2023-05-28
Per gli errori degli ex vertici Agea il debito pubblico salirà di 1,5 miliardi
A causa delle irregolarità dell’agenzia che eroga i fondi Ue agli agricoltori, Bruxelles ci chiede di restituire i premi. Ci sono 300.000 domande dei produttori inevase. Il nuovo management vara il piano digitale di rilancio.Un miliardo e mezzo di euro di potenziale debito pubblico. È l’eredità che i nuovi vertici di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), nominati nel novembre scorso, si trovano a raccogliere dalle precedenti gestioni. A causare il rischio di questo gigantesco buco nelle casse dello Stato, sono le «rettifiche finanziarie», ossia il mancato riconoscimento da parte della Commissione europea dei premi erogati a causa di carenze e irregolarità riscontrate nel sistema di gestione e controllo. Per il periodo tra il 2016 e il 2019 la cifra contestata da Bruxelles all’Italia è circa 500 milioni di euro. Ai quali, spiegano da Agea in una nota, va aggiunta «una ulteriore proposta di correzione finanziaria da parte della Commissione europea per gli anni 2017/21 di circa 1 miliardo di euro». In totale fa circa 1,5 miliardi di euro. Quella delle contestazioni dell’Ue non è però l’unica criticità che Agea dovrà affrontare. Sul versante della domanda unica, cioè la misura che contribuisce al sostegno del reddito dell’agricoltore, dal 2015 ad oggi sono andati perduti 30 milioni di euro per istruttorie non concluse o concluse con anomalie o per mancata registrazione dei debiti da compensare. Complessivamente le domande non pagate sono circa 300.000. Per gli interventi dello sviluppo rurale da realizzare sulle strutture agricole e per l’acquisto dei macchinari, i mancati pagamenti dal 2015 al 2022 ammontano a circa 390 milioni di euro che 5.620 agricoltori non hanno incassato. Il mancato introito medio per ogni agricoltore viene calcolato da Agea in circa 70 mila euro. Criticità sono state rilevate anche sul versante della Gestione del rischio, ovvero le misure legate al rimborso di quota parte delle polizze assicurative. In questo caso il deficit dell’Agenzia ammonta a circa 9 milioni di mancati pagamenti di misure comunitarie e oltre 700 mila euro dalla misura nazionale. Anche il settore dell’Ocm (organizzazione comune del mercato), a supporto delle azioni promozionali a favore dei settori del vino, olio e frutta, rilevano le stesse criticità. Insomma, nel complesso, cifre da capogiro. Che hanno portato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il nuovo direttore di Agea, Fabio Vitale, a mettere in atto una importante riorganizzazione dell’agenzia, a 5 anni dal tentativo, contestatissimo, portato avanti tra il 2017 e il 2018, dal governo Gentiloni (anche mentre l’esecutivo era in carica per l’ordinaria amministrazione dopo le elezioni politiche di cinque anni fa e con le consultazioni per la formazione del nuovo governo in corso), nonostante le critiche mosse al provvedimento in commissione Agricoltura della Camera dallo stesso relatore, Nicodemo Oliverio (Pd), che nella sua relazione introduttiva al decreto aveva affermato che il provvedimento contiene «molte criticità» e, pertanto, sarebbe servito un «ripensamento complessivo». La riforma del 2018 era sta bocciata anche dalla Conferenza Stato-Regioni. Che invece, il 24 maggio scorso, ha dato parere positivo al decreto del ministero dell’Agricoltura, sulla «riorganizzazione» di Agea e sul «riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare».Un rilancio che, nelle intenzioni del nuovo management, dovrà passare innanzitutto attraverso un radicale cambio delle modalità operative della struttura amministrativa, attraverso il potenziamento dell’infrastruttura informatica, per arrivare progressivamente ad essere sempre più in grado di rispondere in tempo reale alle esigenze degli agricoltori. Nei piani dell’Agenzia anche l’aumento del controllo sui fenomeni illeciti dai quali scaturiscono le frodi, nonché verifiche in tempi rapidi sulla correttezza dei pagamenti, al fine di evitare di subire ulteriori pesanti rettifiche finanziarie da parte dell’Ue. Al primo posto tra i più importanti obiettivi strategici di rilancio Agea indica la necessità di «ricostruire l’ufficio dedicato alla gestione della trentennale questione delle quote latte», la normativa comunitaria in vigore fino al 2015, vera e propria spina nel fianco nel rapporto tra gli imprenditori del comparto e le istituzioni europee, costata all’Italia multe per oltre 4 miliardi di euro, anche in virtù del fatto che al nostro Paese erano state assegnate quote latte inferiori a quanto veniva già prodotto. Al secondo posto tra gli obiettivi un tema che l’alluvione che sta flagellando l’Emilia Romagna, rende di stringente attualità: «Pagare in tempo reale le imprese che hanno subito danni in agricoltura». Prevista anche la reinternalizzazione dei processi che sono stati oggetto di outsourcing dalle precedenti gestioni, «con costi esorbitanti per le casse pubbliche», valorizzando le risorse interne. Altro obiettivo è l’introduzione di sistema di «pianificazione e controllo di gestione», anche al fine di poter verificare le possibili omissioni, negligenze e responsabilità interne. Sul fronte tecnologico è prevista anche la costruzione di una piattaforma nazionale che sia in grado di interloquire direttamente con gli agricoltori, i partner, tutti gli Organismi pagatori regionali. La stesura del nuovo statuto è in corso di definizione, ma tra i punti fermi della riorganizzazione è già previsto che, per portare avanti il processo di innovazione tecnologica, venga creata una quarta direzione dedicata ai servizi di information tecnology. È confermato che nel nuovo statuto sono previste all’interno degli uffici Sigc e non-Sigc due rispettive sezioni “dedicate” al supporto delle Regioni di competenza dell’organismo pagatore Agea. La piattaforma informatica sarà affiancata da un sistema di punti utenti da realizzare presso gli assessorati regionali per canalizzare i problemi territoriali che investono il sistema agricolo. Previsti anche investimenti nel comparto delle risorse umane e nella formazione specialistica, con un piano di assunzioni e di formazione «proporzionale al ruolo strategico dell’Agenzia nel comparto agricolo». Nel commentare la riorganizzazione Vitale ha evidenziato come «tale intervento organizzativo, superando la precedente distinzione per settori agricoli merceologici degli uffici» consenta «di efficientare e semplificare il processo di presentazione delle domande di pagamento, con notevoli vantaggi operativi e gestionali in termini di controlli, tempi di pagamento, di costi e di trasparenza nelle attività di rendicontazione verso l’Ue».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)