2025-01-06
Il disgelo tra Mogadiscio e Addis Abeba rafforza Erdogan
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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Prosegue la distensione tra Somalia ed Etiopia. E intanto la Turchia ne approfitta per consolidare la propria influenza sul Corno d’Africa. Il governo di Mogadiscio sta valutando la possibilità di ritrattare la sua decisione volta a vietare alle truppe di Addis Abeba di prendere parte alla forza multinazionale che si occupa di contrastare l’organizzazione jihadista al-Shabaab. La Somalia aveva infatti minacciato di espellere i circa 10.000 soldati etiopi schierati sul proprio territorio, se Addis Abeba non avesse rinunciato all’accordo, stipulato un anno fa col Somaliland, finalizzato a ottenere un accesso al mare. In base a questa intesa, l’Etiopia apriva alla possibilità di riconoscere formalmente il Somaliland stesso, che tuttavia la Somalia considera parte integrante del suo territorio. Erano dunque sorte delle tensioni significative, fin quando, poche settimane fa, Recep Tayyip Erdogan, aveva annunciato di essere riuscito a mediare una distensione tra Mogadiscio e Addis Abeba. Una distensione rispetto a cui iniziano già a registrarsi le prime conseguenze. «Dato che le questioni controverse tra Somalia ed Etiopia sono state risolte attraverso la Dichiarazione di Ankara, la Somalia è pronta a riconsiderare l'inclusione della Forza di difesa nazionale etiope nella prossima missione Aussom», ha affermato, pochi giorni fa, il ministro degli Esteri somalo, Ali Balcad. Insomma, man mano che la distensione tra Mogadiscio e Addis Abeba prosegue, Erdogan rafforza la propria presa sul Corno d’Africa. Una situazione che, più o meno sotterraneamente, preoccupa l’Egitto, il quale ha di recente affermato di voler «seguire da vicino» l’accordo mediato dai turchi tra Somalia ed Etiopia. Dall’altra parte, aumentando la pressione su al-Shabaab, il sultano rende indirettamente la vita difficile agli Huthi che, secondo quanto riferito dalla Cnn la scorsa estate, sarebbero stati in trattative con i jihadisti somali per fornire loro degli armamenti. Non solo. Rafforzando l’influenza sulla Somalia, Erdogan riesce a guadagnare anche una proiezione sul Golfo di Aden e, conseguentemente, sullo Yemen. Una situazione a cui probabilmente l’Iran non guarda con eccessiva simpatia. D’altronde, non è la prima stoccata che il presidente turco ha sferrato al regime khomeinista. Una ben più rilevante è stata quella di dare appoggio alla vittoriosa offensiva contro Bashar al Assad, che di Teheran era notoriamente il principale alleato mediorientale. Insomma, la tela che Erdogan sta tessendo nel Corno d’Africa si fa sempre più fitta. E potrebbe avere delle ampie ricadute a livello internazionale: sia per quanto riguarda il continente africano sia per quanto concerne lo scacchiere mediorientale.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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