2022-03-11
È guerra mediatica su Chernobyl e l’ospedale distrutto
Lite sul ripristino della centrale e sulla modella incinta ripresa tra le macerie. Il generale Maurizio Boni: «I russi intensificheranno i raid».La guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina non si ferma davanti a nulla e ormai le forze armate russe bombardano gli ospedali ucraini, come quello di Mariupol, dove hanno perso la vita donne e bambini, giustificandosi con frasi beffarde come «l’ospedale era utilizzato dalle forze ucraine come base per attacchi contro l’esercito russo», una tesi che anche l’ambasciata in Italia ha ribadito con questo tweet: «Il tentativo di gonfiare lo scandalo attorno alla presunta distruzione da parte della Russia dell’ospedale a Mariupol è il massimo del cinismo e della campagna di menzogne sulla nostra operazione militare speciale in Ucraina». Intanto, oltre alla guerra della parole messa in atto dai leader e quella dell’incessante propaganda, nella quale i russi sono senza dubbio dei veri fuoriclasse, in Ucraina si spara, si bombarda e si muore, come avvenuto sempre nella giornata di ieri a Mariupol, dove secondo il municipio della città, «le bombe hanno colpito le case. Colpito anche l’edificio dell’università nel centro della città». Ma qui dell’accaduto non c’è ancora una stima dei morti e dei feriti. Bombardamenti anche attorno alla città di Kharkiv, dove sono morti due bambini (sono 71 quelli uccisi in questa guerra fino ad oggi), mentre si temono molte vittime nell’attacco aereo avvenuto nella tada mattinata di ieri nel villaggio di Slobozhanske, nel Sud Est del Paese, dove ora si scava a mani nude tra le macerie per estrarre i corpi delle vittime del raid aereo. Anche a Kiev il municipio ha invitato via Telegram i cittadini «a nascondersi nei rifugi». Una cosa è certa, Vladimir Putin non ha nessuna voglia di fermarsi e di questo ne è convinta la Cia, tanto che il suo direttore, William Burns, ritiene che il presidente russo stia per lanciare l’assalto finale: «Di sicuro raddoppierà gli sforzi. Potremmo avere davanti alcune settimane molto brutte». E di certo non ci vuole molto per confutare la fondatezza dell’affermazione, visto che le immagini che arrivano dalle città ucraine sono sempre più simili a quelle viste in Siria, in Iraq oppure nella Cecenia della seconda guerra voluta da Putin. E in tal senso il cratere lasciato dalla bomba che ha distrutto l’ospedale pediatrico di Mariupol ha ricordato le spettrali immagini dell’assedio di Grozny (Cecenia), che la Federazione Russa mise in atto fra la fine di dicembre del 1994 e gli inizi di marzo 1995. Sempre a causa della propaganda c’è una gran confusione sull’avanzata russa, in quanto c’è chi sostiene che non sia così veloce come pianificato, mentre altri dicono che tutto vada come previsto. Qual è la verità? Così il generale di Corpo d’armata Maurizio Boni, insignito anche della «Nato meritorious service medal», conferita per eccezionali contributi offerti all’Alleanza atlantica: «Non credo che tutto stia andando per il meglio poiché i russi contavano di far capitolare il governo di Kiev in breve tempo. Per questo hanno impiegato forze di limitata entità sulle quattro direttrici di attacco principali, con preparazione e capacità operative oltremodo differenti. La resistenza incontrata nella progressione delle unità ha indubbi problemi di alimentazione logistica che ha contribuito a rallentare il ritmo dell’operazione. Non concordo con le analisi che danno le forze russe per spacciate o perdenti». Tiene banco anche la questione dell’aviazione russa che fino ad oggi ha giocato un ruolo piuttosto marginale. Tuttavia, le ultime ore lasciano presagire che questo cambierà molto presto, come ci conferma il generale Boni: «Secondo autorevoli fonti di intelligence il sistema di difesa dell’esercito ucraino è ancora attivo e ben disperso sul territorio del teatro di operazioni. Questo giustifica l’impiego limitato delle Forze aerospaziali russe. Ricordiamoci che tra il 2009 e il 2020 Mosca ha acquisito almeno 450 nuovi velivoli ad ala fissa e migliaia di droni. Un potenziale enorme che attende che vengano create le condizioni per il suo impiego». Altra domanda che ormai assilla chiunque è quella che riguarda la presa delle città attaccate, che in molti danno per imminente, anche se non sono così semplici da mettere in atto, visto che i russi sanno benissimo che le operazioni nei centri abitati causano perdite ingenti. Per questo l’esercito di Mosca sta ancora saggiando le difese degli assediati in attesa di decidere o meno di proseguire impiegando forze più letali, come nel caso della Cecenia a Grozny.«Ora», conclude Boni, «tutto dipende molto anche dallo sviluppo dei negoziati tra Russia e Ucraina e dalla prospettiva reale di sospendere le operazioni in caso di accoglimento della proposta di rendere neutrale l’Ucraina. È anche possibile che venga definita una priorità delle città sulle quali intensificare la pressione militare. Kiev sarà sicuramente una di queste. In ogni caso, l’effetto principale causato dalle truppe russe è quello di far fuggire i civili verso occidente causando una pressione politica rilevante sui paesi che appoggiano il governo di Kiev». Mentre scriviamo, la guerra delle parole ha fatto nascere due nuovi casi: anzitutto, quello della Bielorussia, che avrebbe ripristinato, secondo una fonte del ministero dell’Energia russo, le forniture di energia elettrica alla centrale nucleare dismessa di Chernobyl. Vero? E chi lo sa, visto che la notizia è stata subito smentita da Energoatom, l’azienda di Stato ucraina. Altro giallo di giornata è quello relativo a Marianna Podgurskaya, influencer e attrice ucraina incinta, fotografata ieri tra le macerie dell’ospedale pediatrico di Mariupol dopo il bombardamento. Secondo i russi si tratta di un’operazione di propaganda ucraina messa in piedi dalle «unità militari ucraine filonaziste». In mancanza di prove a noi non resta che riferire.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi