2024-01-10
Altra spina per Scholz: l’industria crolla
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Ansa)
A novembre la produzione tedesca è calata del 4,8% su base annua. Il governo, che continua ad accumulare surplus di bilancio deprimendo la domanda interna, è sempre più in difficoltà e cerca di bollare come «nazionaliste» le manifestazioni dei contadini. Il grande freddo arriva anche in Germania, ma questa volta il meteo non c’entra. La gelata è sulla produzione industriale tedesca, che nel mese di novembre 2023 ha fatto segnare un -0,7% rispetto al mese precedente, secondo l’istituto di statistica tedesco Destatis. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (corretto per il calendario) il calo è assai significativo ed è pari al 4,8%. La produzione è quindi diminuita per il sesto mese consecutivo. Il confronto trimestrale, meno volatile, ha mostrato che nel periodo settembre-novembre 2023 la produzione è stata inferiore dell’1,9% rispetto ai tre mesi precedenti.Nel novembre 2023, la produzione nell’industria escluse l’energia e l’edilizia è diminuita dello 0,5% rispetto a ottobre 2023 dopo l’adeguamento stagionale e di calendario. La produzione di beni d’investimento è diminuita dello 0,7%, quella di beni intermedi dello 0,5% e quella di beni di consumo dello 0,1%. Si riprende un po’ la produzione manifatturiera ad alta intensità energetica, che è aumentata del 3% a novembre rispetto a ottobre. Il settore comprende prodotti chimici, metalli, vetro, ceramica, carta, coke e raffinazione del petrolio. La produzione è stata la più alta degli ultimi sette mesi, anche se ancora inferiore del 17% rispetto al tasso precedente all’invasione russa dell’Ucraina. Il calo di questo settore rispetto al novembre 2022 è del 4%.Destatis ha diffuso anche i dati sulla bilancia commerciale della Germania. Nel novembre 2023, le esportazioni tedesche sono aumentate del 3,7% e le importazioni sono aumentate dell’1,9% su base mensile e destagionalizzata rispetto a ottobre 2023. Il saldo del commercio estero tedesco nel novembre 2023 è positivo per 20,4 miliardi di euro, ai massimi dal gennaio 2021. Complessivamente nel 2023 la Germania ha accumulato un surplus con l’estero di oltre 180 miliardi di euro. Rispetto a novembre 2022 le esportazioni sono diminuite del 5% e le importazioni sono diminuite del 12,2%.La Germania ha esportato merci verso gli Stati membri dell’Unione europea per un valore di 71,5 miliardi di euro, mentre da questi Paesi ha importato merci per un valore di 58,9 miliardi di euro (saldo +12,6 miliardi). Le esportazioni di beni verso i Paesi al di fuori dell’Ue ammontavano a 59,7 miliardi di euro nel novembre 2023 (import 51,9 miliardi di euro, saldo +7,8 miliardi di euro). La maggior parte delle esportazioni tedesche nel novembre 2023 è andata negli Stati Uniti, per un valore di 13,4 miliardi di euro (saldo commerciale +5,3). Le esportazioni verso la Repubblica popolare cinese sono aumentate del 3,1% a 8,1 miliardi di euro (import 13,0 miliardi di euro, saldo commerciale -4,9 miliardi di euro).A fronte della crisi conclamata dell’industria tedesca, la Germania continua a perseguire la sua politica economica mercantilista, accumulando surplus commerciali con l’estero, deprimendo la domanda interna e generando squilibri macroeconomici sia dentro l’eurozona che fuori.A dare il mal di testa al governo di Olaf Scholz, oltre al pessimo andamento dell’industria, arriva ora il movimento degli agricoltori, che in questi giorni stanno paralizzando varie città in Germania per protesta contro le decisioni del governo. Migliaia di trattori e camion hanno bloccato Berlino, Monaco e altre città e strade di comunicazione nel paese. Agli agricoltori tedeschi si sono uniti quelli olandesi, oltre ai camionisti e operatori dei trasporti. La protesta è nata contro il taglio delle agevolazioni sul diesel agricolo e la fine delle agevolazioni fiscali sui mezzi agricoli. Nei giorni scorsi il governo ha fatto una parziale marcia indietro ma ai piccoli agricoltori questo non basta. Gli animi si sono scaldati e la protesta continua. Il governo tedesco tenta di bollare come «di destra» la protesta sociale per degradarla a strumento di lotta politica estremista. «Nelle manifestazioni si espongono apertamente simboli nazionalisti», ha detto il ministro dell’economia Robert Habeck. Ma il motivo non è politico, bensì di sopravvivenza. Tra le contestazioni che i contadini tedeschi muovono al governo vi è infatti anche l’accordo in fieri con l’area economica Mercosur, che secondo i coltivatori porterebbe ad una concorrenza del Sudamerica sul cibo che metterebbe in ulteriore crisi l’agricoltura europea.Le contraddizioni interne del modello economico tedesco stanno emergendo drammaticamente, in un cupio dissolvi che il fragile governo semaforo non riesce a frenare. Al buco nel bilancio aperto dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha giudicato illegale l’uso che il governo Scholz ha fatto dei fondi speciali, il ministro delle finanze Lindner ha cercato di rimediare alzando le tasse sui combustibili e togliendo agevolazioni e sussidi, per trovare i quasi 15 miliardi che mancavano per il 2024. Ma nel fare questo, Berlino ha provocato un terremoto sociale i cui esiti ora rischiano di andare fuori controllo.Dopo decenni di mancati investimenti pubblici, deflazione salariale e globalizzazione sfrenata, mentre il circo mediatico osannava i governi di Angela Merkel, il mito tedesco dello «Schwarze Null» e della potenza mercantile si trasforma oggi in una nemesi tanto prevedibile quanto brutale.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)