2023-07-20
Dj Tommy in società in Inghilterra con un fan di «Black lives matter»
Il giovane, indagato insieme a Leonardo La Russa per una presunta violenza sessuale, è titolare a Londra di una start up al fianco di un coetaneo con aspirazioni da produttore televisivo che studia a Cambridge.Ieri a San Fedele d’Intelvi nessuno sembrava conoscere più il ventiquattrenne dj Tommy Gilardoni e la sua famiglia. Anche se su Facebook quasi tutti i suoi amici provengono da qui. Il sindaco Claudio Pozzi ci ha spiegato che gli ci sarebbero voluti due o tre giorni per riuscire a contattare qualche familiare e anche il parroco, don Luigi, appena insediato e in fase di trasloco da Como, tramite la perpetua, ha spiegato che «non conosce ancora nessuno». L’unico ad aver inquadrato subito Tommy è il titolare di uno studio fotografico che, però, ha detto subito «il ragazzo non è qui», seguito da un «non posso aiutarvi».Va detto che l’inchiesta sulla presunta violenza sessuale ai danni di una ventiduenne sotto effetto di stupefacenti è un argomento molto scabroso e difficile da affrontare. Anche perché con Tommy è coinvolto anche il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, Leonardo Apache. Entrambi i giovani hanno spostato da alcuni anni il loro baricentro esistenziale a Londra, dove il primo lavora e il secondo studia.Ma investigando nella capitale britannica alla ricerca di notizie su Tommy, abbiamo scoperto un’informazione che potrebbe suonare come un curioso contrappasso. Infatti il dj da qualche tempo si dedica alle start-up e lo fa con un socio quasi coetaneo (un classe 1998) che sui social esprimeva un forte appoggio al movimento Black lives matter (Anche le vite dei neri contano), nato dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia statunitense e di certo non un punto di riferimento politico per i La Russa. Tommy, nell’archivio della Camera di commercio inglese, risulta direttore dal 2022 della Artful inc limited e, insieme a Luigi Spitalieri, sempre dal 2022, della Spitaleri e Gilardoni entertainment limited. Entrambe le ltd risultano domiciliate allo stesso indirizzo, in Seymour place. Si tratta di due start-up a responsabilità limitata, alle quali i due sembrano ancora non dare molta pubblicità: sul web non sembrano esserci siti promozionali e anche sui social le due aziende non sono presenti. Per la verità, però, Spitaleri, milanese trapiantato come Gilardoni a Londra, dopo il diploma d’istituto professionale al Maria Consolatrice di Milano ha continuato gli studi all’Hult international business school nel campus di Cambridge, sul suo profilo Linkedin l’ha fissata come attività principale. E si presenta come un aspirante storyteller e produttore di serie tv e film. Tra questi c’è Proxy, thriller movie prodotto da Ravenwood film e ispirato al romanzo di uno scrittore britannico pluripremiato. Ma si occupa anche di lungometraggi impegnati. Sempre sul suo profilo Linkedin scrive che è stato scrittore e produttore di Hustle&Heels, short branded film, un cortometraggio brandizzato che ripercorre la storia e il viaggio di Jen Scott e Jay Tav, fondatrici di una comunità per startupper. Nell’unico video presente sul suo canale Youtube dà voce proprio al movimento Black lives matter (le vite nere contano), impegnato nella lotta al razzismo. Pubblicizza il video con un post su Facebook accompagnato da queste parole: «Questo è il momento di cambiare. Questo è il momento di agire. Questo è il momento di parlare. Le vite dei neri contano. Dobbiamo entrare in una nuova era. Un’era di libertà razziale. Un’era di giustizia razziale. Un’era di uguaglianza razziale. Un’era senza razzismo». Poi i premi da promettente imprenditore: per il «miglior modello di business» concesso da Unicredit nel 2016 (quando Spitaleri aveva solo 18 anni) e, nell’ambito della stessa iniziativa, per essere stato valutato tra i cinque migliori amministratori delegati in competizione.Sulle sue foto di Instagram ci sono i like di Gilardoni: in una è ritratto di profilo, mentre guarda sognante la famosa Hollywood sign, la scritta monumentale sul Monte Lee che sovrasta Los Angeles; in un’altra, più datata (2020) è nel pieno di una festa a Capalbio. C’è un endorsement di Tommy anche sulla copertina, a caratteri tipografici da vecchia macchina da scrivere, di uno scritto firmato Spitalieri, forse un racconto, dal titolo Sharks and vicious cycle (Il circolo vizioso degli squali, ndr)». Tommy, invece, da quando vive a Londra sembra aver congelato i suoi canali social, che sono rimasti fermi al 2018, con ancora i like sulle pagine di un negozio di ottico, di un’azienda agricola che produce vini doc del Piave e di un ristorante in cui si suona live che offre come piatto forte la bistecca di vitello alla brace. «Lo conosciamo», dice la ragazza che risponde a telefono, «ma che io sappia non ha mai suonato qui da noi». L’unico che ieri ha preso le parti di Tommy, dopo papà Massimo Gilardoni, è uno zio, Marco: «Mio nipote è un ragazzo più che bravo, questa vicenda è tutta una balla».Ieri il difensore di La Russa jr Adriano Bazzoni ha incontrato il procuratore di Milano Marcello Viola, l’aggiunto Maria Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro. Il legale dopo il faccia a faccia ha dichiarato: «Sono tranquillo, di solito sono una persona prudente, ma in questo caso sono tranquillissimo». Gli inquirenti hanno fatto sapere al difensore di non avere fretta di interrogare il ragazzo perché prima c’è la necessità di raccogliere tutti gli elementi utili a ricostruire un quadro preciso, a partire dal contenuto del cellulare e dalle testimonianze. Nei giorni scorsi si è parlato di una ricerca attraverso parole chiave nella memoria del telefonino, ma l’orientamento degli inquirenti è quello di analizzare più materiale possibile. Il telefonino verrà restituito non prima della settimana prossima perché la copia forense sarà effettuata lo stesso giorno in cui verranno convocate le parti per l’inizio degli accertamenti tecnici irripetibili sullo smartphone.Nell’occasione anche La Russa jr e la presunta parte offesa potranno far partecipare un proprio consulente. L’obiettivo dei magistrati è di convocare anche l’altro indagato, Tommy. Per riuscire nell’intento gli inquirenti dovranno recapitare l’avviso di garanzia al giovane con l’invito a partecipare agli accertamenti. Ovviamente i pm avrebbero bisogno che anche il dj consegnasse il proprio telefonino. Ma per ora nessun avvocato si è presentato in Procura per prendere contatti a nome dell’indagato.