2023-07-22
I dem ricominciano la caccia al segretario
Elly Schlein e Stefano Bonaccini (Imagoeconomica)
Stefano Bonaccini dice il contrario, ma vara la corrente che darà l’assalto alla fragilissima segreteria Elly Schlein. Il tiro al leader è sport tradizionale tra i piddini: al governatore i nostri auguri, perché combattere il nulla è un’operazione difficilissima.Ieri Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, ha annunciato la formazione della sua corrente all’interno del Pd, come avrebbe detto Gianfranco Fini: «Distinta e distante» dalla segreteria di Elly Schlein. Evidentemente il governatore emilianoromagnolo nonostante ampie dosi, supponiamo, di Maalox e di qualche calmante alle erbe, e nonostante i buoni propositi di convivenza con la suddetta Elly, come direbbero dalle sue parti, ormai ne ha piene le balle.Gli ordini monastici hanno tutti un motto. Non è difficile suggerirne uno per il Pd che fu coniato a suo tempo da Renzi, motto che vale sia per i presidenti del consiglio del Pd, sia per i segretari del Pd stesso. Il motto è: «Stai sereno», il sottinteso è: «Stai sereno che prima o poi prendi la via del duodeno (con fasi successive e conseguenti di espulsione)». È pur vero che un pragmatico vero emiliano doc come Bonaccini, proveniente da una terra ultra-produttiva, di grandi lavoratori, ma anche centro importante di cultura fin dal Medioevo, ecco, per intenderci, con una svizzera italiana come la Schlein, io credo che lo stesso governatore, più che non essere d’accordo con la linea della Schlein, non riesca proprio a capire quello che la Schlein dice, come del resto succede alla stragrande maggioranza degli italiani. Cioè, è una questione che potrei definire proprio antropologica, che riguarda l’approccio pragmatico-ideale di Bonaccini e quello utoppistico (nel senso di uno che mette le toppe)-ideologico della Schlein. In un certo senso la Schlein, più che essere utopica è topica, nel senso che di topiche ne ha fatte assai. Vorrebbe molto la legge sulla gestazione per altri, cioè l’utero in affitto, ci spera tanto ma il partito si oppone e una larga parte vuole votare no. Sull’invio delle armi in Ucraina, in Europa ha indicato il no, come voto, e in Italia hanno votato sì, premio Nobel per la coerenza. Prima sì e poi no al voto di sfiducia contro Daniela Santanchè, ministro del Turismo. L’unica cosa certa che ci rimane è l’uso dell’armocromista, il consulente per scegliere il colore degli abiti da 300 euro all’ora. D’altra parte, si racconta, si narra, che gruppi di popolo alle feste dell’Unità mentre mangiano cantano il seguente ritornello: «Elly, avessi un po’ dei tuoi soldarelli». Io ho l’impressione che, più che di un armocromista, Elly Schlein avrebbe bisogno di un armo-linguista che le insegnasse un linguaggio comprensibile ai più, di armo-contenutista che le trasmettesse dei contenuti un po’ più concreti, meno vaghi e più aderenti ai bisogni degli italiani, ci vorrebbe poi un armo-coerentista che le insegnasse che una volta affermato «a», se affermi poco dopo «b» e poco dopo ancora «c» l’ascoltatore non ci capisce più una mazza. Rilevo inoltre che il Partito democratico funziona in modo hegeliano secondo tre passaggi: la tesi, l’antitesi e la sintesi. Ecco, della triade hegeliana nel Pd manca sempre la sintesi. Vedete, nell’ultimo caso la Schlein è la tesi, da ieri Bonaccini l’antitesi e al posto della sintesi proposta dal buon vecchio Hegel avremo certamente un gran casino. Del resto, dopo le prima battute della Schlein l’aveva capito anche il criceto del mio vicino di casa che Bonaccini, di lì a poco, avrebbe subito un attacco di orticaria. Si sarà detto, fra sé e sé, il governatore Stefano: «Ma se questa la ascoltano in Emilia-Romagna il Pd non lo votano più neanche a spintoni. Parla della luna a gente che è abituata a lavorare la terra, o molto vicino alla terra». Del resto, il Pd fa sempre tutto da solo: fa, disfa, raccoglie il mucchio di cenere che rimane e riparte all’infinito. È stato così con Letta, con Renzi, con Franceschini, con Gentiloni, con Zingaretti. Si sono sempre fatti male da soli. Per avere informazioni più dettagliate citofonare a Prodi e chiedere informazioni su tale D’Alema. È un processo continuo di autodistruzione che, come ci dice il dizionario, «È una tendenza, più o meno consapevole, a danneggiare sé stessi». In altre parole, per far male a un altro, in questo caso la moglie, piccono la mia parte inferiore dell’apparato genitale. Coglione chi lo fa, coglione chi lo subisce. Tra l’altro, c’è poi il rapporto della Schlein (politico ovviamente) con Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle che potremmo chiamare un «rapporto andirivieni», che ci ricorda un po’ un famoso atto unico di Pasquale Festa Campanile che raccontava di quei due che si incontrano e il primo chiede all’altro: «Dove vai?», «All’Arcivescovado, e tu?», “Dall’Arcivescovengo”. Ecco, è un po’ così. Vorrei, non vorrei, vorrei ma non posso, vorrei ma non ora, vorrei un po’ sì e un po’ no, vorrei ma, vorrei se, e via cantando. Per ora il rapporto con i 5 stelle è stato tutto improntato, da ambedue le parti, tramite queste domande cui non ci è concesso di conoscere le riposte. Ho l’impressione che, compresa l’alluvione, Bonaccini si stia infilando in un guaio che, se non altro per l’inconsistenza dell’avversario, gli richiederà molto lavoro. Perché qui non si tratta di una guerra di contenuti ma di una guerra di uno (Bonaccini) contro una (Schlein) che dei contenuti conosce le vestigia o forse le ombre come l’uomo nella caverna di Platone. Auguri presidente Bonaccini, di tutto cuore. Ce lo ha insegnato Nietzsche, combattere il nulla è molto dura. Auguri comunque.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.