2022-06-27
Ecco chi è la paladina degli abortisti. Una razzista amante dell’eugenetica
Margaret Sanger (Getty Images)
Margaret Sanger è la fondatrice di Planned Parenthood, l’organizzazione che si batte da sempre a favore dell’interruzione di gravidanza. Amica di persone danarose, non disdegnava massoneria e esoterismo.«Vogliamo meno bambini e migliori. Non possiamo realizzare la pace nel mondo con sciami di cittadini inferiori, mal istruiti e incivili». A scrivere queste parole, nel 1922, non era qualche pazzo fanatico del suprematismo razziale, ma uno degli intellettuali più famosi del tempo, lo scrittore di fantascienza H.G. Wells (1866-1946). Le aveva inserite nella prefazione che aveva firmato per un libro intitolato The Pivot of civilization, un trattato sul controllo delle nascite. L’autrice era una attivista socialista di origini irlandesi, anche lei piuttosto nota ai tempi. Si chiamava Margaret Sanger, e anni dopo sarebbe stata ricordata come la fondatrice del colosso americano chiamato Planned Parenthood, probabilmente il più potente gestore di cliniche abortive al mondo. Wells e la Sanger si erano conosciuti nel 1920, si erano scoperti affini e avevano iniziato a frequentarsi. Lo scrittore non era certo l’unico amante della appassionata Margaret. Come ha raccontato la sua biografa Jean H. Baker, «Wells e Ellis erano solo una parte di questa enorme scuderia di uomini con cui Sanger ha avuto relazioni sessuali». Ellis sta per Havelock Ellis, un altro intellettuale inglese di tutto rispetto e di grande notorietà. E non lo citiamo, badate bene, per fare pettegolezzo, ma per ricostruire l’ambiente che la Sanger frequentava: un bel mondo popolato di aristocratici e alto borghesi con idee socialiste e qualche lato oscuro. Tra le più assidue frequentazioni di Margaret c’era, ad esempio, il brillante Julian Huxley, fratello dello scrittore Aldous (quello del Mondo nuovo), nonché politico e saggista oggi un po’ dimenticato ma estremamente influente. Vale la pena di citarlo anche soltanto perché a lui si deve l’invenzione del termine «transumanesimo». Il suo pensiero non era poi troppo dissimile da quello di Wells: il giro di amici della Sanger aveva elaborato una visione molto particolare del progressismo, che consisteva nel teorizzare la creazione di una nuova umanità che fosse progredita anche e soprattutto dal punto di vista biologico. Se Wells, consulente della Portman clinic a Tavistock institute, si dilettava a immaginare un futuro di mirabolanti innovazioni tecnologiche capaci di garantire un adeguato avanzamento dell’umanità, Julian Huxley si balocccava con l’eugenetica. Come ha scritto Lorenzo Vitelli, egli «è stato membro di spicco della British eugenics society, di cui fu vicepresidente dal 1937 al 1944 […] e presidente tra il 1959 e il 1962. Nel 1946 viene nominato direttore generale dell’Unesco ma appena due anni dopo, per motivi tuttora sconosciuti, fu rimosso dall’incarico. Nel 1961 fondò il Wwf la nota organizzazione per la tutela dell’ambiente e delle specie in via di estinzione».Eugenisti e socialisti, dunque. Ma anche esoteristi. Tutti gli intellettuali finora citati, assieme ad altri grandi nomi del pantheon britannico (tra cui George Bernard Shaw) facevano parte di un raffinato circolino chiamato Fabian society, che si proponeva di portare il socialismo al potere senza rivoluzioni sanguinarie, ma facendolo digerire poco a poco, accompagnandolo appunto allo sviluppo tecnologico. Margaret Sanger tenne appassionate arringhe durante gli incontri dei fabiani. Ma nel suo caso l’interesse per l’eugenetica e il controllo delle nascite prevalsero ben presto sull’amore per il socialismo. Figlia di proletari che ebbero ben 11 figli, Margaret si era costruita una robusta carriera come militante ispirandosi e collaborando con personalità come l’anarchica Emma Goldman, che coinvolse nella fattura del giornale socialista The Woman Rebel, sin dall’inizio sostenitore della contraccezione e del controllo delle nascite. Ben presto, però, l’attenzione della Sanger fu attirata dai pensatori britannici e in particolare da una donna di nome