2018-11-14
I tedeschi insistono con la Troika (per l'Italia)
Il capo economista dell'istituto tedesco sul «Financial Times» prima elenca i danni inflitti ai nostri conti dall'austerità europea, poi avanza una soluzione peggiore del problema: consegnarci al fondo salva Stati, con la perdita definitiva di sovranità economica.Ambiguo e contraddittorio come gli antichi responsi della Sibilla cumana, il capo economista di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau, ha pubblicato ieri sul Financial Times un ampio commento sullo spigoloso negoziato tra Roma e Bruxelles. Titolo incoraggiante per noi («L'Europa deve trovare una grande intesa con l'Italia»), mentre il sottotitolo è già più cerchiobottista («Roma deve riformare, mentre Bruxelles dovrebbe accettare che l'austerità non è la risposta»). E in effetti l'articolo si muove tra questi due registri: per un verso una puntuale critica delle rigidità dell'Ue, e per altro verso un invito all'Italia a rimanere virtuosa. Tutto bene, dunque? Mica tanto, perché alla fine l'economista tedesco si lascia sfuggire la «soluzione», che sa di drammatica fregatura per l'Italia: e cioè l'attivazione del Fondo salva-stati, con relativo commissariamento politico. Ma procediamo con ordine. L'uomo di Deutsche Bank mette subito i piedi nel piatto: «Un'altra crisi del debito sovrano nell'eurozona è inevitabile a meno che l'approccio polemico della Commissione Ue al problema del debito italiano non lasci spazio a una maggiore cooperazione». E ancora: «L'incombente deterioramento della posizione italiana - dovuta a salita dei rendimenti dei titoli, rallentamento della crescita ed eventuale recessione - sta preparando la scena per un'ulteriore turbolenza sui mercati». Insomma, l'Italia come «trigger», come possibile innesco di una crisi. È un po' un'ossessione di Deutsche Bank, il cui centro studi, quattordici mesi fa, già descriveva l'Italia come l'epicentro di un imminente terremoto. La cupa profezia fu volantinata sempre dal Financial Times (articolo del 23 settembre 2017), ma com'è noto le cose sono andate diversamente. Si imporrebbe un po' di cautela, dunque. E per certi versi, Folkerts-Landau di cautela ne usa molta: tutta la prima parte dell'articolo smonta la «narrazione» anti italiana. «Contrariamente al diffuso pregiudizio», scrive, «l'Italia è un Paese frugale. Il suo eccesso di debito è un'eredità che viene da prima dell'ingresso nell'euro. Da allora, l'Italia ha avuto avanzi primari quasi ogni anno. E il nuovo indebitamento è stato usato per pagare gli interessi, non per finanziare spesa». Il contrario della consueta caricatura tedesca degli italiani scrocconi e spendaccioni. Il capo economista prosegue attaccando la logica dell'austerità Ue: «La politica di riduzione del debito attraverso politiche fiscali restrittive, e contemporaneamente implementando dolorose riforme strutturali, ha fallito rispetto alla crescita. L'Italia è in stagnazione. La sua economia è cresciuta solo del 7% negli ultimi 20 anni, contro il 40% in Spagna e il 30 in Francia e Germania». Folkerts-Landau continua come un feroce critico della linea di Bruxelles, riconoscendo che «l'abbassamento degli standard di vita ha radicalizzato l'elettorato italiano». Quindi la via da percorrere è una riduzione di ciò che l'Italia spende per il servizio del debito, e questo creerebbe spazio per la crescita senza incrementare deficit e debito. Poi, all'improvviso, la torsione, il salto logico. Folkerts-Landau spiega che «è l'Esm (European stability mechanism: il Fondo salvastati) che deve essere coinvolto». Qui l'uomo di Deutsche Bank cerca di indorare la pillola: «Sarebbe un voto di fiducia sul potenziale di crescita dell'Italia e innescherebbe una caduta nei rendimenti e nel costo del servizio del debito». Ma poi, nascosta in un'elegante perifrasi, la sostanza: «L'Italia deve accettare che miglioramenti duraturi della crescita non saranno raggiunti senza riforme strutturali». Traduciamo volgarmente: l'intervento dell'Esm implica l'accettazione di un pilota automatico, di un pacchetto di misure da ingoiare come un'amara medicina. E qui sta la contraddizione: prima Folkerts-Landau descrive un'economia sana, con i fondamentali a posto, e semmai danneggiata dall'austerità Ue; poi però chiede il commissariamento dell'Italia. Ma se il paziente è sano, perché lo devi ricoverare?Per parte nostra, ne traiamo tre conclusioni. La prima. Sono noti i problemi (non insolubili ma seri) di Deutsche Bank, tra esposizione in derivati e titoli tossici in pancia: è comunque interessante che il loro capo economista, consapevole di una situazione delicata in casa, non sembri voler accendere altri fuochi in giro per l'Europa, e sia interessato (sia pure con una soluzione da respingere) a un'intesa tra Roma e Bruxelles. La seconda: il governo italiano ha nuovi argomenti per respingere la linea dell'austerità del team Juncker-Moscovici. La terza: forse starebbe alla Banca centrale europea svolgere un ruolo attivo, chiarendo (come La Verità non smette di chiedere da quest'estate) se, una volta esaurito il calendario di acquisti del Qe, la Bce intenda prevedere nuove forme di garanzia per i titoli pubblici degli stati membri. Basterebbe un annuncio per domare qualunque principio di incendio.