
Manovra europea per fregare chi ha vinto le elezioni: Enrico Letta, sconfitto nel 2022, spunta come «esca» alla guida del Consiglio Ue per convincere Fdi a stare in maggioranza. Mossa da respingere in tutti i modi: se non ascolta gli elettori, a che serve l’Unione?Nel 2018 gli italiani scelsero di mandare a casa il governo di Paolo Gentiloni, uno scolorito democristiano di sinistra che Sergio Mattarella aveva imposto a Palazzo Chigi, dopo la batosta presa da Matteo Renzi col referendum costituzionale. L’anno dopo la sconfitta, lo stesso Gentiloni fu spedito in Europa a rappresentare l’Italia come commissario con delega all’Economia. In pratica, bocciato a Roma dagli elettori, l’ex premier fu promosso a Bruxelles dalla nomenclatura dei partiti. Qualche cosa di simile è successa anche con Luigi Di Maio, che alle scorse politiche non è neppure riuscito a tornare in Parlamento, ma che dopo pochi mesi si è accasato quale rappresentante per gli affari europei in Medioriente. Adesso la storia rischia di ripetersi con un altro perdente di successo. Questa volta ad essere promosso in uno dei tanti stipendifici dell’Unione sarebbe Enrico Letta, colui che Giorgia Meloni ha battuto il 25 settembre di due anni fa e che a causa della sconfitta fu costretto a lasciare la guida del Pd. Da allora di lui si erano un po’ perse le tracce, nonostante occupi un posto a Montecitorio. Rari i suoi interventi, praticamente inesistenti le sue proposte di legge. Da quando è tornato sui banchi della Camera da deputato semplice, ha cofirmato cinque proposte di legge, tutte presentate da altri. Al punto che qualcuno già lo immaginava pronto a tornare a fare il Cincinnato a Parigi, come accaduto quando dopo averlo tranquillizzato con l’hashtag «Enrico stai sereno», Renzi lo fece sfiduciare dalla direzione del Pd. Ma, a sorpresa, invece di tornare alla guida di Science Po (infilandosi però anche in qualche consiglio di amministrazione, come ad esempio quello di Abertis), Letta starebbe lavorando per guadagnare un incarico di prestigio a Bruxelles, ovviamente sempre utilizzando l’internazionale socialista. A scoprire le trame ci ha pensato ieri il Corriere della Sera, rivelando che il nome più accreditato per il Consiglio europeo potrebbe essere quello dell’ex presidente del Consiglio. Una nomina che, se si verificasse, sarebbe l’ennesimo schiaffo in faccia agli italiani. Va bene che l’Europa è da tempo il refugium peccatorum di molti trombati, ma che il segretario di un partito costretto alle dimissioni dopo la sconfitta trionfi un anno e mezzo dopo grazie a una cooptazione del sistema sembra proprio una presa in giro degli elettori. A che serve sanzionare con il voto un partito o un leader politico se poi il soccorso rosso provvede a ripescarlo e per di più addebitandolo a chi lo ha bocciato? Perché è ovvio che se Letta fosse nominato in qualche posto a Bruxelles, l’Italia avrebbe meno margini di manovra per ottenere altri posti di rilievo. Se un tuo connazionale diventa presidente del Consiglio europeo difficilmente riuscirai ad ottenere non dico la presidenza della Ue, ma forse neanche un commissario di peso. Quando dopo la débâcle alle elezioni si parlò di un ripescaggio di Luigi Di Maio come collaboratore di Joseph Borrell, la preoccupazione di Giorgia Meloni fu che l’incarico non fosse a carico dell’Italia. Perché con un’Unione di 27 stati ogni posto che occupi non è gratis, ma ti viene fatto pagare. Dunque, Letta non soltanto sarebbe un altro esule di sinistra che trova accoglienza a Bruxelles, in barba a quel che pensano e votano gli italiani, ma sarebbe in pratica pure a nostro carico. Quando invece è evidente che dovrebbe stare a carico di altri, in particolare dei francesi. Quando Renzi si fece dare la campanella, mettendolo alla porta, Letta riparò a Parigi e strinse ottimi rapporti all’ombra della Tour Eiffel. Prova ne sia che oltre all’incarico universitario all’istituto per gli studi politici, fu nominato da Emmanuel Macron membro della commissione pubblica per la riforma dello Stato e della Pubblica amministrazione, mentre di recente, dopo aver perso le elezioni italiane, Charles Michel - che pur essendo belga risente degli influssi che giungono dall’Eliseo - lo ha incaricato di valutare il mercato unico per conto del Consiglio europeo.Insomma, in altre parole Letta sarebbe più in quota francese che italiana. Un motivo in più per sventare la manovra. Se il governo di Giorgia Meloni ha visto confermato il mandato dopo un anno e mezzo, in Europa ci deve essere chi lo rappresenta, non chi vi si oppone. Altrimenti a che serve chiedere il parere degli elettori. E soprattutto a che servono l’Europa e i Consigli europei.
