2025-04-24
D’Alema l’armaiolo trasforma il Papa nel Che
Massimo D’Alema insieme a monsignor Rino Fisichella (Ansa)
Dopo aver provato a piazzare i caccia in Colombia, Baffino arruola post mortem Francesco: «Progressista dai valori di sinistra». E loda le aperture del gesuita a Pechino. A differenza dell’ex capo dei Ds, però, Bergoglio voleva far tacere i cannoni, non venderli.Che ormai si sia smarrito il senso delle parole, della misura e anche del ridicolo lo dimostra l’intervista concessa da Massimo D’Alema al Corriere della sera per ricordare la figura di papa Francesco.«Bergoglio è stato un pontefice progressista», ha sentenziato senza appello l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pds. «Il suo messaggio ha dato corpo ad alcuni dei valori costitutivi della sinistra che si trovano nel Vangelo». Tra questi il lìder Maximo ha elencato la giustizia sociale, la lotta alla povertà e la lotta per la pace. Giovanni Paolo II aprì il Vaticano ai poveri e ai senzatetto, invitandoli a pranzo durante il suo pontificato, affrontò in ben tre encicliche i temi della giustizia sociale e fu definito il Papa della pace. Dunque - secondo le banalizzazioni del fu ministro degli Esteri in epoca Prodi - dovrebbe essere considerato il capostipite dei pontefici progressisti. Invece, guarda caso San Giovanni Paolo II è ricordato per aver sconfitto il comunismo, contribuendo alla caduta dell’Unione Sovietica. Papa Paolo VI, considerato pure lui un conservatore come Wojtyla, non solo scrisse la storica enciclica Populorum Progressio, con cui denunciò lo sfruttamento cui sono costrette le persone in povertà, ma all’Onu, primo Pontefice a parlare nell’aula del Palazzo di vetro, pronunciò un discorso storico, in cui esortò i potenti della terra a porre fine ai conflitti: «Mai più la guerra! Svuotate gli arsenali di guerra e riempite i granai per sfamare gli affamati della terra!». Che facciamo con Montini, dunque? Mettiamo anche lui nel Pantheon della sinistra, come D’Alema prova a fare con papa Francesco? Come in queste pagine ricorda Paolo Del Debbio, ogni Pontefice si è schierato negli ultimi 50 anni in difesa degli ultimi e a favore della pace.Ma poi come si fa ad arruolare Bergoglio, incasellandolo fra Che Guevara e Marx, e rivendicandone la storia e l’insegnamento, se fino a ieri si era occupati a vendere armi alla Colombia? Il Santo Padre, che tutti provano a trasformare in un santino dimenticando le parole che impediscono di tirarlo dalla propria parte, il giorno prima di morire ha fatto leggere un messaggio pasquale da monsignor Diego Ravelli che è un testamento spirituale. In quel discorso Bergoglio parla di pace e invita a far cessare tutti i conflitti nel mondo, ma soprattutto dice «Basta armi», con chiaro riferimento anche al piano europeo voluto da Ursula von der Leyen e dai socialisti tanto cari a D’Alema. «Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo. L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo», ha detto papa Francesco il giorno di Pasqua. Il lìder Maximo questo lo sa? Ovviamente sì, ma da politico navigato che è stato registrato mentre cercava di vendere navi e aerei a un Paese latino-americano con l’intenzione di guadagnare 80 milioni da distribuirsi fra i mediatori, e da premier che autorizzò i piloti italiani a bombardare Belgrado, si camuffa da pacifista e recita l’omelia funebre nel tentativo di accaparrarsi le spoglie del defunto. Anzi, ne sposa le idee per usarle poi nella sua personale battaglia, dicendo che una parte del mondo occidentale ha reagito al cambiamento degli equilibri mondiali con «chiusure egoistiche e con la rozzezza della violenza». «In un’operazione», ha spiegato al Corriere, «che è al tempo stesso brutale e velleitaria: brutale perché la guerra è brutale (ci voleva il pensiero sopraffino di Baffino per capirlo, ndr); velleitaria perché comunque le ragioni profonde di questo cambiamento non si fermano con le armi, con i muri, con i dazi». Fosse vero quel che dice l’ex presidente del Consiglio, molto probabilmente potrebbe definirsi conclusa la sua carriera di mediatore di corvette e caccia militari. E di certo non servirebbe lui neppure come consulente per le importazioni dalla Cina, argomento che evidentemente gli è caro, visto che loda papa Francesco per aver avviato il dialogo con Pechino.Dell’ex segretario del Partito democratico della sinistra, il primo comunista a diventare premier nella storia della Repubblica e anche il primo ad autorizzare una missione di guerra dopo anni di pace, si dice che sia la testa più fina tra i progressisti, l’unico ad avere delle idee. Sarà, ma se per dimostrare di averle il lìder Maximo ha bisogno di nascondersi dietro a Bergoglio, significa che di idee gliene sono rimaste pochine. Papa Francesco di sinistra? In questi giorni ho ricordato l’incoerenza del Pontefice su molte questioni, a cominciare dalle finanze vaticane per finire al tema dell’omosessualità e della pedofilia. Tuttavia, per rimanere al tema di un Santo Padre un po’ compagno, credo che la migliore risposta l’abbia data Massimo Cacciari: stupidaggini.