2022-08-10
Dal Covid alla politica Virostar tentate dal posto in Parlamento
Matteo Bassetti, Pier Luigi Lopalco e Walter Ricciardi si sono già schierati. Roberto Burioni pare ci stia pensando. Massimo Galli e Francesco Menichetti non si candidano ma appoggiano il Pd.a sovraesposizione mediatica dà alla testa. Le manie di protagonismo poi facilmente possono migrare dalla televisione alle poltrone. È il caso di numerose virostar che con le elezioni alle porte hanno già preso accordi più o meno alla luce del sole per guadagnare un posto all’interno delle liste che i partiti presenteranno il prossimo 20 agosto presso le cancellerie delle corti d’appello. Tra i più scatenati degli ultimi mesi c’è l’infettivologo genovese Matteo Bassetti, che ha riferito chiaramente di aver già fatto una scelta di campo: «Io ho sempre fatto in questi ultimi tre anni politica sanitaria affianco al presidente della Liguria, Giovanni Toti. Credo che nella campagna elettorale sia importante far entrare la gestione della pandemia» e ha aggiunto «serve anche delineare ciò che si vuole fare della sanità in Italia nei prossimi 5 anni. C’è bisogno di un restyling del Sistema sanitario nazionale, cosa che non si è fatta anche con il Pnrr, la risposta non sono gli ospedali di comunità. Chi cerca il voto degli italiani deve dire dove vuol andare anche nella gestione dell’emergenza Covid, nella direzione di Speranza e di Ricciardi? Il modello della vessazione? Direi di no, il modello è la convivenza con il virus». Insomma, quasi un comizio elettorale quello di Bassetti che si può dire già collocato nelle schiere della formazione di Toti che probabilmente è in cerca di volti noti che possano attirare voti per la sua Italia al centro che si presenterà alle elezioni insieme a Maurizio Lupi con il simbolo Noi con l’Italia. Anche altre virostar si stanno muovendo all’interno delle coalizioni. Walter Ricciardi, presidente dell’istituto superiore di sanità, ad esempio, ha seguito fin dai suoi albori il partito di Carlo Calenda, Azione, dopo esser stato indicato dallo stesso leader come referente per la sanità. Qualcuno scommette che adesso verrà inserito nelle liste del partito per un posto in Parlamento. Poi c’è Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento che già viene dalla politica dopo aver ricoperto l’incarico di assessore alla Sanità della Regione Puglia, nella giunta Emiliano. Anche lui ha fatto le sue dichiarazioni in merito: «Sulla politica il mio orientamento è sempre stato chiaro. Mi sento da sempre un uomo di sinistra e anche questa volta farò la mia scelta in quel campo. Non voglio immaginare cosa sarebbe successo in Italia se al posto di Roberto Speranza in questi anni di pandemia avessimo avuto un ministro che la pensava come Boris Johnson o Donald Trump». Il nome di Lopalco lo vedremo quindi nelle liste di Articolo Uno, dopo che la segreteria regionale del partito in Puglia, ha indicato il suo nome come espressione «delle migliori competenze della società civile».In forse c’è Roberto Burioni. Il virologo, la star per eccellenza della televisione in pandemia, (soprattutto Rai), secondo alcune indiscrezioni, sarebbe corteggiato dal Partito democratico, in attesa di sapere se cederà alle lusinghe del Nazareno. Anche Stefania Salmaso, l’epidemiologa ex Istituto superiore di sanità, potrebbe essere in forse per una candidatura, in questo caso però dal lato del centrodestra. Insospettisce infatti l’ultima dichiarazione fatta in merito all’alto numero di morti: «Sappiamo che generalmente i morti sono anziani», ha evidenziato, «ma non riusciamo ancora a capire se si tratta di diagnosi tardive, se il malato ha avuto accesso alle terapie antivirali nei tempi giusti o in ritardo, il trattamento, il contesto. Perché oggi abbiamo tantissimi strumenti, in realtà, per prevenire il decesso». Dichiarazioni simili a quelle di Matteo Bassetti e che quindi hanno il sapore di un endorsement che lascia intendere una virata dell’ultimo minuto per andare a favorire una eventuale sponda politica. Qualche virostar rinuncia alle poltrone, senza rinunciare però al tifo elettorale.L’ex direttore malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli ha chiaramente detto che non si candiderà con il Partito democratico come speravano i dem, ma non manca di appoggiare lo schieramento: «Sono per un fronte progressista compatto», chiarisce, «in grado di fronteggiare il pericolo rappresentato dalla destra». La virostar ci mette un attimo a passare dal pericolo del virus al pericolo delle destre, l’importante è incutere timore, come ha sempre fatto dalla sua prima apparizione in tv. Galli non è l’unico a tifare per il partito di Enrico Letta: anche il virologo Francesco Menichetti, anche lui ex primario di malattie infettive all’ospedale di Pisa, tifa apertamente Pd sui social. La politica con queste candidature continua a speculare sul Covid, proponendo come competenti risorse della società civile, scienziati che in questi due anni e mezzo hanno invece mostrato tutta la loro inaffidabilità e incompetenza. Hanno detto tutto e il contrario di tutto sul virus, senza avere mai la dignità di riconoscere l’errore, destabilizzando il Paese e arricchendosi con i compensi delle ospitate televisive. Come se non bastasse adesso raccolgono il frutto del loro lavoro di terrorismo e di cattiva informazione ottenendo posti facili in cambio della visibilità che finora gli è stata concessa dai mass media. Una beffa ulteriore per gli italiani che se dovessero trovarsi qualcuno di loro in Parlamento e quindi con la possibilità di applicare il potere legislativo che gli verrà concesso, continueranno a doversi affidare all’incoerenza e alla non professionalità a cui siamo stati abituati in questi mesi.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)