2022-07-29
Dal Parlamento contrordine Difesa. Bocciata l’idea dell’esercito europeo
Adolfo Urso (Imagoeconomica)
Nella relazione del Copasir sulla sicurezza comune esclusa anche l’intelligence unica. Allerta cinese nel Mediterraneo.Procedere verso la difesa europea, mantenendo un solido ancoraggio atlantico. È questo, in estrema sintesi, il succo della «Relazione sulle prospettive di difesa comune europea e della cooperazione tra i servizi di intelligence», presentata dal Copasir. «Abbiamo ritenuto di concludere la relazione sulla Difesa, approvata come sempre alla unanimità, perché riteniamo la questione di primaria importanza per la tutela degli interessi nazionali, tanto più in presenza di una guerra di aggressione che impegna il nostro Paese, i nostri partner europei e della Alleanza atlantica, consapevoli che ciò possa essere base di riflessione importante del prossimo Parlamento già all’inizio della prossima legislatura», ha dichiarato il presidente del Copasir, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso. In questo quadro, l’atlantismo è ineludibile. Il documento, di cui è relatore il deputato dem Enrico Borghi, rileva infatti che «la nuova difesa comune europea non può essere concepita come un’alternativa all’Alleanza atlantica, ma deve costituire un pilastro integrativo e complementare che, nel segno di una cooperazione auspicabilmente più paritaria, concorra ad assicurare la sicurezza europea in uno scacchiere geopolitico fortemente instabile e denso di incognite». Certo: il comitato riconosce anche che «per garantire la sua difesa, l’Europa non può più contare esclusivamente sull’ombrello protettivo della Nato», aggiungendo che possono verificarsi casi di non coincidenza tra gli interessi dell’Unione europea e quelli dell’Alleanza atlantica (un esempio citato è quello dei complicati rapporti che intercorrono tra Bruxelles e Ankara). Resta tuttavia il fatto che la Nato sia considerata una realtà centrale, mentre viene bocciata l’idea di un esercito europeo. La relazione suggerisce infatti «di abbandonare ogni slancio retorico a favore di “un vero esercito europeo”, obiettivo non raggiungibile, analogamente a quello di una intelligence comune, sicuramente nel breve e medio periodo e probabilmente neanche in un orizzonte decennale, in quanto non rappresenta uno sviluppo desiderato dalle forze armate nazionali, interessate a mantenere una propria autonomia di azione, nonché di gestione delle proprie capacità e investimenti, nei limiti dei rispettivi bilanci della difesa». «Soprattutto», prosegue il documento, «l’idea di un esercito europeo non riscuote il consenso della grande maggioranza dei governi e parlamenti degli Stati membri, poiché implicherebbe un’inaccettabile cessione di sovranità». Vale a tal proposito la pena ricordare che la proposta di un esercito europeo è stata in passato spesso avanzata dal presidente francese, Emmanuel Macron: un elemento, questo, che ha sovente suscitato irritazione a Washington. D’altronde, come accennato, il Copasir mostra freddezza anche verso un’intelligence unificata a livello europeo. «La salvaguardia del perimetro sovrano di ciascun Stato membro rende non percorribile l’idea di un’intelligence unificata europea o di una stretta integrazione o fusione tra i servizi di singoli Paesi», si legge infatti nella relazione. Questo non significa comunque che il comitato non sia favorevole a delle collaborazioni nel settore dell’intelligence. In questo senso, la relazione sottolinea con vigore il coinvolgimento del nostro Paese nel Quint (gruppo costituito da Usa Francia, Germania, Italia e Regno Unito). In secondo luogo, il documento auspica anche l’ingresso di Roma nei Five Eyes (alleanza tra Usa, Canada, Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia nel campo dell’intelligence). Tale speranza era stata formulata a giugno anche da Urso, durante una visita del comitato a Washington. Tutto questo dimostra, una volta di più, la posizione nettamente atlantista assunta dal Copasir. Più in generale, la relazione evidenzia l’importanza del dominio aerospaziale, oltre alla centralità dell’industria italiana della Difesa, riservando poi particolare attenzione al Mediterraneo allargato: un’area la cui strategicità era stata recentemente rimarcata anche dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Nel dettaglio, la relazione sottolinea come nell’area stia crescendo l’allarmante influenza di Russia e Cina. «La Russia», si legge, «ha ormai consolidato la sua presenza militare nel Mediterraneo grazie al legame con la Siria e con il generale Haftar in Libia a cui corrisponde una strategia industriale nel settore degli armamenti. La guerra in Ucraina, inoltre, ha inasprito la situazione con l’apertura della crisi energetica e della crisi alimentare. La Cina prosegue con un’attività di penetrazione economica nel Mediterraneo». Anche in questo caso, sembrerebbe scorgersi una presa di distanza dalla Francia che, nel recente passato, aveva spalleggiato proprio Haftar in Libia.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.