2023-07-21
Dal Green deal al voto orange. Timmermans molla l’Ue, si candida premier in Olanda
Il commissario europeo al Clima, grande nemico dell’Italia, guiderà una coalizione di centrosinistra. E dovrà confrontarsi con gli agricoltori furibondi per le sue politiche.Adesso il suo Green deal passa da Veluwe, da Adorp, dall’Olanda profonda, dove rischia di essere accolto a colpi di ortaggi molli dagli agricoltori furibondi. Il commissario al Clima, Frans Timmermans, dottor Stranamore della transizione ecologista e nemico dichiarato dell’Italia dei conservatori, ha deciso di candidarsi alla successione di Mark Rutte alle elezioni di novembre e di scendere sulla Terra a raccogliere voti e pomodori. Si prevede un bagno di umiltà per il vicepresidente della Commissione europea, un Bonaccini con la barba e il nome più lungo, socialista scelto dalla coalizione centrosinistra-verdi (Pdva-GroenLinks) per tentare di recuperare il potere perduto a casa sua.«È giunto il momento per noi olandesi di avvicinarci invece di separarci, dobbiamo garantire che i Paesi Bassi riacquistino fiducia in se stessi», ha detto annunciando la svolta il politico più divisivo del continente, colui che negli ultimi anni è riuscito a imporre (o a tentare di farlo) strategie estremiste sul clima, sull’automotive, sulla casa, destinate ad avere un impatto notevole sulle finanze dei paesi membri e soprattutto dei cittadini. Timmermans torna in Olanda e, in attesa di conoscere quali danni proporrà e quali consensi otterrà per portarli a termine, l’Europa non socialista tira un sospiro di sollievo che fa garrire le bandiere da Lisbona alla Polonia, da Lubecca a Lampedusa (i vichinghi vivono in un mondo a parte). Perché la mossa gli impedirà di correre alle Europee.Secondo il codice di condotta di Bruxelles, lui rimane in carica fino a settembre quando (per candidarsi per il governo de L’Aja) prenderà un «congedo di assenza dal ruolo». Significa che, formalmente, rimane commissario, ma non sarà disponibile per l’attività della Ue. Praticamente si mette in aspettativa e Ursula von der Leyen può anche decidere di sostituirlo. Una scelta che tiene insieme tre fattori: la consapevolezza che il castello ecologista si sta lentamente sgretolando dall’interno, la preoccupazione che il Ppe si stia davvero spostando a destra per non perdere ulteriori consensi, il rapporto sempre meno idilliaco con l’attempata baronessa tedesca, che lo sconfisse all’elezione per la presidenza, che lo scelse come vice ma che ora gli imputa le fughe in avanti a difesa dell’ideologia da fine del mondo.La notizia ha addolcito l’umore del centrodestra italiano. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che da sempre ostacola in modo vigoroso i progetti del politico olandese, lo saluta così: «Non ci mancherà, quanti danni ha fatto questo signore. Contiamo che gli elettori dei Paesi Bassi lo trattino come merita». Lo stesso leader della Lega, solo qualche giorno fa, aveva individuato nel guru della transizione ecologica il problema numero uno: «Non difende gli interessi degli imprenditori e dei lavoratori italiani ed europei. Con le sue scelte disastrose aiuta la Cina, qualche banchiere e alcune multinazionali straniere ricche e potenti. Ha un approccio ideologico preoccupante».Sulla stessa linea d’onda il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Qualunque sia la scelta degli elettori, la candidatura di Timmermans alla tornata olandese è comunque una bella notizia per l’Europa perché il commissario dovrà prendersi un congedo, speriamo lungo, come prescrive il codice di comportamento. Peraltro le sue esternazioni erano già da tempo più consone a un candidato politico che a un commissario europeo». Anche il capo delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza, mostra soddisfazione: «La candidatura libera l’Ue dal paladino della transizione in-sostenibile. Dopo i troppi danni causati, le tante ingerenze nella politica italiana e i recenti avvisi di sfratto ricevuto in Parlamento, per il nostro “eroe” è tempo di rifugiarsi in patria. A lui speriamo ci pensino gli elettori olandesi, a liberare l’Europa dalla sinistra