2025-05-31
Eventi avversi ai vaccini «spostati» di 20 anni
Altre incredibili rivelazioni dai «Pfizer Papers» (nel frattempo oscurati): Cdc e Fda hanno retrodatato al 2001 e prima ancora la registrazione di decessi ed effetti collaterali gravi in seguito alle iniezioni del 2021.«Potrei riempire questa sala di foto di persone morte a causa della vaccinazione Covid», ha dichiarato qualche giorno fa il senatore Ron Johnson riassumendo, dinanzi a un incredulo Senato americano, il contenuto delle 450.000 pagine di documenti ufficiali ottenute attraverso richieste di accesso agli atti «Foia», presentate da gruppi di medici e raccolte da Naomi Wolf nei suoi Pfizer Papers (che da ieri sono inaccessibili sul sito DailyClout). «Potrei riempire la sala», ha insistito Johnson, che nella precedente legislatura ha subissato di lettere l’amministrazione guidata dall’ex presidente Joe Biden per tentare di fare luce sulle inquietanti prove emerse da quei documenti degli archivi dei Cdc (Centers for Disease Control) e dell’Fda, oggi pubblicati sul sito della commissione parlamentare che indaga sulla truffa del secolo. Quelle carte raccontano come le autorità sanitarie statunitensi abbiano fatto ricorso alla più sfacciata creatività pur di occultare le prove che il vaccino contro il Covid non solo non funzionava ma poteva essere dannoso. È successo, ad esempio, che alcune segnalazioni di eventi avversi gravi siano state retrodatate di 20 anni, così il database, magicamente, non le ha associate alla campagna vaccinale globale del 2021. È bastato fare una ricerca nel Vaers Wonder Database per scoprire che il sistema di farmacovigilanza Usa, il Vaers appunto, controllato dai Cdc e dall’Fda, ha riportato migliaia di casi di eventi avversi «per vaccino Covid 19» in date prepandemiche, quando non esisteva né il Covid né il vaccino. Sono 112, ad esempio, quelle collocate temporalmente nel 2001 e no, non si è trattato di un refuso: i casi segnalati (tra i quali decessi e disabilità permanenti), sono stati effettivamente registrati con la data di vent’anni prima, forse per errore manuale, forse no; fatto sta che sono sfuggiti alla contabilità degli eventi avversi sui quali il Vaers doveva vigilare nel 2021.Secondo i dati illustrati, i casi di sfasamento temporale sono migliaia: 1.239 riportano date sbagliate e altri 73.671 sono registrati con date sconosciute che risalgono addirittura al 1900. I controllori se ne sono accorti incrociando i dati delle segnalazioni: una del «2001», ad esempio, riferiva il caso di un giovane di 39 anni, protocollato Vaers #1512205, che aveva sviluppato una trombosi venosa cerebrale dopo vaccinazione Janssen. La sua scheda riferisce che i sintomi sono insorti «7.405 giorni dopo l’inoculazione» e sono stati registrati a metà luglio 2021, combinazione negli stessi giorni in cui Fda annunciava sei casi di trombosi venosa. Altri incidenti del database Vaers riguardano le tecniche di inserimento dei dati, che dovrebbero essere standardizzate. Anche gli studenti di medicina più inesperti imparano sin da subito come si compila una segnalazione di evento avverso, attraverso un format facile e intuitivo: è parte fondamentale della pratica clinica quotidiana. Non si capisce, dunque, se i macroscopici errori del sistema americano, recepiti senza colpo ferire dalle due massime Agenzie sanitarie, Fda e Cdc, siano stati commessi da persone in carne e ossa o se sia stato «l’algoritmo» a prendere il sopravvento. Il risultato è che molte delle segnalazioni classificano nella categoria «Altro» la causa dei sintomi, anziché collegarla alla vaccinazione. Ciò è accaduto perché i soggetti sottoposti a vaccinazione hanno riportato più di un evento avverso simultaneamente. È il caso, tragico, di un giovane maschio sano di 20 anni, in Texas, vaccinato con Pfizer. Dal giorno stesso dell’inoculazione ha sperimentato l’insorgenza di insufficienza renale acuta, sanguinamento nel tratto urinario e nell’addome, versamento pleurico, infarti multipli nel cervello, sordità e acufene, miopericardite, aneurisma nell’arteria vertebrale destra e sintomi dermatologici (pustole e piaghe). «Il coinvolgimento di più organi è caratteristico di alcune malattie che seguono la somministrazione del prodotto (…) Bnt162b2», ossia Pfizer, si legge nel report, che definisce la condizione del giovane vaccinato come «Turbo Covax Disease». Il Vaers non ha tardato a segnalare che il ragazzo è ormai «permanentemente disabile», ma la natura della sua disabilità è stata classificata come «sconosciuta» e dunque inserita nella categoria «Altro».A fronte di oltre 13 miliardi di dosi di vaccino Covid somministrate nel mondo, quante centinaia di milioni di segnalazioni sono state sepolte dalla burocrazia della farmacovigilanza passiva e inefficace del Vaers, consentendo ai disinformati di continuare a ripetere che gli eventi avversi del vaccino Covid sono «pochi»? Il New York Times, già a febbraio del 2022, denunciava che «i Cdc non stavano pubblicando gran parte dei dati Covid che raccoglievano». E se il ministro della salute Usa, Robert Kennedy, è corso ai ripari, annunciando, insieme con il direttore dell’Fda, Marty Makary, un nuovo, enorme studio nazionale gold-standard sui danni da vaccino Covid, oltre a procedere a tagli del 10 per cento del personale dei Cdc (1.300 dipendenti licenziati), in Italia, complici i media, la situazione è rimasta ferma al medioevo pandemico. Il ridicolo slogan ancora oggi ripetuto nei talkshow è che «il vaccino è meno pericoloso dei farmaci da banco», affermazione facilmente contestabile se solo si consultasse il sistema di farmacovigilanza europeo Eudravigilance, che già a gennaio del 2022 riportava 1 milione 58.702 segnalazioni sul solo vaccino Pfizer in un anno, a fronte di 72.871 segnalazioni per paracetamolo (Tachipirina) e 9.034 per Viagra in vent’anni. Ma nessuno si è mai preso la briga di farlo.