2024-02-07
Si rompe il freezer dell’università. Distrutti interi decenni di ricerca
Scandalo all’Istituto Karolinska di Stoccolma, la clinica che ospita il comitato del Nobel: un black out a Natale spegne i congelatori, nessuno se ne accorge per giorni. Perduti anche campioni usati per studiare la leucemia.Il Karolinska Institutet (Ki) di Stoccolma, sede dell’assemblea del Nobel, tra le migliori 50 università a livello mondiale e nella top ten delle università mediche in Europa, non ha tecnici che durante le festività controllino il funzionamento dei congelatori nei suoi laboratori. Così, incredibile ma vero, campioni di ricerca raccolti nel corso di decenni sono stati distrutti a causa di un malfunzionamento di un impianto durante le vacanze di Natale. Ne ha dato notizia lo stesso istituto, anche se con grande ritardo rispetto al disastro avvenuto. Tra il 22 e il 23 dicembre, nell’edificio Neo per la ricerca biomedica sperimentale presso il Campus Flemingsberg, adiacente all’ingresso dell’ospedale universitario Karolinska a pochi chilometri dalla Capitale, si è verificata un’interruzione nella fornitura di azoto liquido a 16 dei 19 serbatoi criogenici dove i campioni vengono conservati a temperatura fino -190° C. Possono resistere per quattro giorni senza azoto liquido aggiuntivo, ma nessuno si è accorto per tempo dell’avaria e sono rimasti senza per 120 ore, provocando così la distruzione di prezioso biomateriale. Il Karolinska ha una sola facoltà dedicata esclusivamente alle scienze mediche e sanitarie, nei suoi laboratori ci sono campioni di enorme interesse. Secondo Matti Sällberg, preside del campus meridionale dell’istituto, dove si trova Neo, non esiste una prima stima ma il black out avrebbe provocato danni per milioni di euro. L’ipotesi più probabile è che il valore dei campioni ormai inservibili raggiungesse i 40 milioni di euro. Quel che è peggio, però, è che non saranno più utilizzabili. Il dipartimento di medicina Huddinge è risultato quello maggiormente danneggiato dall’avaria, soprattutto i settori di ricerca di ematologia, endocrinologia e cardiologia, come riferisce la rivista medica Läkartidningen. Petter Höglund, capo del dipartimento, ha parlato di una quantità molto grande di materiale «di ricerca insostituibile» con campioni, linee cellulari e biomateriali raccolti nel corso di decenni. I laboratori «più colpiti sono quelli che fanno ricerca sulla leucemia, hanno raccolto campioni da pazienti per oltre 30 anni», ha precisato Sällberg. All’università è stata avviata un’indagine interna e l’incidente è stato denunciato alla polizia, per escludere un possibile sabotaggio. Rimane incomprensibile come un centro di eccellenza scientifica, dove dal 1901 ogni anno 50 professori selezionano il premio Nobel per la fisiologia o la medicina, non abbia il controllo totale dei sui laboratori. «Quando il flusso di azoto si è interrotto lo scorso 22 dicembre, è stato lanciato un allarme automatico, sia via email, sia via sms», ha spiegato a Läkartidningen Elisabeth Raschperger, ricercatrice e direttrice di Neo. Per poi aggiungere: «Un malfunzionamento dell’unità di allarme ha però fatto sì che i messaggi non funzionassero come avrebbero dovuto». Neo viene presentato come «il laboratorio del futuro», dove si svolge «ricerca sperimentale» in aree delle scienze mediche, tra cui l’invecchiamento molecolare, la biologia del cancro, i farmaci biologici e i biomateriali, la genomica funzionale, la biologia strutturale, la bioinformatica. La distruzione di materiale così prezioso è un’altra vicenda imbarazzante da spiegare per il Karolinska Institute, la cui reputazione è stata offuscata dal «caso Macchiarini», denunciato nel gennaio del 2016 dal documentario The Experiments, trasmesso in tre puntate dal canale televisivo pubblico svedese Svt. Classe 1958, laureato in medicina e chirurgia all’università di Pisa, dopo diverse esperienze all’estero il chirurgo svizzero di origine italiana Paolo Macchiarini entrò a far parte del Ki nel 2010, come visiting professor. Tra il 2011 e il 2014 effettuò interventi chirurgici per impiantare trachee artificiali, accolte come scoperte della medicina rigenerativa, ma «sei degli otto pazienti sono morti», riferì Science nel 2016, raccontando la complessa vicenda che ha dato lo spunto per la docuserie Bad surgeon, «cattivo chirurgo», su Netflix. Nel 2014, diversi colleghi sollevarono dubbi sul successo della tecnica. Il Karolinska avviò un’indagine per cattiva condotta, affidata al vicerettore dell’istituto, Anders Hamsten, che concluse che Macchiarini aveva commesso degli errori, ma non era colpevole di cattiva condotta. E l’università rinnovò di un anno il contratto al chirurgo come ricercatore senior. In seguito allo scandalo sempre più vasto, esploso con il documentario svedese dove si affermava che Macchiarini aveva condotto operazioni a Krasnodar, in Russia, impiantando una delle sue trachee di plastica in una donna che non era in pericolo di vita, quindi utilizzandola come cavia come riporta Nature, Hamsten si dimise dopo aver riconosciuto di aver gestito male l’indagine. Si doveva parlare di «cattiva condotta scientifica, che in parole povere significa frode nella ricerca», ammise in una lettera aperta al quotidiano svedese Dagens Nyheter. A febbraio del 2016 il Karolinska riaprì le indagini e interruppe la collaborazione con il chirurgo. Nel 2022 cominciò il processo, che si concluse con la condanna del «Bad surgeon» a due anni e sei mesi per violenza e lesioni private aggravate.