2024-05-31
Riprende la marcia del ddl sicurezza. Dalla Lega emendamenti contro l'emergenza integralismo islamico
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Finalmente qualcosa si muove attorno al ddl sicurezza, che il governo aveva licenziato alla fine dell'anno scorso e che contiene una serie di norme importanti per reprimere reati che stanno assumendo dimensioni e creando allarme sempre maggiore. Trattandosi di una legge ordinaria e non di un decreto, il provvedimento entrerà in vigore solo al termine del classico iter, ed è proprio questo fatto che sta determinando il procedere a rilento dei lavori. Il disegno di legge, infatti, giace presso le commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera sostanzialmente da sei mesi, complice l'intasamento parlamentare di decreti e la sessione di bilancio di novembre-dicembre scorso che lo ha tenuto ai box per i primi mesi.Questa settimana, però, il cammino della legge è ripartito e lo ha fatto non senza polemiche, data la sensibilità della maggior parte dei temi affrontati. Si è infatti arrivati alla fase della presentazione degli emendamenti, e alcune proposte di correzione avanzate dalla Lega hanno fatto salire di tono il dibattito, anche perché alcune non sono state ammesse, mentre altre sono state «ripescate dopo il ricorso dei deputati del Carroccio. Degli oltre 300 emendamenti presentati da tutti i gruppi, una cinquantina erano stati respinti per apparente estraneità alla materia del provvedimento, e tra questi 10 della Lega, dei 35 presentati dal partito di Matteo Salvini. Tra questi, c'erano l'introduzione del «reato di commercializzazione di prodotti con marchi o segni contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume» (vedi la cannabis light), l'istituzione del registro nazionale per gli Imam, l'istituzione dell’Autorità garante per la tutela delle vittime di reato e della «Giornata nazionale della legalità e in ricordo delle vittime del dovere». Inoltre, non era stata ammessa la richiesta di un Registro nazionale degli Imam, mentre sono stati prima respinti e poi riammessi gli emendamenti che prevedono la castrazione chimica per gli autori recidivi di violenza sessuale e l'obbligo di predicare in italiano per gli Imam. Ammessi da subito, invece, gli emendamenti per l'introduzione del reato di integralismo islamico, di estensione del daspo urbano e di aggravanti per i comportamenti violenti nelle proteste per l’esecuzione di opere pubbliche o di infrastrutture di interesse strategico. Il picco delle polemiche, però, è stato toccato quando la Lega ha presentato un subemendamento ad un emendamento governativo, che oltre al divieto della pubblicità della cannabis light prevede la reclusione da 6 mesi a 2 anni, e una multa fino a 20mila euro, per chi diffonde immagini che riproducano, anche in forma stilizzata, la pianta di canapa. Un'iniziativa che ha scatenato le proteste della sinistra, con tanto di flash-mob in piazza dei radicali e di magliette pro-cannabis di Avs. L'esame del provvedimento riprenderà dopo la pausa elettorale del Parlamento, prevista per la prossima settimana. La legge, come detto, prevede una stretta su tematiche di grande attualità, come le occupazioni abusive delle abitazioni, le truffe ai danni degli anziani, l'accattonaggio e i blocchi stradali.
Nel riquadro, il chirurgo Ludwig Rehn (IStock)
Non c’era più tempo per il dottor Ludwig Rehn. Il paziente stava per morire dissanguato davanti ai suoi occhi. Era il 7 settembre 1896 e il medico tedesco era allora il primario di chirurgia dell’ospedale civile di Francoforte quando fu chiamato d’urgenza per un giovane giardiniere di 22 anni accoltellato nel pomeriggio e trovato da un passante soltanto ore più tardi in condizioni disperate. Arrivò di fronte al dottor Rehn solo dopo le 3 del mattino. Da questo fatto di cronaca, nascerà il primo intervento a cuore aperto della storia della medicina e della cardiochirurgia.
Il paziente presentava una ferita da taglio al quarto spazio intercostale, appariva pallido e febbricitante con tachicardia, polso debole, aritmia e grave affanno respiratorio (68 atti al minuto quando la norma sarebbe 18-20) aggravato dallo sviluppo di uno pneumotorace sinistro. Condizioni che la mattina successiva peggiorarono rapidamente.
Senza gli strumenti diagnostici odierni, localizzare il danno era estremamente difficile, se non impossibile. Il dottor Rehn riuscì tuttavia ad ipotizzare la posizione del danno mediante semplice auscultazione. La ferita aveva centrato il cuore. Senza esitare, decise di intervenire con un tamponamento cardiaco diretto, un’operazione mai provata precedentemente. Rehn praticò un’incisione di 14 cm all’altezza del quinto intercostale e scoprì la presenza di sangue scuro. Esplorò il pericardio con le mani, quindi lo aprì, esponendo per la prima volta nella storia della medicina un cuore attivo e pulsante, seppur gravemente compromesso e sanguinante. Tra i coaguli e l’emorragia Rehn individuò la ferita da taglio all’altezza del ventricolo destro. Il chirurgo operò una rapida sutura della ferita al cuore con un filo in seta, approfittando della fase di diastole prolungata a causa della sofferenza cardiaca. La sutura fu ripetuta tre volte fino a che l’emorragia si fermò del tutto e dopo un sussulto del cuore, questo riprese a battere più vigoroso e regolare. Prima di richiudere il torace, lavò il cuore ed il pericardio con soluzione idrosalina. Gli atti respiratori scesero repentinamente da 76 a 48, la febbre di conseguenza diminuì. Fu posto un drenaggio toracico che nel decorso postoperatorio rivelò una fase critica a causa di un’infezione, che Rehn riuscì tuttavia a controllare per l’efficacia del drenaggio stesso. Sei mesi dopo l’intervento il medico tedesco dichiarava: «Sono oggi nella fortunata posizione di potervi dichiarare che il paziente è ritornato in buona salute. Oggi è occupato in piccole attività lavorative, in quanto non gli ho al momento permesso nessuno sforzo fisico. Il paziente mostra ottime prospettive di conservazione di un buono stato di salute generale».
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