2024-01-11
Draghi vede le aziende da super commissario
Mario Draghi (Imagoeconomica)
L’ex premier incontra i rappresentanti dell’industria dopo l’incarico di stilare un rapporto per la Von der Leyen. Lui si sfila ma si rafforzano le voci su un ruolo chiave in Europa. Intanto Macron tesse la sua tela per scegliere il nuovo capo del Consiglio.«È una riunione delle tante che teniamo nel corso di questo rapporto. Questa si tiene a Milano ed è con la Ert, che è l’associazione dei presidenti e degli amministratori delegati dei più grandi gruppi industriali europei. Quindi oggi è industria, e io ascolto». Sono queste le uniche parole di Mario Draghi raccolte dai giornalisti davanti alla sede milanese di Bankitalia, a due passi dalla Borsa, prima dell’ingresso dell’ex premier che ha incontrato i top manager europei riuniti dalla European round table for industry. Della delegazione hanno fatto parte il presidente della stessa Ert, che è anche al vertice del gruppo Vodafone, Jean-Francois van Boxmeer, il ceo di Solvay Ilham Kadri, il presidente della Titan Dimitri Papalexopoulos, il presidente di Siemens Jim Hagemann Snabe e il presidente di Ab investors Jacob Wallenberg. Tra gli italiani, oltre a Vittorio Colao, ex ministro dell’Innovazione tecnologica del governo Draghi, hanno partecipato solo i rappresentanti di tre associate: Eni, Techint e Cir. Fonti bene informate riferiscono però a La Verità che ieri Draghi ha in precedenza incontrato riservatamente anche i vertici di alcune partecipate statali tra cui l’Enel. L’incontro rientra nel lavoro sul rapporto sulla competitività che l’ex premier ed ex capo della Bce è stato incaricato di preparare dalla presidente della Commissione europea di Ursula von der Leyen lo scorso 13 settembre. Un compito che va di pari passo con quello di Enrico Letta, altro ex presidente del Consiglio, il quale sta lavorando a un documento sul mercato interno e la concorrenza.I risultati dei confronti con manager, amministratori delegati e imprenditori dovrebbero essere presentati subito dopo le elezioni europee. E con quel «oggi parliamo di industria, io ascolto», Draghi ha messo le mani avanti rispetto al significato politico della missione meneghina. Ovvero rispetto all’ipotesi che questi round di appuntamenti offrano anche l’occasione per sondare il consenso in vista di un possibile approdo di Draghi a Bruxelles come possibile presidente del Consiglio europeo. Nei giorni scorsi, il Financial Times ha steso un mezzo endorsement dell’ex banchiere centrale, in contrapposizione con l’ascesa dell’ungherese Viktor Orbán in seguito alla decisione di Charles Michel di dimettersi prima della scadenza. Voci, indiscrezioni, pressing. O forse una mera speranza come quella che, secondo alcuni osservatori, avrebbe Emmanuel Macron impegnato a tessere una tela in Europa con un piano: quando Michel lascerà il Consiglio Ue per puntare alla presidenza del Parlamento dopo le lezioni, Draghi potrebbe prendere il suo posto e Ursula von der Leyen restare al vertice della Commissione europea ma con Thierry Breton (oggi commissario per il Mercato interno) con più poteri e l’olandese Mark Rutte alla Nato. Solo suggestioni? Chissà. Il diretto interessato, cioè Draghi, ha finora smentito di avere il trolley pronto per il trasloco e per lui molti immaginano comunque un ruolo più influente, come quello a capo della Commissione. Di certo, al netto dei desideri veri o presunti dell’Eliseo, alla fine saranno gli elettori a decidere con il loro voto i nuovi equilibri (e magari chi entra in conclave Papa ne esce solo cardinale). Ed è vero che Macron si sta muovendo, tanto che ha incontrato lo stesso Draghi un mese fa. Così come bisogna ricordare che di solito i vertici dell’Ert si muovono per vedere i leader dei Paesi che stanno per assumere la presidenza semestrale dell’Unione europea. Nel frattempo, Super Mario «ascolta» e lavora come fosse un super commissario. All’uscita dall’incontro durato quasi tre ore nella sede meneghina di quella Bankitalia di cui è stato governatore, ha rilasciato un commento lapidario ai giornalisti che gli chiedevano come era andata: «Bene», ha risposto. Più loquace il presidente del gruppo Vodafone Van Boxmeer: «Si tratta di un’agenda molto corposa. Un equilibrio delicato, dovremo prendere molte misure in futuro. Siamo venuti per dare diversi input al professor Mario Draghi e al suo report. Ci ha ascoltati e ci saranno molti altri incontri. Il report è atteso subito dopo le elezioni europee. Si tratta della roadmap per la nuova commissione europea su come migliorare la competitività dell’Europa», ha detto. Sottolineando che «ci sono tante priorità, credo che la sfida più grande sia quella di avere successo nella transizione energetica, necessaria per combattere il cambiamento climatico, ma allo stesso tempo bisogna mantenere viva l’industria europea e competere con il resto del mondo, con l’America ma anche con la Cina, mantenendo il nostro livello di innovazione alto per garantire futuro all’Europa».Intanto anche a Roma la politica guarda con attenzione alle mosse e agli incontri milanesi dell’ex premier. E anche a chi sederà al prossimo giro di tavolo. Domani Draghi parteciperà al seminario di inizio anno dei commissari europei che si terrà a Jodoigne, nel Brabante Vallone, in Belgio, dove vedrà anche la Von der Leyen.