2018-10-09
Dall’Antitrust sberla ad Autostrade: «Ok escluderla dalla ricostruzione»
Il segretario Filippo Arena: «L'urgenza giustifica i lavori senza gara». E a 55 giorni dal crollo del ponte Morandi i genovesi sfollati contestano Danilo Toninelli. Il ministro promette che il decreto «sarà migliorato», e invita la gente a «non contestarlo perché il decreto è scritto con il cuore e con la testa per Genova e consentirà al sindaco Marco Bucci di poter lavorare bene».La commissaria Ue ai Trasporti Violeta Bulc: «Pronti a fare la nostra parte».Giusto escludere Autostrade dalla ricostruzione del Ponte Morandi, ma non tutti i gestori. L'Antitrust si è espressa così, in audizione al Parlamento, sulla possibilità che dagli appalti per la ricostruzione siano esclusi le società concessionarie di strade a pedaggio. Questa soluzione «sotto il profilo della concorrenza, potrebbe giustificarsi solo con riferimento al concessionario della tratta autostradale interessata dai lavori, vale a dire Autostrade per l'Italia», precisa il segretario generale, Filippo Arena. In altre parole c'è il beneplacito all'esclusione di Autostrade e società collegate. Mentre sulla gara arriva l'assenso alla procedura del «dialogo competitivo». Che semplifica l'iter, dando la possibilità di evitare un'autentica gara per l'affidamento dei lavori per la realizzazione del nuovo ponte.Nel frattempo, anche anche la pazienza dei genovesi sta crollando. Gente che mugugna, ma abituata a rimboccarsi le maniche, che ha sempre lottato con un territorio ostile. Ci sono voluti 55 giorni dal collasso del ponte Morandi, 55 giorni durante i quali poco si è mosso in una città paralizzata e tagliata in due. Ieri, per la prima volta da quel 14 agosto che costò la vita a 43 persone, gli sfollati della Valpolcevera sono scesi in piazza per protestare. Ma con loro c'erano anche tanti altri: «Vogliamo impegni seri e concreti. Se non avremo risposte entro un mese torneremo in piazza e siamo pronti a bloccare la città». Hanno lanciato il grido d'allarme, composto ma disperato, nel giorno della visita a Genova del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Gli hanno portato un modellino di Certosa sotto il ponte crollato, «così lo mostra da Vespa la prossima volta che è ospite». Gli applausi al governo tributati ai funerali di Stato si sono trasformati in fischi e cori: «Chiediamo risposte, non elemosine».Per quasi due mesi hanno atteso pazientemente una soluzione, perché con le strade ancora chiuse migliaia di persone sono di fatto isolate. Mentre altre, quelle che vivevano sotto il viadotto, non possono ancora recuperare i vestiti e gli oggetti in casa. Con loro sono scesi in piazza anche tantissimi commercianti, raccontano di aver perso circa metà degli incassi e adesso chiedono al governo e alle istituzioni locali interventi per far ripartire la vita nei quartieri più vicini alla zona rossa. «Non raccontateci bugie», ripetono più volte. «Genova è sofferente, festeggiamo 55 giorni che siamo fuori di casa, non abbiamo una certezza su niente. Abbiamo chiesto di modificare il decreto, lo verificheremo nel tempo», aggiungono. Puntando il dito anche contro il provvedimento, non ancora arrivato in Parlamento e fermo ormai da settimane in attesa di ulteriori emendamenti, che dovrebbe disciplinare appalti, indennizzi per gli sfollati e risarcimenti alle aziende. Per il momento l'unico passo concreto è stata la nomina del sindaco, Marco Bucci, come commissario per la ricostruzione. Troppo poco per i genovesi, finora testimoni di molte promesse e pochi fatti. Da parte sua Toninelli difende l'operato dell'esecutivo, dicendosi «disponibile a intervenire per cambiare sia la parte legislativa e normativa sia la parte degli indennizzi che, nell'emendamento, dovrebbero trovare già voce, capitolo e importi». E promette che il decreto che «sarà migliorato», invitando i genovesi a «non contestarlo perché è scritto con il cuore e con la testa per Genova e consentirà al commissario Bucci di poter lavorare bene». Mentre in città circa tremila persone sfilavano accompagnate da slogan come «Lavoro, strade, sanità» e dallo striscione «Oltre il ponte. Liberate la Valpolcevera», Toninelli incontrava la commissaria europea per i Trasporti, Violeta Bulc. Da lei arrivano altre promesse sul ruolo che l'Unione europea svolgerà per aiutare il territorio a risollevarsi. «L'Europa è pronta a fare la propria parte per aiutare Genova», assicura. «Sono qui per tre ragioni importanti: onorare la memoria delle vittime e dare un tributo a tutte le famiglie che stanno soffrendo, discutere con il governo e le autorità locali della possibilità di rispondere ai bisogni della popolazione, offrire una panoramica dei mezzi e degli strumenti che l'Unione può offrire». Nel frattempo però gli sfollati richiamano a un ruolo più attivo e concreto anche le istituzioni locali. Dal sindaco Bucci al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al quale volevano regalare una sveglia. In questo momento la necessità più urgente riguarda la riapertura strade, ancora bloccate. «C'è una comunità di 50.000 abitanti, quella della Valpolcevera, senza contare quelli dell'entroterra, che non possono più sopportare immobilismo nelle decisioni» conferma il presidente del comitato degli sfollati, Franco Ravera. E aggiunge: «Le istituzioni hanno fatto il possibile, hanno attivato mezzi pubblici, sono state fatte ripartire le linee ferroviarie ma non basta, ci vogliono più risorse e assunzioni di personale come autisti e agenti della municipale. Oggi il tema non siamo noi, ma le problematiche di mezza città, ho visto in piazza molte persone che non abitano in Valpolcevera e questo mi ha fatto piacere, significa che c'è solidarietà».
Il caffè di ricerca e qualità è diventato di gran moda. E talvolta suscita fanatismi in cui il comune mortale si imbatte suo malgrado. Ascoltare per credere.