2023-11-25
Dublino fa la conta dei danni. E la polizia copre ancora l’accoltellatore immigrato
Danni a Dublino dopo le proteste del 23 novembre 2023 (Getty Images)
Più di 40 arresti e un quartiere devastato durante la notte della rabbia. Gravi la bimba e la donna pugnalate. Dopo un giorno, nessuna informazione ufficiale sull’aggressore.Si contano i danni a Dublino (milioni di euro) dopo la notte di scontri con la polizia, i disordini e le violenze che hanno interessato l’area di Parnell Square - zona in cui sono in aumento delinquenza, degrado e senzatetto - che si trova vicino al centro della capitale irlandese. Decine di auto sono state date alle fiamme, stessa sorte per alcuni autobus, negozi saccheggiati e molta paura per i residenti. I video condivisi sui social mostrano un’auto della polizia, un tram e un autobus tra i veicoli incendiati. Gli agenti dispiegati sulle strade di Dublino l’altra notte sono stati circa 400 e gli arresti sono stati più di 40. Molti agenti sono rimasti feriti. Tutto è accaduto dopo che giovedì, poco prima delle 14, un uomo la cui identità non è ancora stata resa nota (circostanza davvero incredibile a ormai 36 ore dai fatti) ha accoltellato di fronte a una scuola elementare tre bambini e una maestra. Una bambina di cinque anni rimane in condizioni critiche mentre una sua compagna di sei anni è ricoverata con ferite meno gravi e un bambino di cinque anni è stato dimesso quasi subito dall’ospedale. La maestra che ha 30 anni e che ha fatto «scudo» ai bambini resta in gravi condizioni all’Ospedale Mater di Dublino e lo stesso vale per l’attentatore che si trova in gravi condizioni (pare per ferite autoinferte), in un ospedale della regione di Dublino. Il movente? Fonti della sicurezza ritengono che l’accoltellamento sia stato un attacco casuale, ma la polizia indaga per capire se l’aggressore avesse qualche legame con le persone ferite o con la scuola. La galassia jihadista sul Web tace, ma il movente religioso e ritorsione per quanto accade a Gaza non è da escludere visto che sia lo Stato islamico che Al Qaeda hanno chiesto ai loro affiliati «di colpire gli infedeli per vendicare Gaza». Dicevamo delle autorità irlandesi che continuano a nascondere l’identità dell’aggressore esprimendosi solo sui disordini dell’altra notte. Se si può ben comprendere che per motivi di ordine pubblico l’identità dell’algerino naturalizzato non sia stata rivelata mentre erano in corso gli scontri, adesso il silenzio delle autorità di Dublino sta generando molte polemiche nel Paese e non solo. Per ora si sa solo che è un algerino naturalizzato irlandese che vive nel Paese da vent’anni, come ha ammesso anche il pur abbottonatissimo Irish Times. Il giornalista John McGuirk, tra i più attenti nel seguire i fatti di giovedì, ha peraltro scritto su X, parlando del fermato: «So anche che potrebbero esserci ulteriori informazioni sul suo passato, rilevanti per l’attuale dibattito politico, che devono ancora emergere. Tuttavia, non possiamo riferirlo prima del processo».Il commissario della polizia irlandese Drew Harris ha attribuito idisordini ad «una fazione pazza e teppista guidata da un’ideologia di estrema destra». Mentre il ministro della Giustizia, Helen McEntee, ha lanciato un appello alla calma e ha affermato che «elementi criminali e manipolatori stanno usando l’incidente precedente per creare caos». Fosse così sarebbe semplice, invece la realtà come sempre, è molto più complessa. L’Irlanda vive una crisi profonda che viene da lontano. Anche se non si può escludere che in piazza ci fossero elementi di gruppuscoli di estrema destra dai numeri praticamente irrilevanti (vedi l’Irish Freedom Party, l’Ireland First, l’Anti-Corruption Ireland, National Party), in strada c’erano anche molti cittadini esasperati e tanti giovani e giovanissimi furiosi per quello che l’Irlanda è diventata dopo che nel Paese sono arrivati decine di migliaia di immigrati. In Irlanda dove vivono 5,3 milioni di persone (dato 2021) sono arrivati circa 94.000 rifugiati dall’Ucraina e secondo le stime del 2022 l’Irlanda aveva 81.526 rifugiati, per un aumento del 748% rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2022 c’è stato un vero e proprio record con le 13.651 richieste di diritto di asilo in 12 mesi, con gli arrivi da Algeria, Nigeria, Somalia e Zimbabwe saliti del 234% rispetto all’anno precedente. Gli irlandesi, storicamente accoglienti e generosi, negli anni hanno visto cambiare il loro Paese con le preghiere islamiche nelle piazze e nelle strade, le donne velate, senza contare l’aumento della criminalità e ora non ne possono più. Fino al primo trimestre del 2023 sono stati registrati 69.340 episodi di furto e reati correlati, ovvero un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo del 2022. I furti nei negozi, che hanno contribuito a quasi la metà di questo aumento, sono aumentati del 37% durante l’anno. Il Financial Times ha pubblicato un sondaggio di Ireland Thinks Poll nel quale si evince che il 56% degli irlandesi pensa che siano stati fatti entrare troppi rifugiati. E stando a un sondaggio dell’Economic and Social Research Institute, più in generale solo il 58% degli irlandesi sostiene l’ingresso nel Paese di immigrati bianchi, contro il 41% verso l’arrivo di musulmani e il 25% per i rom. Sono tutti estremisti di destra oppure è il segnale che tra le volontà politiche e il sentire della gente ci sia una frattura profonda che ora si materializza nelle proteste violente? Si direbbe di sì. Vista la mal parata quest’anno il governo di Dublino ha invitato i richiedenti asilo a non dirigersi in Irlanda: «Non sapremmo come accogliervi» e persino il Taoiseach (il primo ministro irlandese) Leo Varadkar che ha origini indiane e ha affermato: «Gli irlandesi sono un popolo generoso, ma c’è un limite alla compassione. Credo che dovremmo allinearci agli standard di accoglienza di altri Paesi in Europa». Nonostante gli appelli nulla è cambiato. Le case, gli hotel e tutte le strutture che ospitano i migranti non hanno più un letto libero. A fine settembre 2023 erano 12.827 i senzatetto accolti in sistemazioni di fortuna, di cui un terzo sono bambini, un record dal dopoguerra. Mentre i richiedenti asilo con alloggio sono 24.222 in un Paese dove il problema della crisi abitativa è uno dei nodi politici più urgenti e sensibili dato che il mercato immobiliare è saturo.