2022-09-01
Dopo le fiale avanzate Speranza spinge quelle più aggiornate: quarte dosi nel caos
Il ministro sdogana le nuove versioni annunciando l’ok dell’Ema. Chi ha appena ricevuto l’ultima, già passata di moda, si prepari.Roberto Speranza ha invitato «i soggetti fragili e gli over 60 ad avere un secondo richiamo del vaccino anti Covid», visto che oggi l’Agenzia europea del farmaco (Ema) autorizzerà la versione aggiornata di Pfizer e Moderna, adattata alle varianti Omicron. Il ministro della Salute, dunque, sta dicendo a quanti l’hanno ascoltato e si sono già fatti quattro iniezioni, che il vecchio farmaco è superato e arriva il nuovo. Tra qualche giorno, state certi che parlerà di quinta dose opportuna, perché fornisce una risposta immunitaria più forte del primo vaccino contro le varianti BA.1 e BA.4/5, e allargherà la platea dei vaccinabili ad altre categorie. Roba da organizzare una manifestazione di massa in Lungotevere Ripa, chiedendo che il ministro sia allontanato alla buon’ora, prima che ci pensino le elezioni e il nuovo governo. «Contiamo di avere già a metà settembre la disponibilità di nuovi vaccini aggiornati», ha dichiarato ieri il candidato del Pd, che pensa di confondere qualche elettore raccontando quanto gli sia stata a cuore la salute degli italiani durante la pandemia. Le «cure» sono state lockdown, green pass, diritti violati, mentre adesso va raccontando di aver voluto sì vaccinare la popolazione, ma offrendo pure cure domiciliari con gli antinfiammatori che invece nemmeno considerava nel suo primo, vergognoso quanto tardivo protocollo.Speranza vuole che tutti offrano il braccio al dio vaccino. Non una o tre volte, ma almeno quattro. Sarebbero meglio cinque, pensa, forse sei, perché le aziende farmaceutiche premono per fare autorizzare prodotti forse aggiornati, e chissenefrega se il sistema immunitario va in tilt con eccessive stimolazioni. Grottesco, a dir poco, è che il ministro della Salute prenda per fessi coloro che hanno risposto agli appelli, facendosi già convincere per la quarta dose in questi ultimi mesi. Adesso, queste brave persone che cosa devono pensare? Che hanno in corpo un farmaco superato, contro il virus originale (ceppo di Wuhan) non più in circolazione da tempo, con una protezione destinata a sparire prima dell’autunno e quindi si dovranno prenotare per terzo richiamo? Ma poi, con quale faccia tosta il signor ministro cerca di piazzare questi vaccini adattati, destinati a invecchiare a loro volta in pochi mesi? I bivalenti non saranno in grado di far fronte a nuove varianti. «Il virus muta ad alta velocità», ha dichiarato Ugur Sahin, amministratore delegato e cofondatore della Biontech. In un’intervista appena uscita su Der Spiegel ha detto che allo stato attuale «Omicron muta in continuazione. Questa diversificazione in sottolignaggi l’abbiamo vista anche con Delta, ma con Omicron è molto più accentuata. Pertanto la variante non sarà facile da eliminare». Ha poi aggiunto: «Un grande problema è il secondo meccanismo evolutivo, varianti che mutano fortemente e che sembrano uscire dal nulla. Non le possiamo prevedere perché il virus sembra inventarsi in continuazione ex novo». Non l’ha detto un no vax, ma il numero uno dell’azienda tedesca che ha messo a punto con Pfizer il primo vaccino anti Covid.Negli Stati Uniti, ieri sono state autorizzate le formulazioni aggiornate di Pfizer e Moderna contro Omicron 4 e 5. Secondo la Fda, i due prodotti che contengono due componenti di Rna messaggero (mRna) del virus Sars-CoV-2, uno del ceppo originale e l’altro comune ai lignaggi BA.4 e BA.5, vanno somministrati come booster almeno due mesi dopo la vaccinazione primaria o il richiamo già effettuato. Oggi, il comitato consultivo sui vaccini dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) si riunisce per formulare raccomandazioni sull’uso dei nuovi richiami. L’Italia come pensa di regolarsi? Secondo Sahin, non esiste una distanza temporale minima da rispettare dall’ultima vaccinazione con il vaccino «vecchio». L’ad di Biontech ha spiegato di non avere «valutato concretamente questo aspetto. Inizialmente, però, nei nostri studi avevamo una distanza di sei, otto mesi, dall’ultima vaccinazione. Persone che non si sono ancora infettate con Omicron, potrebbero avere dei vantaggi da un richiamo adattato a questa variante anche con un intervallo più corto». Lo scienziato è certo che l’Ema esprimerà al riguardo una raccomandazione. Lo faranno pure l’Agenzia italiana del farmaco, che il 5 settembre darà a sua volta l’autorizzazione per il nostro Paese, e il ministero della Salute, ma che cosa diranno a chi ha fatto la quarta dose questa estate? Dai sei, otto mesi di cui parla il numero uno di Biontech, non è che si possa ridurre della metà l’intervallo tra una vaccinazione e l’altra. E se in autunno dovessero arrivare nuove, più contagiose o aggressive varianti come le virostar continuano a gufare, il popolo del doppio richiamo inoculato tra giugno e agosto sarebbe pericolosamente esposto. Sempre che non venga esortato a porgere il braccio per la quinta volta, una vera mostruosità sotto il profilo scientifico e della quale dovranno assumersi ogni responsabilità Aifa e ministro della Salute.
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