2023-04-10
In Danimarca premiano i cacciatori. In Liguria i cinghiali arrivano fino al ristorante
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Mentre in Italia i cinghiali si presentano ai tavoli di un locale e i cacciatori devono fare i conti con pregiudizi e ideologie che ne limitano l'operato, in Danimarca l'Agenzia per la protezione ambientale ha elogiato i cacciatori per i progressi ottenuti nella gestione dei predatori invasivi.Il mestiere del cacciatore in Italia è reso sempre più complicato da ideologie e pregiudizi che ne limitano l'operato. Con il risultato che ritroviamo i nostri centri abitati invasi e aggrediti da specie proliferanti e fuori controllo., su tutti i cinghiali, a cui le strade e i cassonetti non bastano più per soddisfare la loro ricerca di cibo. Emblematico ed eclatante l'ultimo episodio avvenuto qualche settimana fa a Santa Margherita Ligure, dove la cena di due turisti stranieri in un locale all'aperto sul lungomare è stata interrotta dalla spiacevole visita di due esemplari di grosse dimensioni che hanno fatto capolino al tavolo del ristorante in riva al mare, mangiando direttamente dai piatti degli ospiti. «La situazione sta peggiorando rapidamente e si fa ogni giorno più pericolosa per cittadini e turisti. Urgono provvedimenti rapidi e puntuali prima che qualcuno si faccia male davvero» hanno fatto sapere attraverso una nota congiunta Luca Dalpian e Paolo Campocci, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Genova. «I cinghiali causano continuamente incidenti, spesso anche con morti e feriti» - prosegue la nota Coldiretti - «oltre a rappresentare un vero e proprio flagello per i campi e per le tavole. In Liguria, poi, al sovrappopolamento di ungulati si aggiunge anche il dilagare della peste suina africana, problema contro cui la nostra Regione lotta da gennaio 2022. Un anno di commissario non è servito a nulla, se non a fare una recinzione che, alla fine, si è anche rilevata inutile. Anche per questo, dal nuovo commissario ci attendiamo un cambio di rotta, ora più che mai necessario». Un cambio di rotta che, se si ha davvero intenzione di risolvere questo problema a livello nazionale, deve coinvolgere tutto il sistema caccia, con i cacciatori che devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare e adempiere al ruolo di «paladini del territorio», come sono stati definiti da una campagna portata avanti da Fondazione Una. In Italia i cacciatori sono ancora fortemente limitati sia da numerose regole restrittive, ma anche da un'ideologia animale-ambientalista portata all'estremo. Stando agli ultimi dati raccolti, sul territorio italiano a oggi si contano più di 2,3 milioni di cinghiali. Un proliferare che sta diventando giorno dopo giorno insostenibile, non solo per gli agricoltori costretti a fare i conti con danni ingenti ai loro campi e raccolti, ma anche per la sicurezza degli esseri umani.In questo senso, l'esempio virtuoso arriva da un Paese del Nord Europa, la Danimarca, dove i cacciatori hanno ricevuto un riconoscimento da parte dell'Agenzia danese per la protezione ambientale, l'equivalente dell'Ispra italiana, sui progressi ottenuti nella gestione dei predatori invasivi. Tutto questo grazie a un piano di gestione varato tre anni fa e portato avanti sulla base di adesioni volontarie di numerosi cacciatori e che ha riguardato la gestione di specie come visoni, martore e procioni, per limitarne l'impatto dannoso sulla biodiversità, in attuazione del regolamento Ue sulle specie invasive. Un concetto, quest'ultimo, che fatica a sfondare in Italia. Eppure in Danimarca sono stati raggiunti risultati molto importanti: per quanto riguarda i visoni, per esempio, si è arrivati a un dimezzamento della specie sul territorio; nel caso della martora si è passati al controllo numerico; per procione, invece, è stata messa in atto una misura di prevenzione in seguito alla continua crescita della popolazione tedesca che si sta diffondendo verso Nord in questi ultimi anni. Inoltre, l'Agenzia danese per la protezione dell'ambiente, considerata l'evoluzione dei dati sulla resa della selvaggina, ha ritenuto per il momento non necessario l'apporto di modifiche alla gestione delle tre specie in questione. L'Associazione venatoria danese che attraverso una nota ha spiegato: «Noi non regoliamo i predatori invasivi per il bene dello Stato, ma per il bene della nostra natura. E poiché anche in futuro le nostre opportunità di caccia devono basarsi su una base sostenibile, incoraggiamo tutti i cacciatori a considerare questa attività». Una visione della ciaccia e del ruolo del cacciatore da studiare e da cui prendere spunto.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.