rosso-verde ci penseremo noi fra un anno».Timmermans, in Olanda, potrebbe non essere una buona notizia per gli accordi di Tunisi sull’immigrazione clandestina, dove Rutte si è schierato con Giorgia Meloni. Titolare di una commissione nata con una manciata di voti (nove, tra cui quelli del Movimento 5 stelle), Franciscus Cornelis Gerardus Maria detto Frans ha 62 anni e un nome dovuto alla fantasia del padre, archivista d’ambasciata. Si definisce «ecologista e femminista» ma è, anzitutto, socialista e in questi anni non ha mancato di farlo sapere all’Italia di centrodestra, che proprio non gli piace. Ha sempre sponsorizzato i candidati di sinistra ed è convinto che l’unica Europa «solidale ed equa» sia quella dell’Internazionale rossa. Si è divertito negli anni a entrare a gamba tesa annunciando che «Bruxelles veglierà sulle derive sovraniste» alla vigilia di ogni elezione italiana.Per confermare la tendenza a condizionare ogni scelta altrui, è arrivato ad abbracciare il governatore Michele Emiliano a Taranto, nel giorno in cui ha sperimentato i primi pomodori in arrivo dalla Coldiretti, contestato per «le normative ideologiche che rischiano di stravolgere per sempre la dieta mediterranea e l’agricoltura tricolore». Per provare a risalire da una popolarità sottozero nella penisola, si è dichiarato amante di Roma (è stato fotografato spesso in compagnia del sindaco, Roberto Gualtieri, che ha sempre pubblicamente sostenuto, ndr), tifoso della Roma (gli fu regalata la maglietta del connazionale Kevin Strootman). E ha tenuto a far sapere di adorare le canzoni di Antonello Venditti. Titolo a lui dedicato: Amici mai.
Jeffrey Epstein e Donald Trump (Ansa)
L'ad di SIMEST Regina Corradini D'Arienzo
La società del Gruppo Cdp rafforza il proprio impegno sui temi Esg e conferma anche la certificazione sulla parità di genere per il 2025.
SIMEST, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha ottenuto l’attestazione internazionale Human Resource Management Diversity and Inclusion – ISO 30415, riconoscimento che certifica l’impegno dell’azienda nella promozione di un ambiente di lavoro fondato sui principi di diversità, equità e inclusione.
Il riconoscimento, rilasciato da Bureau Veritas Italia, arriva al termine di un percorso volto a integrare i valori DE&I nei processi aziendali e nella cultura organizzativa. La valutazione ha riguardato l’intera gestione delle risorse umane — dal reclutamento alla formazione — includendo aspetti come benessere, accessibilità, pari opportunità e trasparenza nei percorsi di crescita. Sono stati inoltre esaminati altri ambiti, tra cui la gestione degli acquisti, l’erogazione dei servizi e la relazione con gli stakeholder.
L’attestazione ISO 30415 rappresenta un passo ulteriore nel percorso di sostenibilità e responsabilità sociale di SIMEST, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, in particolare quelli relativi alla parità di genere e alla promozione di condizioni di lavoro eque e dignitose.
A questo traguardo si affianca la conferma, anche per il 2025, della certificazione UNI/PdR 125:2022, che attesta l’efficacia delle politiche aziendali in tema di parità di genere, con riferimento a governance, crescita professionale, equilibrio vita-lavoro e tutela della genitorialità.
Valeria Borrelli, direttrice Persone e organizzazione di SIMEST, ha dichiarato: «Crediamo fortemente che le persone siano la nostra più grande risorsa e che la pluralità di esperienze e competenze sia la chiave per generare valore e innovazione. Questi riconoscimenti confermano l’impegno quotidiano della nostra comunità aziendale nel promuovere un ambiente inclusivo, rispettoso e aperto alle diversità. Ma il nostro percorso non si ferma: continueremo a coltivare una cultura fondata sull’ascolto e sull’apertura, affinché ciascuno possa contribuire alla crescita dell’organizzazione con la propria unicità».
Con questo risultato, SIMEST consolida il proprio posizionamento tra le aziende italiane più attive sui temi Esg, confermando una strategia orientata a una cultura del lavoro sostenibile, equa e inclusiva.
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