2023-08-05
Kiev prova a rifarsi con la battaglia navale
La nave russa Olenegorsky Gornyak (Ansa)
La controffensiva non decolla, ma gli ucraini attaccano con i droni la Crimea e il porto di Novorossiysk. Poi annunciano: «A picco una nave». Mosca minimizza mentre Erdogan conferma per agosto la visita di Putin. Aiea: «Nessun esplosivo a Zaporizhzhia».Niger: la giunta rottama gli accordi con la Francia. E revoca il coprifuoco per la popolazione.Lo speciale contiene due articoli.Il giorno di guerra 527 è stato contrassegnato da esplosioni in Crimea. Nella notte tra giovedì e venerdì i droni ucraini hanno attaccato un deposito di petrolio a Feodosia, in Crimea, la penisola annessa da Mosca unilateralmente nel 2014. Lo riferiscono i media ucraini. A Radio Liberty il capo dell’ufficio stampa delle forze di difesa dell’Ucraina meridionale, Natalia Gumenyuk, ha dichiarato che «tutti sanno che a Feodosia c’è un enorme deposito di carburante, dove possono essere immagazzinate riserve molto grandi destinate solo alla flotta del Mar Nero. La logistica del nemico è concentrata lì in buona parte». Tramite il suo canale Telegram Oleg Kryuchkov, portavoce dell’autorità di occupazione russa in Crimea e consigliere del capo della Crimea, ha fatto sapere che «i sistemi di difesa aerea sono stati attivati in diversi distretti della Crimea. Tutti gli obiettivi sono stati abbattuti. Non ci sono stati danni né vittime». Secondo quanto affermato dai media russi, i droni ucraini neutralizzati dalla difesa aerea sarebbero stati 13. Il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, ha anche affermato che «le forze ucraine hanno attaccato la base navale di Novorossijsk con due droni marini che sono stati distrutti». Ha invece avuto successo l’attacco alla nave russa con a bordo 100 marinai documentato dalla Cnn, che ha pubblicato un video nel quale si vede un drone marino senza pilota caricato con 450 chilogrammi di tritolo che si avvicina a una nave che potrebbe essere la nave da guerra russa «Olenegorsky Gornyak», una nave da sbarco di classe Ropucha della Marina russa già vista nel porto di Novorossijsk. Il video, che dura 36 secondi, registrato dallo stesso drone marino, lo mostra avvicinarsi alla nave di notte. Il video termina proprio quando il drone colpisce la nave. Nel pomeriggio sui canali Telegram sono circolati altri video nei quali si vede la nave da guerra russa inclinata e rimorchiata vicino a una base navale del Mar Nero. Secondo la Cnn, che ha raccolto la testimonianza di una fonte ucraina, «a seguito dell’attacco, la nave ha subito gravi danni e non è in grado di navigare». Il portavoce della società Transneft che gestisce il porto attaccato, Igor Demin, all’agenzia di stampa statale russa Tass ha detto che «dopo l’attacco notturno, il traffico nell’area portuale è stato temporaneamente interrotto per decisione della capitaneria di porto. Il traffico delle navi è ora ripreso. Non ci sono danni alle infrastrutture o ad altre strutture portuali». Le autorità militari russe hanno invece detto «di aver respinto l’attacco di droni marini», circostanza smentita dal video della Cnn. Per Andrey Yusov, portavoce dell’intelligence ucraina, gli eventi di Novorossiysk sono un «grande schiaffo per il regime di Putin». A Rbc-Ukraine ha aggiunto che «in termini di sicurezza, ovviamente, questa è una grande perdita per la flotta degli occupanti e per la pianificazione di ulteriori operazioni di sbarco. L’uso di queste navi diventa più problematico, e questo è un fattore serio che gli occupanti terranno in considerazione». Anche i russi stanno attaccando con i droni i porti ucraini sul Danubio e secondo l’aggiornamento quotidiano dell’intelligence britannica questo è stato fatto nel tentativo di fermare il commercio internazionale attraverso questi porti. Gli 007 britannici sottolineano che i droni kamikaze russi hanno colpito obiettivi a una distanza di 200 metri dal confine rumeno, «suggerendo che la Russia ha sviluppato la sua propensione al rischio per condurre attacchi vicino al territorio della Nato». Le forze russe hanno lanciato droni kamikaze iraniani Shahed contro i porti ucraini di Izmail e Reni, sul Danubio lo scorso 24 luglio, suscitando condanne da parte di Bucarest. Poi Izmail è stata nuovamente colpita il 2 agosto in un attacco di droni che ha causato danni significativi alla sua infrastruttura, danneggiando o distruggendo un elevatore del grano, magazzini di cereali, edifici amministrativi, un container in uno dei terminali di carico e distruggendo oltre 40.000 tonnellate di grano. Gli attacchi ai depositi di grano erano stati commentati anche da papa Francesco, che durante l’Angelus aveva dichiarato: «Non cessiamo di pregare per la martoriata Ucraina dove la guerra distrugge tutto, anche il grano, e questa è una grave offesa a Dio perché il grano è dono suo per sfamare l’umanità». Sul fronte diplomatico va registrato il summit che inizia oggi a Gedda, in Arabia Saudita, nel quale si parlerà del conflitto russo-ucraino. Secondo il Wall Street Journal la Cina invierà