. Ma è il 4 luglio che la corrispondenza tra Zucchi e Boeri si fa più fitta, quando riprendono i lavori della commissione. In un primo momento il presidente della Triennale, ancora in Sardegna, scrive all’amico. «Spingiamo il 2?». L’obiettivo sarebbe quello di aiutare quello di Tamburelli. Ma è Zucchi che lo stoppa: «Penso che Baukuh lo abbia fatto insieme agli Onsite». A questo punto, annota la Guardia di finanza, Zucchi si cimenta via messaggio «in una excusatio non petita e fuori contesto» dove sostiene di essersi «difeso da ogni contatto» e di non sapere «gli autori dei progetti. Tanto qualsiasi risultato esce qualcuno avrà da dire “Boeri Zucchi e la cupola milanese”», anche se quanto detto è smentito dal messaggio scritto poco prima: sa perfettamente che Tamburelli è nel progetto con i due colleghi del Politecnico, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi. Dopo aver scremato ancora i progetti in vista della decisione del 5, la sera del 4 luglio Boeri torna a Milano e incontra proprio Tamburelli. Gli investigatori lo capiscono dai messaggi che si scambiano i due, anche se sospettano che Boeri potrebbe averne anche cancellati. La conferma dell’incontro tra i due in zona Stazione Centrale è arrivata tramite il controllo delle celle telefoniche. Ma il giorno dopo i due parlano di nuovo, annotano le fiamme gialle. E forse le idee di Boeri si schiariscono perché nel giudizio finale, dove vincerà il numero 29, cambia idea sul numero 2, che pensava essere di Tamburelli: prima era positivo, di «grande compostezza, potenza indiscutibile, dimensione lirica» ma nel finale diventa negativo perché presenta «perplessità». Quello stesso giorno Boeri e Tamburelli si scambiano ancora altri messaggi, con il secondo che invia una faccina con le dita sulle labbra e poi l’emoticon della preghiera. Parlano anche su Telegram. La finanza ha contato oltre mille messaggi in sei anni tra Tamburelli e i due architetti. Ma Boeri aveva rapporti anche con un altro partecipante al concorso, l’architetto Andrea Caputo a cui l’archistar chiede persino (il 30 giugno, nel pieno dei lavori della commissione) stralci di «sue note» per individuare il relativo progetto. Alla fine Caputo non vincerà, ma arriva terzo in posizione utile per percepire il premio a titolo di «riconoscimento di partecipazione» con un incasso di 44.000 euro di soldi pubblici del Comune di Milano. Emblematico il messaggio di una dipendente comunale a un collega, quando le notizie iniziano a comparire sui giornali il 22 luglio del 2022. «Hanno avuto più o meno contatto con tutti. Si dovrebbe a questo punto annullare tutto». Ma ancora più chiaro è quello che Floridi di Onesite invia a un amico che gli fa i complimenti per aver vinto il concorso. «Con Zucchi e Boeri in giuria è stato possibile».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.