2019-11-04
De Luca ha nostalgia di Lotta continua e vorrebbe i leghisti in cura psichiatrica
A processo da No Tav per istigazione a delinquere, lo scrittore invocava il libero pensiero. Ora chiede il Tso per chi vota Matteo Salvini.Qualche giorno fa, su Repubblica, il romanziere Erri De Luca si è sentito in dovere di dare qualche lezione a Matteo Salvini e agli italiani che lo votano. A suo dire, tutti coloro che parlano di invasione migratoria sono senza dubbio razzisti: «Il razzismo», ha scritto De Luca, «induce a credere che da noi ci sia un'invasione di stranieri, mentre il fenomeno è perfettamente opposto». Chiaro, no? Chiunque osi opporsi all'immigrazione di massa è un pericoloso intollerante, uno xenofobo. Anzi, un disturbato mentale. «Il razzismo», ha pontificato lo scrittore, «è pertanto un disturbo della percezione e nuoce gravemente a chi ne è affetto. Andrebbe adeguatamente curato presso le aziende sanitarie locali. Purtroppo qualche volenterosa spiegazione dei sintomi al paziente non basta e non giova». Il pensiero di De Luca non ha nemmeno il pregio della originalità. A suggerire di «curare», magari tramite la somministrazione massiva di ormoni, è stato - tra gli altri - anche il professor Gilberto Corbellini del Cnr, non più tardi di un anno fa. Sono in parecchi, fra i sedicenti intellettuali italiani, a pensarla in questo modo. Chi non condivide le loro opinioni politiche merita di essere seguito, sorvegliato (magari tramite la apposita commissione Segre), e quando possibile ridotto al silenzio. In alcuni casi, poi, si invocano misure più radicali, come la rieducazione o addirittura l'intervento farmacologico. Queste sono le brillanti idee dei maestri di tolleranza e di democrazia che il nostro Paese si ritrova. I quali si affrettano a invocare la censura per gli avversari ideologici ma, quando in gioco ci sono le loro chiappe, sono prontissimi a invocare la libertà di pensiero e di parola. De Luca lo ha fatto quando, alcuni anni fa, lo hanno rinviato a giudizio per istigazione a delinquere, dato che aveva invitato a sabotare i cantieri dell'alta velocità. In sua difesa, in quell'occasione, si levarono fior di intellettuali. Giusto: non si può processare un romanziere per il suo pensiero, per quanto estremo, anche se poi ci sono schiere di antagonisti No Tav pronti a mettere in pratica l'invito al sabotaggio. Il punto è che De Luca non è disposto a utilizzare con gli altri la tolleranza che pretende per sé. Per i razzisti e - va senza dirlo - i fascisti, egli chiede una bella cura Ludovico. Poiché chi non la pensa come lui è evidentemente colpevole di avere una errata percezione della realtà. A dirla tutta, però, ci sarebbe molto da ridire anche sulla «percezione del reale» dimostrata da De Luca. Sabato, a Lucca Comics, il romanziere ha presentato una delle sue ultime fatiche. Si tratta di una graphic novel pubblicata da Feltrinelli, realizzata assieme a Paolo Castaldi e Cosimo Damiano Damato intitolata L'ora X. Una storia di Lotta continua. La vicenda è ambientata a Taranto, nei primi anni Settanta. I protagonisti sono due giovani militanti: lei è una femminista tutta d'un pezzo, lui un compagno che scrive appunto per Lotta continua. I titoli e gli articoli del giornale fanno da sottofondo alla loro storia di amore e comunismo. Vediamo due idealisti, due eroi in lotta per avere un mondo migliore. Alcuni testi del giornale dell'epoca ci vengono ripresentati con emozione, ad esempio quello che recita: «Si avvicina il tempo in cui gli operai non prenderanno tra le mani le croci di legno, ma qualcosa di più solido: anche quel giorno le autorità e i padroni saranno addolorati, ma, una volta tanto, sinceramente e definitivamente addolorati». Ovviamente De Luca non fa alcun cenno alle conseguenze di questa retorica, non cita nemmeno per sbaglio la violenza politica, gli omicidi, la sorte del povero Luigi Calabresi e via dicendo. Si limita a raccontare quanto fosse bella e entusiasmante Lotta continua. Beh, a noi questa sembra un po' una errata percezione della realtà. Dunque - come Lenin, tanto per stare in argomento - ci domandiamo: che fare? Rivolgerci all'Asl perché prenda in cura il compagno De Luca? No, sarebbe inutile. Purtroppo «qualche volenterosa spiegazione dei sintomi al paziente non basta e non giova». Per cui ci limiteremo a provare un po' di pietà per lui. Ma poca. eh.
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