2023-06-09
Duello Lega-Fi sull’Ue. Salvini: «Alleanza con il Ppe? No grazie»
Il vicepremier sul veto di Antonio Tajani a Id: «Popolari sono a sinistra». Poi annuncia la stretta sui monopattini, ma non per le biciclette.«Non mi piace quando qualcuno parte dicendo no a qualcun altro. Io non dico no a Viktor Orbán o ai polacchi, è curioso che Antonio Tajani dica “tutti ma non la Lega e Id”». Manca un anno, ma la posta in gioco alle prossime europee è forse la più alta di sempre e Matteo Salvini lo sa bene. Per questo, in una conversazione con i cronisti, ha voluto manifestare le proprie perplessità sul veto che il ministro degli Esteri ha già sollevato, nel corso della due giorni romana del Ppe, alla presenza del presidente, Manfred Weber, nei confronti dei partiti della destra europea, capitanati dagli esponenti del Carroccio e da quelli del Rassemblement national di Marine Le Pen. «Così ti metti già in minoranza», ha insistito il leader del Carroccio, «i Popolari hanno sempre lavorato coni socialisti. Adesso ci sono elezioni in Spagna e Polonia che potrebbero essere determinanti. Se vince il centrodestra allora sì che l’asse europeo può spostarsi. Certo, il Ppe dovrà scegliere tra i Socialisti e la Lega con la Le Pen. Mi auguro scelga noi». Salvini infatti sta tessendo la tela politica che dovrebbe portare alle europee una proposta omogenea di destra europea e rafforzare l’alternativa all’attuale maggioranza Ursula: «Ho pranzato con il capo del partito portoghese Chega, André Ventura, che è quello più in crescita in quel Paese». «Afd di qualche anno fa era una forza assolutamente problematica. Si stanno riorganizzando: nuovi vertici, nuove regole, stiamo seguendo con attenzione. Stiamo lavorando a un’ipotesi di ribilanciamento del centrodestra nel Parlamento europeo ma poi vedo le dichiarazioni di Tajani... ci lavoro bene, ma non può dire che vogliono fare un’alleanza europea di centrodestra senza però la lega e la Le Pen. C’è una sinistra che da anni fa quello che vuole, non escluderei qualcuno nel centrodestra». Esaurito il capitolo politico, Salvini è tornato sulla stretta del codice della strada annunciata mercoledì in Parlamento per le due ruote, che ha sollevato qualche polemica, soprattutto per quanto riguarda possibili restrizioni per monopattini e biciclette. La stretta in effetti ci sarà, ma solo sul versante monopattini, mentre per le bici sono previste delle norme stradali a tutele dell’incolumità dei ciclisti. Prima di tutto, il ministro ha specificato che il veicolo legislativo per l’introduzione delle novità «sarà un disegno di legge e non un decreto, perché il Parlamento deve dare il suo ampio contributo». «Tra i capisaldi», ha proseguito, «ci sarà l’educazione stradale a scuola, ma fatta in modo serio, quindi le sanzioni ad esempio sull’utilizzo del cellulare, “l’ergastolo della patente” e gli obblighi per i monopattini, come la targa, le frecce e il casco. Sono cose che ci chiedono i sindaci, mentre per le biciclette stiamo lavorando sulla messa in sicurezza di chi le conduce, come ad esempio per la norma che impedisce il sorpasso nelle strade dove non c’è almeno un metro e mezzo di spazio». Tornando sul vero e proprio Far West che è diventato il settore dei monopattini, il ministro ha anche annunciato l’intenzione di convocare le società che gestiscono lo sharing, chiedendo che le responsabilità per alcuni comportamenti pericolosi, come la sosta selvaggia, vengano estese anche a loro. «Non voglio danneggiare nessuno ma voglio assicurare che la gente usi il casco e non vada a più di 25 all’ora». Capitolo Ponte sullo Stretto, sul quale è evidente la soddisfazione del ministro per quanto fatto finora, a partire dall’approvazione definitiva del decreto e la conseguente ricostituzione della società che dovrà occuparsi della sua realizzazione: «C’è stata una prima riunione con il nuovo ad, il presidente e con tutte le strutture tecniche. Ci siamo dati un cronoprogramma che, se rispettato, conferma come data di apertura dei cantieri l’estate 2024. Inizia a camminare sulle sue gambe, ora dobbiamo nominare entro giugno la commissione dei “superesperti” che accompagneranno l’iter del Ponte». Su questo fronte, Salvini replica anche al presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, il quale, illustrando a Montecitorio la relazione annuale, ha criticato l’impianto della legge attribuendole uno sbilanciamento a favore dei soggetti privati rispetto al pubblico: «Ho l’impressione», ha detto il ministro, «che qualcuno commenti senza aver letto le leggi. Invito l’Anac ad attivarsi indicando corrotti e corruttori, non bloccando ponti, opere e futuro. Io non sono qui per favorire nessuno, il Ponte è un’operazione ambiziosa e la inaugureremo nel 2032». Dal Ponte alle altre opere e alle risorse del Pnrr il passo è breve e Salvini ne approfitta per ribadire la totale assenza di criticità, relativamente al suo dicastero, nell’impiego degli stanziamenti europei. «Noi non solo siamo in grado di spendere tutti i 40 miliardi che ci sono stati assegnati, ma se qualcun altro non è in grado di spendere tutti i suoi e ce ne danno di più abbiamo dei progetti già pronti, ad esempio per gli studentati e per far fronte al problema degli affitti, o anche contro la dispersione idrica. Infine, dal ministro arrivano i complimenti al collega Giancarlo Giorgetti per il grande successo di Btp Valore, il titolo di Stato di nuova emissione, dedicato ai piccoli risparmiatori, che in quattro giorni ha raccolto più di 17 miliardi, stabilendo un record: «Mentre c’è il dibattito sul Mes», ha concluso Salvini, «Giorgetti sta riportando il debito pubblico italiano nelle mani degli italiani».
Nel riquadro, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham (Ansa)
Catherine Birmingham e Nathan Trevallion con i tre figli (Ansa)