2023-09-07
Per il naufragio di Cutro le toghe scagionano l’Italia: dito puntato su Frontex
La ricostruzione del perito mostra che l’agenzia europea inviò informazioni sbagliate alle nostre autorità. All’origine della tragedia, una manovra azzardata degli scafisti.Sette mesi dopo la tragedia di Steccato di Cutro, che ha causato 94 vittime, un perito della Procura di Crotone, sovvertendo le ricostruzioni orientate ideologicamente, ha certificato che le segnalazioni inviate da Frontex alle autorità italiane sullo sciagurato viaggio dei profughi che hanno trovato la morte sulle coste calabresi furono «poco attendibili e fuorvianti». A firmare la consulenza tecnica, depositata sul tavolo del sostituto procuratore Pasquale Festa, titolare dell’indagine che ha messo nel mirino operatori della Guardia di finanza e della Guardia costiera, è l’ammiraglio Salvatore Carannante, che ha evidenziato una serie di incongruenze nella segnalazione inoltrata da Frontex. I dati forniti dall’agenzia europea delle frontiere alla Procura di Crotone confermano quanto già era emerso e ricostruito nell’immediatezza dalla Verità: il velivolo Eagle 1 aveva individuato alle 22:26 (ora italiana) un’imbarcazione sospetta, indicandola come «possible migrant vessel», dandone comunicazione al Frontex situation center di Varsavia, che a sua volta alle ore 23:02 del 25 febbraio 2023 ha informato le agenzie italiane: ovvero l’International coordination centre Roma di Pratica di Mare, il National coordination center del Viminale e l’Italian marittime rescue coordination centre. Eagle 1, dopo aver attivato i sofisticati sistemi di monitoraggio, che rilevarono la presenza di un telefono satellitare turco, comunicò che risultava esserci «una persona sul ponte superiore». Che, oltretutto, emerge dal video successivamente messo a disposizione da Frontex, si muoveva agevolmente sulla prua, a ulteriore conferma che il natante non era in condizioni di pericolo. Per la verità si parlava anche di possibili ulteriori persone sottocoperta. Le «telecamere termiche», infatti, rilevarono «una significativa risposta termica dai portelli aperti a prua». Nessuna indicazione di pericolo venne annotata (ed è per questo motivo che le motovedette della Capitaneria di porto rimasero al molo). Si specificava, anzi, che non c’erano persone in mare e che la galleggiabilità della barca era buona. A corredo c’erano alcune immagini satellitari che confermavano il quadro della situazione. Nella scheda di accompagnamento, c’era scritto anche che il «motor boat», la barca a motore, viaggiava a 6 nodi. E proprio su questo dettaglio si è concentrato l’ammiraglio Carannante. Quello che non quadra è legato ai dati riferiti dal velivolo di Frontex che indicava oltre alla posizione dell’imbarcazione anche la rotta media seguita e la velocità di 6 nodi. Secondo l’ammiraglio Carannante con queste indicazioni la barca «con i possibili migranti sarebbe dovuta giungere nella zona della baia di Copanello, quindi ben più a sud ovest di Steccato di Cutro» e sarebbe arrivata sulla costa alle 7 del mattino. Tuttavia, esaminando le informazioni sui vari fotogrammi all'infrarosso che ritraggono il caicco in navigazione, dai calcoli del perito emerge «che la rotta media seguita dall’imbarcazione in questo lasso di tempo era di 325 gradi e non di 296 come indicato nel rapporto di missione» di Frontex e «con tale rotta, l’imbarcazione con i possibili migranti a bordo sarebbe giunta a Capo Rizzuto, ovvero in una posizione di circa 8 miglia nautiche più a est dal luogo dove sono stati poi trovati i rottami del relitto». La consulenza tecnica calcola anche che con questa rotta la distanza che l’imbarcazione avrebbe dovuto compiere per arrivare sulla costa «era di circa 38,5 miglia nautiche e non di 53» e sarebbe giunta sotto costa alle ore 03:41. Un orario che combacia con quello fornito dai pescatori che si trovavano sulla spiaggia e con le prime richieste di soccorso lanciate dai migranti. «Ciò dimostra», sostiene il consulente, «che le informazioni fornite da Frontex in merito a rotta e velocità (296 gradi e 6 nodi) erano molto approssimative se non fuorvianti». A conferma della sua tesi l’ammiraglio Carannante utilizza anche i dati registrati dal radar di sorveglianza della Guardia di finanza piazzato in località Campolongo (Isola di Capo Rizzuto) dai quali si evince che l’imbarcazione procedeva effettivamente a una velocità media di circa 7,5 nodi, mentre la rotta media era di circa 317 gradi. Insomma, Frontex ha toppato. Ed ecco le cause dell’incidente: alle ore 4:11, ricostruisce Carannante, l’imbarcazione si è diretta verso la costa per tentare uno spiaggiamento, ma la manovra era «abbastanza pericolosa» a causa delle condizioni meteorologiche avverse, per la forte risacca e anche per la scarsa conoscenza dei fondali da parte di chi stava al timone. Quando il conducente nota delle luci a terra inverte improvvisamente la rotta e torna a largo ma, a causa della risacca, non riesce a posizionare la barca nella giusta posizione. Il caicco si incaglia dove il fondale è più basso e la risacca lo tira nella secca. La chiglia si incaglia e manda in pezzi il natante. A uccidere i migranti è una manovra azzardata degli scafisti trafficanti di esseri umani, quattro dei quali dovranno affrontare a breve il giudizio immediato.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.