Si dice: Dio ce ne scampi e liberi. Davvero ce n'è bisogno. Allora eccolo il nostro esorcismo gastronomico per questa domenica un po' patriottica, è il 24 maggio! Abbiamo pensato di proporre un grande classico molto facile da realizzare, ma che dà immediata sensazione di festa perché è un piatto ricco al profumo di mare. È la corona di riso agli scampi! Una raccomandazione: il pesce può essere anche surgelato (in quel caso abbiate cura di farlo rinvenire a temperatura ambiente, non passatelo sotto l'acqua corrente!) ma il riso deve essere italiano e di ottima qualità. Per questo riso meglio Arborio o Carnaroli.
Si dice: Dio ce ne scampi e liberi. Davvero ce n'è bisogno. Allora eccolo il nostro esorcismo gastronomico per questa domenica un po' patriottica, è il 24 maggio! Abbiamo pensato di proporre un grande classico molto facile da realizzare, ma che dà immediata sensazione di festa perché è un piatto ricco al profumo di mare. È la corona di riso agli scampi! Una raccomandazione: il pesce può essere anche surgelato (in quel caso abbiate cura di farlo rinvenire a temperatura ambiente, non passatelo sotto l'acqua corrente!) ma il riso deve essere italiano e di ottima qualità. Per questo riso meglio Arborio o Carnaroli. Ingredienti - 800 grammi di scampi, 250 grammi di calamari, una cipolla di generose dimensioni, una carota, una costa di sedano con un po' di foglie, 80 grammi di burro, 360 grammi di riso o Arborio o Carnaroli italiano, mezzo bicchiere di vino rosato (va bene anche bianco), prezzemolo, sale, paprica dolce qb. Procedimento - Tagliate a metà la cipolla, una metà tritatela finissima e tenetela da pare, con l'altra metà insieme alle carote, al sedano e alle foglie di sedano fate un brodo vegetale. Ora sgusciate metà degli scampi e mettete a bollire insieme alle verdure le teste in modo da dare sapore al brodo. In una casseruola o in una padella bordi alti fate fondere tre quarti del burro e fatevi rinvenire la cipolla a fuoco dolce. Non deve soffriggere ma sfarsi. Passate al mixer i calamari in modo da ridurli a crema e uniteli alla cipolla in padella, fate prendere colore e ora prendete gli scampi interi e fateli cuocere per cinque minuti in padella girandoli di quando in quando in modo che prendano bene calore. Quando vedete che gli scampi si sono colorai con una pinza toglieteli dalla padella e teneteli da parte. Ora fate saltare in padella il riso, sfumate con il vino, aggiungete la paprika e aggiustate di sale. Andate fino a tre quarti di cottura del risotto bagnando di quando in quando con il brodo/fumetto e avendo cura di rigirare il riso. Ora fate a tocchetti le code degli scampi crudi di che avete tenuto da parte e uniteli al riso andando a cottura ma bene al dente. Togliete il riso dal fuoco, mantecatelo con il burro rimasto, se serve aggiustate di paprika e sale, aggiungete il prezzemolo tritato e mescolate bene. Ora prendete uno stampo a corona e sistematevi il riso pressando bene. Lasciate riposare un paio di minuti, sformate su di un grande piatto diportata e accomodate sulla corona di riso gli scambi interi a raggera. E servite. Come fa divertire i bambini - Una volta sformato il riso date a loro il compito di sistemare gli scampi sulla corona. Vedrete con quale attenzione svolgeranno il compito! Abbinamento - Per cucinare abbiamo usato un vino rosato e con quello dobbiamo continuare. I più adatti sono un Chiaretto Bardolini, un Valtenesi, ma anche un rosato da Sangiovese che con la sua freschezza contrasta la dolcezza di base del piatto. Se avete scelto invece di cucinare con un bianco opteremmo per un Soave, una Lugana, una Malvasia istriana.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.
Maria Rita Parsi critica la gestione del caso “famiglia nel bosco”: nessun pericolo reale per i bambini, scelta brusca e dannosa, sistema dei minori da ripensare profondamente.







