2022-10-05
Dopo il Covid, il lockdown del gas
La risposta europea all’emergenza energetica? Mettetevi il maglione. Così molte famiglie rischiano di finire sul lastrico e molte imprese di chiudere. Ma Bruxelles sarà contenta perché potrà far implodere l’economia del continente e gestire la bolla dei debiti. Colpo di coda di Roberto Speranza: «Pronti a imporre le mascherine e limitazioni agli eventi».Per capire quello che ci aspetta è sufficiente dare uno sguardo a una fotografia che alcuni giornali hanno pubblicato ieri, a corredo di una cena riservata tra il presidente francese e quello tedesco. Nell’immagine si vede il cancelliere Olaf Scholz che se la ride, dopo aver staccato un assegno da 200 miliardi a favore dell’industria teutonica, e di fianco un contento Emmanuel Macron, che indossa un maglione a collo alto sotto la giacca. Niente cravatta, ma un più sportivo «dolcevita» è il messaggio inviato ai cittadini europei per esortarli alla «sobrietà energetica». No, non sto scherzando: secondo Repubblica l’abbigliamento del capo dell’Eliseo serviva proprio a questo, a mostrare il volto «caldo ed elegante della crisi». Del resto, qualche giorno fa è stato lo stesso ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire a inaugurare il nuovo corso, dicendo ai giornalisti che non lo avrebbero più visto con la cravatta, ma solo con una maglia a collo alto: «Penso che ci consentirà di risparmiare energia, dando prova di sobrietà», ha commentato l’uomo che tira i cordoni della borsa per conto di Macron.Dunque, se questa è la strategia per affrontare il caro bollette e la riduzione delle forniture di gas a causa della guerra in Ucraina, si capisce tutto il resto, ovvero anche l’inconcludente dibattito intorno al tetto per fermare gli aumenti. In Europa, quelli che contano, vale a dire la solita coppia composta da Monsieur le president e il Bundeskanzler di turno, non credono al price cap e per questo preferiscono mettersi la maglia di lana e se occorre anche il piumino, come ha fatto Elisabeth Borne. O meglio: desiderano farli indossare agli altri, in particolare a noi, che in questo momento (ma forse sarebbe meglio dire da sempre) in Europa siamo il vaso di coccio fra i vasi di ferro. Dai tempi delle risatine fra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel niente è cambiato. Adesso invocano la sobrietà energetica, dopo aver sollecitato quella finanziaria su Italia e Paesi del Mediterraneo, ma il discorso è sempre lo stesso: a Bruxelles decidono e altrove non solo si adeguano, ma spesso pagano il conto delle decisioni prese a Parigi e Berlino. In questa faccenda del costo dell’energia le cose stanno andando proprio così. La Francia si è messa al riparo e ora che i fiumi non sono più in secca e le centrali nucleari possono ripartire, Macron è un po’ meno preoccupato di prima, mentre la Germania, con aiuti per 200 miliardi, garantirà a imprese e famiglie non solo di passare un inverno tranquillo, ma anche di far guadagnare all’industria tedesca qualche punto di vantaggio. Potendo mantenere bassi i prezzi dell’energia per l’utente, la Germania tutela i propri cittadini, ma mette in croce quelli di Paesi come il nostro, i quali non solo si troveranno quest’inverno a saldare maxi-bollette più pesanti di quelle ricevute a settembre, ma dovranno anche subire la concorrenza delle imprese teutoniche libere dai costi.Per questo il presidente francese invita l’Europa (degli altri) a mettere il maglione. Con lo stop totale o quasi del flusso di gas russo, la riduzione delle esportazioni da parte di Oslo (che già ha guadagnato abbastanza e ora preferisce riscaldare case e imprese norvegesi) e l’instabilità politica di alcuni Paesi del Nord Africa (leggasi Algeria ed Egitto) si rischia di rimanere a secco. Anzi: al freddo. Altro che abbassare di un grado la temperatura per difendere la libertà dell’Ucraina, come ebbe a dire mesi fa Mario Draghi. Se la strategia per combattere la crisi energetica è ridotta all’invito a indossare la maglia pesante, il focolare domestico si trasformerà in una ghiacciaia e agli italiani rimarrà solo la libertà di battere i denti.Fino a ieri qualcuno pensava che nel peggiore dei casi avrebbe combattuto il gelo con la stufetta elettrica. Ma da quello che si intuisce non c’è alcuna scappatoia al lockdown energetico a cui le scelte dell’Europa ci stanno condannando. Grazie ai contatori intelligenti, le società energetiche potranno, per necessità o perché lo ordina il governo, abbassare la potenza erogata, limitando dunque i consumi. Quindi, anche chi, per sfuggire al freddo, pensa di rifarsi con le pompe di calore è sistemato. Da un lato le aziende erogatrici di gas potrebbero ridurre le forniture, limitando le ore di riscaldamento. Dall’altro, quelle che dispensano energia elettrica potrebbero spegnere la luce a comando o quanto meno limitare i consumi. Così la sobrietà energetica, quella che piace a Macron, sarebbe assicurata, insieme con i caldi ed eleganti maglioni. E per portarsi avanti, qualche società del settore ha già iniziato con i distacchi nei condomini in ritardo con i pagamenti. Chissà se alla fine, anche per le famiglie lasciate al buio ci sarà un don Bolletta che salderà il conto oppure se il miracolo vaticano sarà riservato solo a chi occupa le case. Come dice Roberto D’Agostino: ah, saperlo…
(Ansa)
«È bene che la magistratura, come io auspico, esponga tutte le sue ragioni tecniche e razionali che possono meditare contro questa riforma. Ma per l’amor del cielo non si aggreghi – come effettivamente ha già detto, ammesso, e io lo ringrazio, il presidente Parodi – a forze politiche per farne una specie di referendum pro o contro il governo. Questo sarebbe catastrofico per la politica, ma soprattutto per la stessa magistratura». «Mi auguro che il referendum sulla separazione delle carriere venga mantenuto in termini giudiziari, pacati e razionali e che non venga politicizzato nell’interesse della politica ma soprattutto della magistratura. Non si tratta di una legge punitiva nei confronti della magistratura, visto che già prospettata da Giuliano Vassalli quando era nella Resistenza e ha rischiato la vita per liberare Pertini e Saragat».
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L’ex viceministro e sottosegretario della Salute Pierpaolo Sileri (Ansa). Nel riquadro Marco Florio
Andrea Sempio, nel riquadro il padre Giuseppe (Ansa)