2025-01-31
Donnet promette sette miliardi ai soci ma sulle scalate vuole fare lo gnorri
L'ad di Generali, Philippe Donnet (Imagoeconomica)
L’ad di Generali presenta piano e dividendi 2027. Zero risposte circa l’Ops di Mps su Mediobanca. All’attacco sull’affare Natixis.«Siamo qui per commentare il nostro piano molto ambizioso». L’ad delle Generali, Philippe Donnet, ha usato questa risposta standard ogni volta che dal parterre dei giornalisti arrivava una domanda sulle partite calde che - direttamente o indirettamente - coinvolgono il Leone di Trieste. Nessun commento sull’offerta lanciata da Mps per Mediobanca, che delle Generali è il primo azionista. Nessun commento sulle divergenze con gli azionisti Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone. Nessun commento sui rapporti con il governo e con la politica dopo le critiche sull’operazione Natixis. Nessun commento sulle liste che verranno presentate per l’assemblea dell’8 maggio sul rinnovo del cda.Insomma, nel grande auditorium delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, a Venezia, dove ieri i vertici della compagnia hanno presentato il piano strategico non è stato possibile capire cosa pensi davvero Donnet dell’elefante nella stanza, ovvero della mossa senese su Piazzetta Cuccia che potrebbe cambiare gli assetti azionari e gli equilibri non solo del sistema bancario. Si può non rispondere ma è chiaro che il contesto ha un suo peso. Alcuni punti importanti del nuovo piano triennale battezzato Lifetime Partner sono quasi una polizza assicurativa per Donnet, che è già in campagna elettorale: nel periodo 2025-2027 Generali prevede di distribuire ai soci oltre 7 miliardi di dividendi cumulativi, circa il 30% in più rispetto al 2022-2024. Cui si aggiunge l’impegno a realizzare almeno 1,5 miliardi nel riacquisto di azioni proprie, compreso il piano di buyback da 500 milioni da avviare nel corso del 2025. Il piano punterà inoltre a una crescita della generazione di cassa, con flussi di cassa netti attesi superiori a 11 miliardi supportati da circa 14 miliardi di rimesse dalle controllate, e a una generazione normalizzata di capitale superiore a 14 miliardi in arco di piano. Sul tavolo dell’investor day di ieri c’era anche l’operazione da costruire con Natixis. Donnet ne ha difeso la ratio sottolineando che il cda, ha colto «un’occasione unica», che il closing probabilmente sarà attorno a gennaio 2026 e che l’operazione non ha nulla a che fare con la contestatissima cessione di Pioneer Investment, realizzata da un ceo francese, Jean Pierre Mustier, a vantaggio di una società francese, Amundi. «La creazione di valore è estremamente importante e, in aggiunta a questo, è un’unica opportunità di co-controllare un player così significativo. Non stiamo abbandonando il controllo», ha ribadito il numero uno di Generali, ricordando che Unicredit ha venduto Pioneer ad Amundi - e «questo è completamente differente, noi controlleremo il 50% della nuova entità. È importante capire come funziona. C’è molta confusione. In questo Paese sembra che la gente non veda la differenza tra la proprietà degli asset e chi li gestisce. Chi sono i proprietari? Le compagnie assicurative. L’asset allocation è decisa dal cda di Generali. Non abbandoniamo il controllo degli investimenti». Nei numeri del piano non ci sono quelli relativi all’effetto che avrà l’alleanza con i francesi che «si vedranno successivamente, dal 2028», ha spiegato Cristian Borean. Specificando anche che il Leone detiene circa 36,7 miliardi di Btp. Mentre l’ad Donnet, rispondendo alla richiesta di commenti sulla contrarietà di Caltagirone e Delfin, ha solo evidenziato che «l’accordo con Natixis è stato approvato dal board, così come il piano». Quanto all’assemblea di maggio e alla sua disponibilità a mantenere il timone della compagnia dopo quattro mandati, il manager francese ha usato una metafora sportiva: «Un quinto set? Sono in splendida forma».Ma come è stato accolto dal mercato il nuovo piano industriale delle Generali? Ieri in Piazza Affari il titolo del Leone ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,13% a 30,4 euro. Le azioni di Mediobanca hanno segnato un +0,66% a 15,9 euro. I soci di Piazzetta Cuccia che aderiscono al patto di sindacato si riuniranno il prossimo 19 febbraio per valutare l’Ops lanciata da Mps (ieri -0,13% in Borsa). Non si tratterebbe di una convocazione straordinaria, ma di una delle riunioni che i pattisti tengono ogni volta dopo l’approvazione della semestrale della banca d'affari milanese e dopo l’ok al bilancio annuale. Il prossimo 10 febbraio il cda di Mediobanca approverà i conti al 31 dicembre, che per l’istituto sono quelli del primo semestre dell’esercizio 2024-25. Nel frattempo, Mps potrebbe aver già presentato alla Consob il documento d’offerta con relativi dettagli, dando ai soci molti elementi in più per pesare la mossa del Monte dei Paschi.E a proposito del Monte, Il ceo di Mps, Luigi Lovaglio, ieri è volato a Londra per incontrare una serie di fondi e investitori istituzionali a cui spiegare il senso e la bontà dell’offerta di scambio su Mediobanca.