Federica Mogherini e Stefano Sannino (Ansa)
- Presunte irregolarità nei finanziamenti al Collegio d’Europa, di cui l’ex ministro è rettore. Coinvolto un manager dell’istituto. Ma la Procura ha chiesto la revoca dell’immunità anche per altri sospettati.
- Stefano Sannino, capo del «ministero degli Esteri» europeo, si è sposato col compagno a Madrid e ha ricevuto premi per il suo attivismo pro Lgbt. Pure lui adesso è indagato.
Lo speciale contiene due articoli.
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier: «Adottarla su larga scala per colmare il gap con America e Cina».
Mario Draghi torna a sferzare l’Europa. Da quando non indossa più i panni del premier, non perde occasione per mettere in evidenza le fragilità di un’istituzione che da Palazzo Chigi magnificava in modo incondizionato. Al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini aveva parlato di una Ue «marginale e spettatrice» che «ha perso l’illusione di essere protagonista della scena internazionale» e delle necessità di «riformare la sua organizzazione politica». Ieri, con toni non meno polemici, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano, si è rivolto ai giovani parlando di nuove tecnologie. Sulle quali, attacca l’ex premier, l’Europa è indietro. La prospettiva è «un futuro di stagnazione se non sarà colmato il divario che ci separa da altri Paesi, nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale».
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Proposta di legge per chiedere una quota ai pensionati extra Ue I firmatari: «Equità». Negli Stati Uniti fino a 500 euro al mese.
Nella Francia di Macron i pensionati stranieri che sognano di trascorrere la loro vecchiaia al sole della Costa Azzurra potrebbero essere costretti a riconsiderare i loro piani. L’assistenza sanitaria gratuita potrebbe essere soppressa. Si fa cioè strada l’ipotesi concreta che i pensionati extracomunitari che attualmente beneficiano del sistema sanitario pubblico inizino a pagarne i costi.
2025-12-02
Su Netflix arriva «L’amore è cieco», il reality che mette alla prova i sentimenti al buio
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«L’amore è cieco» (Netflix)
Il nuovo reality di Netflix riunisce single che si conoscono senza vedersi, parlando attraverso cabine separate. Solo dopo dieci giorni al buio possono incontrarsi e capire se la sintonia nata dalle parole regge alla realtà.
L'amore è cieco, sulla cui locandina campeggiano sorridenti Fabio Caressa e Benedetta Parodi, dovrebbe portare con sé un punto di domanda: qualcosa che lasci aperto agli interrogativi, al dubbio, all'idea che no, l'amore possa avere bisogno di vederci benissimo. Lo show, il cui titolo rievoca la saggezza (presunta) popolare, cerca di provare empiricamente la veridicità del detto. Non è, dunque, un dating show canonico, in cui single stanchi della propria solitudine si mettano a disposizione di chi, come loro, voglia trovare una controparte per la vita.






