2018-07-13
Diritti e dignità non c’entrano nulla. Chi si oppone ai tagli lo fa per i soldi
Eliminare un privilegio odioso è anche un tentativo di ricucire il rapporto spezzato tra la politica e i cittadini Il vitalizio fu istituito alla vigilia di Natale 1954 dall’Ufficio che ora li ha aboliti. Quando tocca a Senato e Regioni? bisogno), l’abolizione dei vitalizi agli ex onorevoli è questo: il tentativo di ricucire un rapporto che si era spezzato. Perché quando i parlamentari votano per anni in silenzio provvedimenti che massacrano le pensioni di chi ha lavorato 40 anni, e poi però insorgono a difendere il «diritto acquisito» del vitalizio per chi ha lavorato in Parlamento 7 giorni appena, inevitabilmente fanno sorgere un sospetto nei cittadini. Il sospetto, cioè, che i rappresentanti dei cittadini non rappresentano più una beata mazza. Cioè stanno su quelle seggiole non per difendere chi li ha eletti. Ma soltanto sé stessi. Oggi è un giorno importante perché, abbattendo i vitalizi, si comincia ad abbattere quel sospetto. Per questo penso che opporsi al taglio sia sbagliato, almeno se davvero si ha a cuore la democrazia in Italia, e non solo il proprio portafogli. Si capisce, per l’amor del cielo: l’egoismo è un sentimento umano. A nessuno fa piacere vedersi togliere qualche spicciolo dal portafoglio, anche se è maturato in modo clamorosamente ingiusto, anche se non è essenziale per vivere perché magari si sta svolgendo un’altra professione o si prendono altre due o tre pensioni. Per cui tutte le proteste sono comprensibili. Però, vi prego cari onorevoli, non dite che lo state facendo per difendere i diritti degli altri, perché sapete benissimo che non è così. State difendendo solo i vostri interessi. Come avete sempre fatto. E poi, vi supplico, difendetevi come volete, ma evitate di seminare il panico fra i pensionati, come state facendo in queste ore. È vergognoso dire che si comincia dai vitalizi per finire a tagliare le pensioni delle vedove. Non è così, lo sapete benissimo perché i vitalizi, storicamente, non sono mai stati considerati pensioni, ma privilegi extra, come le auto blu o i viaggi in aereo gratis. Togliere le auto blu significa impedire agli italiani di comprarsi un’auto? Evidentemente no. Così tagliare i vitalizi non vuol dire tagliare le pensioni.È ovvio, si capisce, che pacta sunt servanda. Ma i patti devono essere leciti. Altrimenti non sono da conservare. Se io vado a truffare una vecchietta, e ingannandola le faccio sottoscrivere un accordo capestro, quando mi arrestano dicono che pacta sunt servanda? O liberano la vecchietta dall’obbligo di assolvere il contratto? Ecco: oggi gli italiani sono liberati da un patto scellerato che i parlamentari avevano fatto con loro stessi. A loro vantaggio. A nostra insaputa. E facendocelo pagare di nascosto per anni. Un’altra balla che si sente ripetere spesso, infatti, è quello del vitalizio come baluardo della democrazia, nobile istituto voluto dai padri costituenti per proteggere il diritto di tutti di fare politica. Falso. Fu introdotto alla vigilia di Natale 1954, mentre gli italiani erano distratti dal cenone, proprio con una riunione dell’Ufficio di presidenza della Camera. A porte chiuse. Ed erano così consapevoli che stavano facendo una porcata che un parlamentare, l’onorevole trentino Giuseppe Veronesi, si dimise denunciando l’atto indegno. Ora una delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera mette fine a quell’ingiustizia. Cosa c’è di più lineare? Del resto: se la famosa autodichia (cioè la possibilità del Parlamento di autoregolarsi) va bene per introdurre i privilegi, perché non dovrebbe andare bene per eliminarli? Molti dicono: sarebbe stata meglio una legge. Come aveva provato a fare Matteo Richetti (Pd) nella passata legislatura: approvata dalla Camera, fu bloccata al Senato. Invece la delibera dell’Ufficio di Presidenza ha un vantaggio: è immediatamente operativa. A novembre i 1338 ex parlamentari si vedranno decurtare l’assegno, zac, è fatta, non sono più necessari altri passaggi. L’unica cosa che può bloccare questo sacrosanto provvedimento sono i vostri ricorsi, cari ex onorevoli. E perciò io voglio proprio guardarvi mentre li presenterete. Voglio vedere con che faccia di tolla lo farete. Se avrete, poi, ancora il coraggio di guardare negli occhi i comuni cittadini. Voglio proprio sentirvi dire che il ricalcolo delle pensioni non si può fare. Voglio sentirvelo dire perché in realtà già oggi il ricalcolo avviene regolarmente senza che nessuno si sogni di presentare ricorso alla Consulta. E lo sapete per chi avviene? Per esempio per le anziane con la pensione minima, quando rimangono vedove: in quel momento incassano la reversibilità del marito, ma il loro assegno minimo viene decurtato. E se la reversibilità del marito supera i 5.800 euro l’anno (l’anno!) l’assegno sparisce. Qualcuno mi sa spiegare perché il ricalcolo va bene per la vedova che prende meno di 5.800 euro l’anno e non per l’ex onorevole Giuseppe Gambale che prende 8.455 euro al mese (al mese), da quando aveva 48 anni, mentre lavora da medico in un ambulatorio pubblico? Io non lo capisco. E penso che sia difficile da spiegare agli italiani. Dicono: ma così la gente si è fatta un progetto di vita e lo deve cambiare. Pofferbacco, che disdetta. Ci dispiace assai. Ma gli italiani che si sono messi a lavorare in fabbrica pensando di poter andare in pensione dopo 30 anni e invece non ci riescono nemmeno dopo 40? E quelli che arrivati alla soglia dell’agognato riposo si sono sentiti dire: devi lavorare ancora 5 anni? Per loro non vale il progetto di vita? Vale solo per gli ex parlamentari? Per carità, cari onorevoli, andate pure avanti, fate pure ricorso. Magari riuscirete pure a convincere i giudici. Magari alla fine la Corte costituzionale, che da sempre dei privilegi è culla, e che vede fra i suoi esponenti di spicco Giuliano Amato, uno che prima di essere nominato prendeva una pensione da 31.000 euro al mese, vi darà persino soddisfazione. Si sa che in Italia non c’è nulla di storto come il diritto. Ma sappiate che l’ingiustizia è così evidente che gli italiani non vi capiranno mai. Anzi, gli italiani si aspetterebbero che oggi, dopo la Camera, partissero subito i tagli dei vitalizi dei senatori e poi quelli degli ex consiglieri regionali. Se non lo faranno, se vogliono anche loro, come voi, alzare barricate e trincerarsi dietro i loro privilegi, facciano pure. Fate pure. Ma poi non lamentatevi se gli italiani continueranno a dire che la politica fa schifo.