2024-06-26
Cure negate, effetti avversi e diktat: gli Ordini dei medici ancora impuniti
Il virus, se ben curato, ha scarsissima letalità. A far danni, invece, sono stati i protocolli del ministero e i dottori che li hanno eseguiti senza batter ciglio. Bene: è tempo che si assumano le loro responsabilità.Il 18 di questo mese presso l’Ordine dei Medici di Torino c’è stato un ulteriore provvedimento contro di me. Sono già radiata, ma ho fatto ricorso, e avendo fatto ricorso sono ancora un medico a tutti gli effetti. Quindi c’è bisogno di una seconda radiazione, e poi di una terza e così via. Questa volta non mi sono presentata e non ho nemmeno mandato un avvocato. Non è il caso che chiami colleghi i dottori e le dottoresse del Consiglio dell’Ordine dei medici. La mia idea di medicina e la loro sono abissalmente distanti, sono in effetti opposte. Ritengo che un medico che esegua ordini, senza scienza e coscienza, cioè senza verificarne la validità, abbia smesso di avere diritto a definirsi medico. Il 18 non sono andata a guardare le loro facce di prescrittori di tachipirina (ottima per favorire il virus abbattendo febbre e glutatione, due difese naturali), e attesa vigile fino a quando non è troppo tardi. Avrei dovuto interrompere le mie vacanze per essere presente, e non mi è sembrato il caso visto che l’ultima volta i rappresentanti dell’Ordine sono rimasti tutti in assoluto silenzio non rispondendo alle mie domande, atteggiamento che mi sembra leggerissimamente ridicolo in un convegno che dovrebbe dare un giudizio, anzi in un qualsiasi convegno. La maggioranza di loro non ha nemmeno risposto al mio saluto. Ciò potrebbe far sospettare a qualche malpensante di un giudizio già preso. Sono accusata di aver detto la verità: il virus Covid 19 è un fago e colonizza i batteri intestinali, e questo è uno dei motivi per cui l’antibiotico azitromicina andava somministrato immediatamente. Ho affermato che i medici che fanno malissimo il loro lavoro si possono definire «cani», come si definisce un attore che non sa recitare, un cantante lirico che non azzecchi una nota e chiunque non sappia fare il suo lavoro. Ho affermato che i medici di famiglia che, benché pagati per curare i pazienti non li hanno curati, non rispondendo nemmeno al telefono sono dei «ladri». Come altro bisognava chiamarli? Chiedo non come medico, ma come scrittore, cioè esperto di parole. Qual è la parola corretta per qualcuno che non fa un lavoro per cui è pagato? La tragedia del Covid non è stata dovuta al virus, che se ben curato ha lo 0,2% di letalità, ma al protocollo senza senso di Anonymous ministeriale e ai medici che lo hanno eseguito, troppo ignoranti per accorgersi che era senza senso o troppo vili per sfidare la legge Gelli, la legge che dal 2014 garantisce l’impunità per qualsiasi danno fatto seguendo ordini ministeriali. Molti medici hanno appreso i protocolli corretti dal mio blog o dalle trasmissioni di Mario Giordano, si sono resi conto che seguivano linee logiche e hanno salvato i pazienti. Diamo a Mario Giordano una laurea in medicina ad honorem, ha fatto lui il lavoro che spettava agli Ordini. Il mio scopo non è cercare attraverso ricorsi al Tar di evitare la radiazione. Non voglio far parte di questi Ordini dei medici: lo considero un disonore. Il mio scopo è una battaglia politica per abolire gli Ordini dei medici e perché i presidenti degli Ordini del medici rispondano civilmente e penalmente dei danni subiti in seguito all’inoculazione dei cosiddetti vaccini anti Covid, imposti con una raccomandata che portava la loro firma. Invito tutti i medici che non stanno facendo attività lavorativa a chiedere la cancellazione dagli Ordini. È un passaggio fondamentale. C’è già un primo caso, non deve essere l’unico. Riporto le parole all’Ordine dei medici del primo collega che ha fatto sentire la sua voce e la sua indignazione: «Sono Angelo De Blasio, laureato in medicina e chirurgia nel luglio del 1974 con massimo dei voti e lode, iscritto all’Ordine dal 1975. Ho svolto la mia attività professionale ricoprendo diversi ruoli. Dopo circa 50 anni di iscrizione all’Ordine dei medici sono giunto alla convinzione che l’istituzione non svolga funzioni utili per i cittadini e per i medici. La sospensione di medici durante la pandemia da coronavirus, solamente perché sostenitori di una insufficiente sperimentazione dei cosiddetti vaccini, di una incerta efficacia e di una pericolosità degli stessi per i gravi effetti collaterali, ha rappresentato, a mio parere, un grave atto di mancanza di rispetto per la libertà di pensiero dei medici e una violazione dei metodi scientifici che prevedono il confronto di ipotesi e sperimentazioni controllate. Studi recenti hanno confermato tutti i dubbi che molti medici avevano riguardo alla efficacia e innocuità dei cosiddetti vaccini. Inoltre, sospendere un medico, che in quel momento svolgeva un’attività essenziale, per aver rifiutato la vaccinazione ha rappresentato una grave limitazione alla libertà personale che prevede il diritto di rifiutare qualsiasi terapia. Il sottoscritto, alla luce di tutte queste considerazioni e del fatto che dal pensionamento, avvenuto nel 2015, non esercita più attività professionale, esprime la volontà di non essere più iscritto all’Ordine dei medici». Che il dottor De Blasio sia il primo di una valanga, una valanga di indignazione che travolga una medicina fatta da chi ha rinunciato a scienza e coscienza per «eseguire gli ordini ministeriali».