2020-01-10
Disastri del nuovo scontrino elettronico. Moltiplica la carta e non si può riciclare
Con la nuova legge, i registratori stampano ricevute più lunghe del 28%. Le sostanze inquinanti aumentano (e con esse i costi).Le dimensioni contano, anche quando si parla di carta. Ne sanno qualcosa gli esercenti, e con loro anche noi malcapitati clienti, alle prese dall'inizio dell'anno con il documento commerciale (che non ha più valenza fiscale, ma servirà solo per eventuali resi e garanzie), discendente dell'ormai defunto scontrino, «ucciso» da quello elettronico. Che ormai tanto «ino» non è più. Per notare l'enorme differenza è sufficiente recarsi al supermercato, al bar sotto casa oppure al ristorante: in tutti i casi il registratore di cassa restituisce un papello ben più lungo rispetto al passato. Tanto per dare ai nostri lettori un'idea del cambiamento, noi della Verità abbiamo preso un documento commerciale emesso in questi giorni, contenente lo stesso numero di articoli (cioè 2), mettendolo a confronto con un tradizionale scontrino emesso l'anno scorso. Ebbene, lo scarto è notevole: si passa da 17,4 a 22,3 centimetri, che si traduce con un incremento del 28%. Tutta colpa del nuovo layout che prevede l'introduzione di nuove voci, quali il dettaglio delle forme di pagamento (bancomat, contanti, carta di credito), l'indicazione del resto e il dettaglio dell'Iva.Non si tratta però solamente di una questione estetica. Prima di tutto c'è il problema legato al rispetto dell'ambiente. Come si legge sul sito del Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (Comieco), realtà che si batte dal 1985 per lo sviluppo della raccolta differenziata e il riciclo degli imballaggi di carta, «gli scontrini fiscali sono composti da carte termiche e sostanze che reagiscono al calore e possono generare problemi nelle fasi del riciclo». Pertanto, anche se potrebbe sembrare logico, conferirli nel bidone della carta è assolutamente sbagliato. Una contraddizione in termini, ai tempi di Greta Thunberg e del feticcio del green new deal brandito dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal nostro premier Giuseppe Conte. C'è poi il punto interrogativo legato alle conseguenze per la salute. Da sempre la carta degli scontrini contiene bisfenolo A (Bpa), una sostanza - come si legge sul sito sito dell'Istituto superiore della sanità - in grado di «alterare l'equilibrio endocrino soprattutto nella fase dello sviluppo all'interno dell'utero e nella prima infanzia». L'Agenzia europea per le sostanze chimiche ritiene che il Bpa sia in grado di danneggiare la funzione riproduttiva e possa agire come un interferente endocrino. «A causa dei numerosi usi della sostanza, in campo alimentare e non, la popolazione è esposta al bisfenolo A», avvertono gli esperti dell'Iss, «in particolare il Bpa può passare in piccole quantità dai recipienti che lo contengono ai cibi e alle bevande, soprattutto se i materiali non sono perfettamente integri e sono utilizzati ad alte temperature». Nonostante nel 2015 l'Autorità europea per la sicurezza alimentare abbia rassicurato sull'assenza di rischi per i consumatori, per sicurezza la soglia massima è stata ridotta di dieci volte, e più di recente lo stesso ente ha disposto nuovi accertamenti sui dati tossicologici relativi al Bpa. Dal 1° gennaio l'Ue ha introdotto forti limitazioni all'uso della sostanza incriminata per la produzione di carta chimica, e per questo motivo molti produttori si sono adeguati, introducendo in commercio materiali «Bpa free». Ma il pericolo non può dirsi del tutto eliminato finché i vecchi materiali non finiranno al macero e le scorte di magazzino non saranno esaurite.Ma ricevute più lunghe comportano anche costi più elevati per i negozianti. Facendo un veloce calcolo, se consideriamo il documento commerciale da noi preso in esame (larghezza di 80 mm, con un costo medio per rotolo di circa 2 euro), un esercente che batte 100 scontrini al giorno si troverebbe ad affrontare un costo annuo compreso tra i 50 e i 100 euro in più. Cifre che ovviamente diventano significative se prendiamo in considerazione strutture come le catene di negozi oppure i supermercati, dove i punti vendita sono ben più numerosi. Una importante catena della distribuzione organizzata ha riferito alla Verità che l'impatto non è ancora quantificabile, ma in ogni caso già da diverso tempo le casse sono state impostate per stampare il documento commerciale in formato fronte retro. Per il futuro, poi, la volontà è quella di incentivare in misura sempre maggiore il ricorso allo scontrino digitale, anche se questa modalità solleva problemi di privacy non trascurabili. Nel frattempo, sui social si è scatenata l'ilarità sulla lunghezza delle nuove ricevute. «Ma è meraviglioso! Compri una confezione da un euro di caramelle al supermercato e alla cassa ti danno in omaggio mezzo metro di carta! Welcome to Italistan», scrive un utente su Twitter. Un altro, invece, pubblica lo scontrino con tanto di righello a fianco: «Il nuovo scontrino del caffè misura 13 cm. E l'Amazzonia, muta. #grinniudil». Scherzi a parte, la transizione al nuovo sistema sta causando più di un malumore, specie tra gli addetti ai lavori. Dal momento che la nuova normativa prevede la memorizzazione e la trasmissione telematica dei corrispettivi (il cosiddetto «scontrino elettronico»), gli esercenti sono obbligati a dotarsi di un nuovo registratore entro il 30 giugno di quest'anno. Lo Stato ha previsto un'agevolazione sotto forma di credito d'imposta per un massimo di 250 euro, ma i commercianti si lamentano. «Confcommercio ha messo in luce come i nuovi adempimenti si riflettano in un aggravio di costi sul bilancio aziendale e uno sforzo in più in termini di tempo, energie e competenze per restare in regola con la legge», ha ricordato Augusto Patrignani, presidente della sezione cesenate.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)