all’incontro in Arabia Saudita Li Hui, Rappresentante speciale per gli affari euroasiatici. Il summit al quale non è stata invitata la Russia, riunirà i consiglieri politici di oltre 30 Paesi: saranno presenti alti funzionari dell’Ue, dei Paesi G7 e dei Paesi Brics. In Arabia Saudita i consiglieri politici dei Paesi partecipanti proveranno a registrare dei passi in avanti rispetto alla riunione di Copenaghen, che fu peraltro segnata dalla contemporanea rivolta in Russia organizzata dalla Compagnia militare privata Wagner. Mentre nella giornata di ieri il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, parlando con i giornalisti dopo la preghiera del venerdì in una moschea di Istanbul si è augurato che Vladimir Putin possa recarsi in visita ufficiale in Turchia, durante il mese di agosto. Infine, è arrivata l’unica buona notizia dall’Ucraina: l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che ha ottenuto l’accesso ai tetti dell’impianto e ai locali delle turbine della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia (sotto il controllo russo), afferma in un comunicato che «non ha rilevato presenza di mine o esplosivi nel sito».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/droni-navali-ucraina-2662784869.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="niger-fallisce-la-missione-ecowas-la-guerra-in-africa-e-piu-vicina" data-post-id="2662784869" data-published-at="1691224783" data-use-pagination="False"> Niger, fallisce la missione Ecowas. La guerra in Africa è più vicina «Di fronte all’atteggiamento disattento della Francia e alla sua reazione alla situazione, il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria ha deciso di rottamare gli accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa con questo Stato». Questa la dichiarazione di uno dei golpisti alla televisione nazionale del Niger ieri mattina. La Francia ha reagito e ha preso atto della decisione dei golpisti, sottolineando che «solo le legittime autorità nigerine sono in grado di rompere questi accordi. Queste autorità sono le uniche che la Francia, come tutta la comunità internazionale, riconosce». Poco prima, un rappresentante dei golpisti aveva denunciato vari accordi militari conclusi da Niamey con la Francia, in particolare per quanto riguarda lo «stazionamento» del distaccamento francese e lo «status» dei soldati presenti nell’ambito della lotta allo jihadismo. A due giorni dalla scadenza dell’ultimatum per ristabilire l’ordine dato dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) la tensione sale, tanto che la giunta nigerina ha dichiarato che risponderà immediatamente a qualsiasi «aggressione o tentativo di aggressione» nei suoi confronti da parte dei Paesi dell’Africa occidentale. «Qualsiasi aggressione o tentativo di aggressione contro lo Stato del Niger vedrà una risposta immediata e senza preavviso da parte delle Forze di difesa e sicurezza nigerine su uno dei membri del blocco, a eccezione dei Paesi amici sospesi (Burkina Faso e Mali, ndr)», ha detto uno dei golpisti. A questo proposito è opportuno ricordare che una delegazione di Ecowas è arrivata giovedì sera a Niamey per trovare una via d’uscita dalla crisi in Niger, ma i delegati sono ripartiti poche ore dopo senza aver mai incontrato il capo della giunta generale, Abdourahamane Tchiani. A Le Figaro uno dei membri della delegazione ha affermato che «gli inviati dell’Ecowas sono partiti nella notte tra giovedì e venerdì e non hanno visto né il capo dell’esercito che ha preso il potere la scorsa settimana, il generale Abdourahamane Tchiani, né il deposto presidente Mohamed Bazoum». Un chiaro segnale di come i golpisti non abbiano nessuna intenzione di tornare sui loro passi, mentre aumentano le pressioni internazionali per ripristinare il leader democraticamente eletto - il presidente Bazoum- i golpisti nigerini hanno anche annunciato la fine dei mandati degli ambasciatori in quattro nazioni. «Le funzioni degli ambasciatori straordinari e plenipotenziari della Repubblica del Niger» presso Francia, Nigeria, Togo e Stati Uniti «sono terminate», ha dichiarato uno dei golpisti alla televisione nazionale. La giunta golpista nigerina che ha scelto la strada dell’isolazionismo a poche ore dallo scadere dell’ultimatum, ha anche deciso per decreto di revocare il coprifuoco stabilito il 26 luglio, giorno del golpe. «Il coprifuoco stabilito dal 26 luglio 2023 è ufficialmente revocato da oggi», si legge nel decreto datato giovedì 3 agosto firmato in serata dal generale Tchiani, presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria. Più passano le ore alla scedenza dell’ultimatum e più sembra farsi concreta l’ipotesi di un intervento militare in Niger e tra i molti interrogativi c’è anche quello relativo ai soldati di Francia e Usa, due alleati del Niger - Paese tormentato da diversi anni dalla violenza jihadista - che stanno schierando rispettivamente 1.100 e 1.500 soldati. Che accadrà a loro? Resteranno in Niger o verranno evacuati? L’Isis e Al Qaeda sono spettatori. Non certo disinteressati.