Annie Besant (1847-1933). Anche lei socialista, tra i fondatori del fabianesimo, la Besant fu anche l’erede dell’occultista Helena Blavatsky, creatrice della Società teosofica. Nel 1902 la Besant fondò a Londra la prima loggia massonica de Le droit humain, il più antico ordine misto della storia. Nel 1907 assunse la presidenza della Società teosofica che aveva sede a Adyar, in India. Nella sua autobiografia, Margaret Sanger racconta di essersi recata da quelle parti in pellegrinaggio. «Ero interessata», scrisse, «a scoprire quale fosse l’atteggiamento degli attuali teosofi nei confronti del controllo delle nascite, e scoprii che quelli che si trovavano ad Adyar erano convinti della sua importanza. Tra le loro convinzioni c’era quella secondo cui le grandi anime non avrebbero potuto reincarnasi finché i corpi dei genitori, il loro veicolo per la nascita, non fossero stati perfetti». Ecco quali teorie circolavano in quell’ambiente. I fabiani, i teosofi e gli eugenisti condividevano il desiderio di favorire il progresso dell’umanità sul piano spirituale e biologico, a costo di promuovere una inquietante selezione della specie. Margaret Sanger fondò nel 1921 l’American birth control league, che divenne poi il cuore della Planned Parenthood federation of America. Da sola, tuttavia, non sarebbe riuscita a creare una struttura che, oggi, muove centinaia e centinaia di milioni di dollari, contribuendo con cospicui finanziamenti alle campagne elettorali democratiche. Allo sviluppo di Planned Parenthood diede una bella mano una importante famiglia americana. Non è un segreto, sul sito della fondazione Rockefeller si legge quanto segue: «La famiglia Rockefeller, in particolare John D. Rockefeller Jr., fu uno dei primi sostenitori del lavoro pionieristico di Margaret Sanger nel controllo delle nascite come mezzo per migliorare la salute materna e pubblica. Nel 1942, quando la Sanger's birth control federation of America si unì alla Planned Parenthood federation of America, la Rockefeller brothers fund iniziò a sostenere l’organizzazione». Col passare del tempo, tuttavia, il nome della Sanger è divenuto imbarazzante per Planned Parenthood. Oggi, soprattutto in Italia, i supponenti tifosi dell’aborto a tutti i costi sostengono che limitare l’accesso all’interruzione di gravidanza danneggerà soprattutto le donne povere, magari afroamericane. Sono, curiosamente, opinioni molto simili a quelle espresse dagli amici fabiani della cara Margaret. Ciò che i nostri bravi progressisti fingono di ignorare è che, nel tempo, sono stati soprattutto gli attivisti neri ad attaccare le idee sul controllo delle nascite espresse da personalità come la Sanger. La nota e battagliera Angela Davis, ad esempio, scrisse che la Sanger, distaccatasi dal socialismo, si trovò fin troppo esposta «alla propaganda anti-neri e anti-immigrati dell’epoca». Alveda King, nipote di Martin Luther King (che ricevette un premio intitolato alla Sanger), ha dichiarato qualche anno fa che Planned Parenthood è una delle organizzazioni più razziste di sempre. Da un lato, è vero che Margaret Sanger collaborò con attivisti afroamericani in quartieri come Harlem, e che considerava l’aborto una sorta di extrema ratio qualora la contraccezione non funzionasse. Ma è anche vero che Margaret fu tra i promotori, tra il 1939 e il 1942, di un programma americano chiamato The negro project che promuoveva la limitazione delle nascite tra i neri, e che fu realizzato con l’appoggio di Clarence Gamble (sì, quello della multinazionale Procter & Gamble). Non solo: le sue convinzioni eugenetiche la portarono ad appoggiare la sterilizzazione forzata, soprattutto a danno di poveri e disagiati. Nel 2021, Planned Parenthood, sull’onda della cancel culture, ha dovuto scusarsi per le posizioni della sua fondatrice, e rimuovere il suo nome da alcuni edifici, anche se molti media americani ne hanno preso le difese. Cancellare i nomi, però, non significa eliminare le idee. E quelle della Sanger sono ancora vive e diffuse. Specie tra i fautori del progresso che pensano di edificare una umanità migliore limitando le nascite.