
Cullarsi sulla sconfitta del Pd in Sardegna non basta. I due leader devono guardare alle europee e alla fine della legislatura costruendo un nuovo sistema politico. Facendo le attese riforme e smussando alcune rigidità.Le elezioni in Sardegna confermano quanto già detto dal Molise: Partito democratico e Forza Italia insieme sono poco oltre il 20 per cento dei voti; è il dato centrale. Oltre il 70 per cento dell'elettorato rifiuta quindi il vecchiume dei Berlusconi e dei Renzi, dei patti sulla testa dei cittadini, delle nebbie di Giorgio Napolitano. Lega e M5s sono il nuovo che dovrebbe avanzare, Pd e Fi il vecchio che dovrebbe morire. Qualcosa ridà invece fiato ai vecchi agonizzanti.Giuseppe Conte, la Lega e M5s, mentre sono al governo, devono chiedersi come arrivare alla fine della legislatura e qual è la prospettiva dopo le prossime elezioni politiche. In mezzo c'è la tappa delle elezioni europee e - non dimentichiamolo - fra tre anni le elezioni al Quirinale, quest'ultime governate da interessi esterni fin dalla morte di Aldo Moro. Che cosa fare?Matteo Salvini faccia della Lega un partito davvero nazionale. Sul suo sito il partito è tuttora Lega Nord e, ancor più grave, non c'è una sillaba a spiegare che cosa sia l'autonomia regionale da introdurre in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Questo consente al Pd di usare l'autonomia per pescare voti meridionali. Luigi Di Maio vigili sulla Tav. È un affare sbagliato? Certamente, se non altro perché a noi costa il doppio che alla Francia. La battaglia sulla Tav deve tuttavia cessare, se non si vuole distruggere la credibilità italiana. Si spieghi alla gente che cos'è successo, quanto hanno mestato i governi del Pd per favorire i francesi. La gente capirà, specialmente se si accerteranno le responsabilità dei funzionari della Farnesina e del Mise, per la Tav come pure per il tentativo di regalare pezzi di mare ai francesi. Occorre arrivare alle elezioni europee parlando a ragion veduta e con le idee chiare sugli obiettivi. Salvini e Di Maio alle prossime elezioni politiche saranno avversari senza possibilità di compromessi. Possono tuttavia collaborare lealmente per costruire un nuovo sistema politico. Se vorranno essere padroni della scena, devono quindi distruggere Pd e Fi. Devono agire con la stessa spietata lungimiranza di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, quando cancellarono il fascismo e la complice monarchia, col sostegno incondizionato del Quirinale. Conte, Salvini e Di Maio devono studiare da statisti, per trasformare definitivamente l'Italia. Non si cullino sull'ulteriore sconfitta del Pd. Daranno nuova vita agli agonizzanti del vecchio sistema, se non escono dalle paludi destra-sinistra, comunismo-anticomunismo, fascismo-antifascismo, Europa sì Europa no. La situazione più difficile, aspramente difficile, è di Luigi Di Maio, per l'imperio dei numeri elettorali e per la bussola politica del M5s spesso contraddittoria e confusa. È opportuno che il direttorio pentastellato capisca l'importanza di forgiare un nuovo bipolarismo che non esclude il M5s dal governo, al contrario di quanto accadde al Pci di Palmiro Togliatti.Le elezioni europee confermeranno i numeri molisani e sardi. Salvini intanto ha ben compreso che escludere il M5s dal governo significa gettarlo nelle braccia del Pd. Non aspettano altro, Napolitano, Fico e Berlusconi, per logorare Di Maio e lo stesso Salvini. Conte, Salvini e Di Maio dopo le europee mettano mano alla Costituzione; ridiano dignità e preminenza al Parlamento sovrano, calibrando le prerogative del Quirinale. Riformino la legge elettorale, stabilendo un quorum che ripulisca gli scranni parlamentari di tutti gli eteroprezzolati. Il Parlamento abbia un solo obiettivo strategico: unire il Paese da Nord a Sud, dalle isole alla terraferma, anche colpendo quanti hanno spogliato l'Italia e vorrebbero svenderla del tutto se ne avessero ancora l'opportunità. Il terzo fondamentale punto, il più arduo per Luigi Di Maio, è riformare la magistratura, separare le carriere, renderla davvero indipendente. Finora l'indipendenza dei magistrati s'è risolta in dipendenza dai partiti e da potentati di vario colore e nazionalità, come dimostrarono le connessioni fra consolato americano di Milano e Mani pulite, oltre alle recenti bizzarrie marittime, gradite a francesi e tedeschi. Il Parlamento cancelli l'autoreferenzialità del Consiglio superiore della magistratura e ponga in Costituzione il divieto di associazione fra magistrati.Tali riforme troveranno consensi fra quanti - anche magistrati ed elettori del Pd, di Fi e di Fdi - sono desiderosi di pulizia. Di Maio esiterà, è comprensibile, poiché i numeri per ora lo porrebbero all'opposizione. Tenga tuttavia conto che le elezioni al Quirinale fra tre anni potrebbero fornire un punto di rassicurante equilibrio, da trovare con la collaborazione di Salvini e Conte, dimostratisi affidabili e leali quanto lo stesso Di Maio. D'altronde, conferendo prerogative forti al Parlamento, si assicura così anche forte capacità politica all'opposizione. Quando gli elettori decideranno che il M5S è maturo per il governo, com'è naturale in un sano sistema bipolare, M5S entrerà a palazzo Chigi, se avranno consegnato il Quirinale a un inquilino davvero orientato all'interesse nazionale. Al contrario, di questo passo, M5s rischia di uscire del tutto dalla scena politica oppure di genuflettersi al Pd.Conte, Salvini e Di Maio hanno fatto moltissimo finora. Ora li attende la prova più grande: dimostrarsi statisti per entrare nella Storia, con l'umiltà e l'avvedutezza finora dimostrate. La fiducia degli italiani li premierà.
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