
Segnalati alla Procura di Firenze e all'Uif per un giro di bonifici da 450.400 euro. Fascicolo pure sul senatore semplice.Hanno spostato fondi da una società all'altra senza giustificazioni. Le causali: «Pagamento fattura», «consulenza», «saldo fattura». Bonifici a go go con giustificazioni che l'Antiriciclaggio ritiene «sospette». E che hanno preso due direttrici: una verso l'Uif, l'Unità d'informazione finanziaria per l'Italia, ufficio d'intelligence che si occupa di antiriciclaggio; l'altra verso la Procura di Firenze. I segnalati sono i Renzi quasi al completo: Laura Bovoli, mamma del fu Rottamatore in testa. Il secondo nome della lista è quello di Andrea Conticini, il cognato di Matteo noto per essere finito nei guai per presunti ammanchi di denaro destinato ai bambini africani e usato invece, secondo gli inquirenti, in operazioni immobiliari in Portogallo. Il terzo nome è quello di Benedetta Renzi, sorella dell'ex premier che ha avuto un'esperienza da assessore in una giunta del Partito democratico in provincia di Bologna. Il quarto Renzi segnalato è Matilde, sorella di Matteo e moglie di Andrea Conticini, coinvolta nelle attività di famiglia. L'ultimo nome dell'elenco è quello di babbo Tiziano. E, così, l'antiriciclaggio con una sola pratica ha conosciuto tutti i Renzi eccetto il leader di Italia viva, che è stato oggetto invece di un'altra segnalazione per i trasferimenti sospetti legati al prestito per la casa. La documentazione sui parenti più stretti del Bullo è poi finita sulle scrivanie degli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria di Firenze. E affidata ai finanzieri del primo gruppo tutela delle entrate, un nucleo di detective economici che si occupano di «verifiche complesse». Scartabellando tra gli allegati saltano fuori tre schede che riguardano svariate operazioni, per un totale di 450.400 euro. Il rischio dell'operatività viene descritto come «medio alto». Il contenuto della prima scheda è questo: «Si ritiene di segnalare bonifici aventi rispettivamente come ordinante e beneficiaria due società coinvolte nella stessa indagine penale davanti al Tribunale di Firenze e che risultano essere, direttamente o indirettamente, riconducibili a Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio dei ministri Matteo, e alla moglie Laura Bovoli». Si tratta di bonifici per complessivi 236.075 euro. Quei fondi, stando alla segnalazione, sono stati accreditati sul conto intestato alla Marmodiv, società cooperativa poi dichiarata fallita e finita nell'inchiesta sui genitori del Bullo. I documenti dell'antiriciclaggio, infatti, alla fine sono diventati parte integrante del fascicolo per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni sui 19 indagati (ai quali un mese fa è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari) per i fatti connessi ai fallimenti delle cooperative, secondo l'accusa tutte riconducibili ai Renzi, Delivery service Italia, Europe service e Marmodiv. «A carico della Marmodiv», si legge nel documento, «è stato notificato alla Cassa di risparmio di San Miniato una richiesta di consegna di documentazione bancaria, in quanto azienda indagata per il reato di emissione di fatture inesistenti aventi come debitore la società Eventi 6 srl, che risulta ordinante dei bonifici». La Eventi 6, società di comunicazione della famiglia Renzi, insomma, avrebbe inviato sui conti della Marmodiv, coop ceduta dai Renzi, secondo la ricostruzione della Procura di Firenze, a dei loro prestanome, oltre 200.000 euro con sei bonifici, uno dietro l'altro. E subito dopo aver descritto la compagine della Eventi 6 (nella quale figurano le due sorelle di Matteo e mamma Laura, che è anche presidente del cda), i segnalanti annotano che «alla stato attuale la governance della Marmodiv risulta non rintracciabile e il conto corrente ordinario intestato all'azienda è sconfinante oltre il fido concesso a seguito di presentazione di fatture risultate scadute e inesigibili». Altro intreccio sospetto: il 19 marzo 2019 viene evidenziata «l'anomala movimentazione riscontrata» sul conto personale di Matilde Renzi, aperto per necessità familiari ma che invece sarebbe stato usato, si legge nella segnalazione, «per attività d'impresa di Conticini», considerati i bonifici partiti dalla Marc consulting sas, la società di Conticini e di Matilde Renzi, a favore dei soci, «con causale generica che non chiarisce il rapporto sotteso». E in virtù dei trasferimenti, è sottolineato nella segnalazione, «a favore di altre società di proprietà della famiglia Renzi ugualmente con causale generica e dalla motivazione non chiara». Ma la girandola di movimenti bancari non è finita. C'è il terzo documento. Che registra l'arrivo sui conti della Eventi 6 (società in cui compare Matilde Renzi) di nove bonifici partiti dalla Marc consulting (società di Conticini e di Matilde Renzi). In totale la cifra movimentata supera di poco i 17.000 euro. La causale è ricorrente: «Pagamento affitto». In un caso, invece, la ragione del bonifico risulta «Cessione contratto». Si registrano inoltre tre bonifici per complessivi 97.419 euro in favore di babbo Renzi, «che», si legge nella nota, «da camerale aggiornata risulta intestatario di una ditta individuale per la gestione di attività di rappresentante di commercio, attività che appare incoerente con quella svolta dalla società».
