2021-11-28
Crisanti dubita e diventa subito un no vax
I gendarmi del comitato governativo di salute pubblica che ogni sera trova tribuna su La7 si sono accaniti contro il microbiologo. Finora sugli altari, è reo di considerare prematura la vaccinazione dei bambini. E per tacitarlo è stata riesumata persino Rosy Bindi.Occhio: chiunque si azzardi a non reputare straordinariamente intelligenti i provvedimenti del governo, non adeguandosi alla vulgata del super green pass o al dogma della campagna vaccinale degli infanti, rischia di finire etichettato come un pericoloso no vax. Che sia immunizzato, favorevole a prima, seconda e terza dose, e dotato di un curriculum scientifico di tutto rispetto, non ha importanza: è sufficiente che si permetta di sostenere che la caccia alle streghe nei confronti dei renitenti all'iniezione non ha senso, o che metta in dubbio la necessità di inoculare i minorenni e, da celebrato che era, immediatamente si trasforma in un povero decerebrato.A noi, che siamo abituati a non essere celebrati ma considerati, appunto, decerebrati, cioè appartenenti a una specie subumana e a una sottospecie giornalistica, la cosa ovviamente non fa né caldo né freddo, perché da anni abbiamo sviluppato gli anticorpi. Conoscendo certi colleghi, e la maggioranza dei compagni di cui si circondano, sappiamo che soffrono sin dalla nascita di un grave complesso di superiorità. Da sempre si sentono più intelligenti e più furbi degli altri e sin dalla più tenera età sono convinti di essere dalla parte della ragione e che chiunque non la pensi come loro sia, per logica conseguenza, dalla parte del torto. Dunque, non ci stupisce vedere Beppe Severgnini, Massimo Giannini, Rosy Bindi e Lilli Gruber storcere il naso di fronte a notizie e dichiarazioni che contraddicono le loro certezze e, soprattutto, l'ideologia alla vaccinara che ha trasformato un farmaco in un assioma. Tuttavia, mentre noi, conoscendo i nostri polli, li lasciamo starnazzare nel loro pollaio senza farci né zittire né influenzare, immaginiamo come deve essersi sentito il povero Andrea Crisanti, docente universitario con un passato all'Imperial college di Londra, quando l'altra sera, su La7, dopo aver detto cose non molto diverse da quelle che leggete ogni giorno su questo giornale, si sia visto mettere in riga dai poliziotti dell'informazione politicamente corretta.Accerchiato da un manipolo di pro vax, il povero professore dell'Università di Padova è stato manganellato e ridotto al silenzio per essersi azzardato a dichiarare che, prima di vaccinare i bambini dai 5 anni in su, sarebbe opportuno aspettare di conoscere i dati, per avere certezza che non siano vittime di reazioni avverse. Non lo avesse mai detto. Il ciuffo di Severgnini si è agitato subito. Così, premettendo di non voler essere scortese, l'uomo chiamato Cipria per l'impalpabilità del suo pensiero (copyright Mario Cervi, il quale attribuiva il soprannome a Indro Montanelli), prima ha detto di non volersi mettere a discutere con Crisanti di vaccini ed epidemie, ma subito dopo gli ha impartito una lezione di comunicazione. «Se alcuni di voi si improvvisano comunicatori, finisce che la gente va in paranoia e non capisce più niente. Per certe cose ci sono i congressi, ma se le ripetete in prima serata, la gente si spaventa. Insomma, ci vuole cautela prima di allarmare». A dar man forte al ciuffo pensante ci ha pensato Lilli Gruber, la quale ha spalleggiato Severgnini ricordando al prof che negli Stati Uniti e in Israele i bimbi vaccinati sono già milioni (in realtà a Tel Aviv hanno cominciato da poco e le prime dosi sono state somministrate a qualche centinaio di minori), e mentre l'altro rincarava dicendo che certe cose in televisione non si dicono e men che meno in prima serata, Crisanti è stato messo a tacere. Il luminare che fino all'altroieri era portato in palmo di mano e trattato come una star, ha provato a riprendere la parola, ma a questo punto è stata la volta di Giannini, il quale gli ha ricordato che dopo la Food and drugs administration e l'autorità farmaceutica israeliana, anche l'Ema, cioè l'ente Ue che vigila sulle medicine, ha dato via libera al vaccino per i piccoli. Il senso dell'obiezione era chiaro: come si permette lei, semplice professore di microbiologia, di contestare una decisione presa da istituzioni tanto prestigiose? Crisanti ha provato a replicare, ricordando che l'autorità europea aveva dato via libera al vaccino Astrazeneca per i giovani, salvo poi, dopo una serie di casi avversi, essere costretta a fare marcia indietro. Ma i suoi tentativi di riportare il discorso in carreggiata, senza farsi stoppare dagli improvvisati virologi, sono stati conclusi da una sentenza lapidaria di Rosy Bindi, riemersa dall'oltretomba della politica in vista dell'elezione del prossimo capo dello Stato: «Io penso che dobbiamo fermarci». Nel senso che per il professore era preferibile non insistere. In conclusione, i messaggi spediti all'unico che, in materia di vaccini, aveva qualche cosa da dire e qualche competenza per dirla, sono stati i seguenti. Primo, meglio non dire ciò che si pensa, perché altrimenti le persone si spaventano. Secondo, evitare di esprimere opinioni in contrasto con le decisioni degli enti che autorizzano i farmaci, sennò si rischia di perdere di autorevolezza. Terzo, i dubbi non vanno espressi, in quanto si finisce - come ha detto Lilli Gruber - per dar ragione ai No vax. Quarto, la soluzione migliore è tapparsi la bocca.Crisanti avvisato, mezzo salvato: se non vuole in futuro essere etichettato come terrapiattista, deve mettersi il bavaglio. Se no rischia di far la fine di Enrico Montesano.
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