2022-11-10
Dario Giacomini: «La lotta ai reintegri lede i diritti dei pazienti»
Il fondatore di Contiamoci: «Gli Ordini si sono prostrati al potere. E ora rifiutano di ammettere le loro colpe».Il dottor Dario Giacomini, presidente dell’associazione Contiamoci, in questi due anni ha lottato per la libertà di scelta dei sanitari sul vaccino anti Covid. Come sta andando il reintegro dei sanitari non vaccinati? «Si sta andando a macchia di leopardo. Ci sono Ordini che già il 2 novembre avevano provveduto a notificare la fine delle sospensioni, e nel giro di 48 ore i colleghi sono rientrati a lavoro, altre realtà invece hanno creato più difficoltà. A partire da certe Regioni, come Puglia ed Emilia Romagna»I reintegrati sono tornati alle loro mansioni originarie?«Alcuni non sono tornati agli incarichi precedenti all’allontanamento, in parte perché sostituiti da altri colleghi, specialmente per quanto riguarda infermieri, oss, tecnici»E i medici?«Non ho notizie precise su cambi di reparto. Ho però letto la circolare dell’Emilia Romagna, che dice chiaramente che «i soggetti che rientrano non devono essere posti in reparti Covid o con rischio maggiore di infezione» poiché si ritiene «non compatibile la condizione sanitaria del non vaccinato».Lo stesso di quanto deciso in Lombardia.«L’applicazione di queste direttive potrebbe impedire, ad esempio, a un ematologo, un oncologo o a un rianimatore di tornare tornare al proprio posto di lavoro. E questo è uno schiaffo al diritto alla salute del cittadino, specialmente vista la carenza di personale. Anche perché queste persone, durante la prima ondata e quando non c’erano i vaccini, avevano lavorato in quei reparti, con pazienti immunodepressi, con Covid, e non hanno contagiato gli altri. Ma, soprattutto le Regioni avverse a questo governo e la Lombardia, stanno mettendo i bastoni tra le ruote a una pacificazione che noi auspichiamo».Con un provvedimento che è inoltre irrazionale, non essendo i non vaccinati più contagiosi degli altri. «Assolutamente irrazionale. Ci sono diversi studi che mostrano come un soggetto plurivaccinato possa avere un indebolimento del sistema immunitario e quindi più facilmente andare incontro all’infezione».Al di là delle motivazioni politiche, che ragioni hanno Ordini e vertici ospedalieri a ergere ancora le barricate contro i colleghi reintegrati?«Beh, fare un triplo carpiato all’indietro vuol dire ammettere le proprie colpe. Ammettere cioè che le direttive eseguite finora erano assolutamente antiscientifiche, illogiche, contro i diritti costituzionali. Per gli Ordini, sarebbe come riconoscere di aver seguito la politica governativa, di essere stati ossequiosi. Ci siamo battuti molto contro gli Ordini professionali, perché son stati proni a qualsiasi richiesta del governo precedente. Ora che il vento forse è un po’ cambiato, cercano di difendere le loro posizioni». Filippo Anelli, presidente Federazione degli Ordini dei medici, auspica sanzioni verso i sanitari che «fanno propaganda antiscientifica in tv» o rifiutano di vaccinare i pazienti. Criteri molto arbitrari.«Si vuole negare il dibattito scientifico e ignorare il giuramento di Ippocrate, che prevede l’autonomia del medico nella ricerca della migliore terapia per il paziente. Ho visto addirittura, sulla pagina Twitter della Fnomceo, un’immagine dove c’è una foto di un ragazzo che si leva una maschera, con scritto “c’è chi del medico ha solo la maschera”. Così si presenta la Fnomceo. Che ha dichiarato guerra ai colleghi, rappresentando la parte dei professionisti più faziosa e legata all’establishment ».Negando di fatto un confronto quindi. «Esatto. Un altro esempio calzante sul mancato confronto: ieri il Corriere pubblicizzava un convegno dal nome Vaccini Covid, siamo stati tutti cavie?, riguardante le sperimentazioni dei vaccini. In questo convegno, spiccano i nomi di relatori quali Guido Rasi e Gianni Rezza. Il tutto con il contributo “non condizionante”, si legge, di Pfizer. È da chiedersi: non era evitabile l’abbinamento? Anche solo per buongusto».Tornando ai reintegri dei sospesi, alcuni giornali parlano di astio da parte dei colleghi vaccinati. Ma è davvero così?«No, son titoli roboanti. Sicuramente c’è una quota minoritaria di sanitari che vedono con disappunto il nostro ritorno nelle corsie. Certo, non c’è un giubilo per i reintegri da parte dei colleghi. Non hanno combattuto per noi prima, non lo fanno neanche adesso. Eppure tanti si son vaccinati obtorto collo, per non vedersi stroncare la carriera. C’è apatia, indifferenza, ma anche sollievo perché, con l’aumento di organico la situazione lavorativa è meno complicata».Prima parlava di pacificazione. Sarà possibile secondo lei?«Se chi soffia sul fuoco ancora adesso, continuerà, rischiamo di no». Invece lei e tutti gli altri sanitari sospesi, riuscirete a superare la discriminazione subita?«Come dissi già nelle piazze, durante le manifestazioni, noi non stiamo al gioco degli estremismi, che dividono la società in due schieramenti netti, come in una sorta di guerra civile. Noi di Contiamoci non abbiamo sentimenti di rivalsa nei confronti dei colleghi. Siamo fortemente in opposizione con le classi dirigenti, Ordini, ministeri, direttori generali. Ma non coi colleghi. Con loro speriamo di tornare a lavorare in armonia, nell’interesse soprattutto del paziente».