Ansa
Gli obiettivi imposti sono rifiutati perché deleteri e insostenibili. Farebbero meglio a seguire i consigli di Bill Gates.
L’appuntamento è fisso e il corollario di allarmi sulla imminente fine del mondo arriva puntuale. Alla vigilia della Cop30 - la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre - il fronte allarmista globale ha rinnovato il coro catastrofico con la pubblicazione di due rapporti cruciali. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha diffuso il suo State of the Global Climate Update 2025, mentre l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato il suo Climate Action Monitor 2025.
2025-11-07
Dimmi La Verità | Giovanni Maiorano (Fdi): «Una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine»
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.
Il governatore: «Milano-Cortina 2026 sarà un laboratorio di metodo. Dalle Olimpiadi eredità durature per i territori».
«Ci siamo. Anzi, ghe sem, come si dice da queste parti». Con queste parole il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha aperto l’evento La Lombardia al centro della sfida olimpica, organizzato oggi a Palazzo Lombardia per fare il punto sulla corsa verso i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026.
Un appuntamento che, nelle parole del governatore, non è solo sportivo ma anche simbolico: «Come Lombardia abbiamo fortemente voluto le Olimpiadi – ha detto – perché rappresentano una vetrina mondiale straordinaria, capace di lasciare al territorio eredità fondamentali in termini di infrastrutture, servizi e impatto culturale».
Fontana ha voluto sottolineare come l’esperienza olimpica incarni a pieno il “modello Lombardia”, fondato sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla capacità di trasformare le idee in progetti concreti. «I Giochi – ha spiegato – sono un esempio di questo modello di sviluppo, che parte dall’ascolto dei territori e si traduce in risultati tangibili, grazie al pragmatismo che da sempre contraddistingue la nostra regione».
Investimenti e connessioni per i territori
Secondo il presidente, l’evento rappresenta un volano per rafforzare processi già in corso: «Le Olimpiadi invernali sono l’occasione per accelerare investimenti che migliorano le connessioni con le aree montane e l’area metropolitana milanese».
Fontana ha ricordato che l’80% delle opere è già avviato, e che Milano-Cortina 2026 «sarà un laboratorio di metodo per programmare, investire e amministrare», con l’obiettivo di «rispondere ai bisogni delle comunità» e garantire «risultati duraturi e non temporanei».
Un’occasione per il turismo e il Made in Italy
Ampio spazio anche al tema dell’attrattività turistica. L’appuntamento olimpico, ha spiegato Fontana, sarà «un’occasione per mostrare al mondo le bellezze della Lombardia». Le stime parlano di 3 milioni di pernottamenti aggiuntivi nei mesi di febbraio e marzo 2026, un incremento del 50% rispetto ai livelli registrati nel biennio 2024-2025. Crescerà anche la quota di turisti stranieri, che dovrebbe passare dal 60 al 75% del totale.
Per il governatore, si tratta di una «straordinaria opportunità per le eccellenze del Made in Italy lombardo, che potranno presentarsi sulla scena internazionale in una vetrina irripetibile».
Una Smart Land per i cittadini
Fontana ha infine richiamato il valore dell’eredità olimpica, destinata a superare l’evento sportivo: «Questo percorso valorizza il dialogo tra istituzioni e la governance condivisa tra pubblico e privato, tra montagna e metropoli. La Lombardia è una Smart Land, capace di unire visione strategica e prossimità alle persone».
E ha concluso con una promessa: «Andiamo avanti nella sfida di progettare, coordinare e realizzare, sempre pensando al bene dei cittadini lombardi».
Continua a leggereRiduci
Francesco Zambon (Getty Images)
Audito dalla commissione Covid Zambon, ex funzionario dell’agenzia Onu. Dalle email prodotte emerge come il suo rapporto, critico sulle misure italiane, sia stato censurato per volontà politica, onde evitare di perdere fondi per la sede veneziana dell’Organizzazione.
Riavvolgere il nastro e rivedere il film della pandemia a ritroso può essere molto doloroso. Soprattutto se si passano al setaccio i documenti esplosivi portati ieri in commissione Covid da Francesco Zambon, oggi dirigente medico e, ai tempi tragici della pandemia, ufficiale tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Di tutte le clamorose notizie diffusamente documentate in audizione, ne balzano agli occhi due: la prima è che, mentre gli italiani morivano in casa con il paracetamolo o negli ospedali nonostante i ventilatori, il governo dell’epoca guidato da Giuseppe Conte (M5s) e il ministro della salute Roberto Speranza (Pd) trovavano il tempo di preoccuparsi che la reputazione del governo, messa in cattiva luce da un rapporto redatto da Zambon, non venisse offuscata, al punto che ne ottennero il ritiro. La seconda terribile evidenza è che la priorità dell’Oms in pandemia sembrava proprio quella di garantirsi i finanziamenti.






