2022-11-10
Covid, Lombardia come il Pd va allo scontro col governo
Attilio Fontana (Imagoeconomica)
Attilio Fontana e Guido Bertolaso ordinano a medici e infermieri privi della terza dose di vaccino di non entrare a contatto con i malati. Una sciocchezza scientifica. Peggio, una grave violazione delle libertà e dei diritti. Ripensateci.La Regione Lombardia ha deciso di fare propria una proposta del Pd sull’impiego dei medici e degli infermieri che non si sono vaccinati contro il Covid. In pratica, la giunta guidata da Attilio Fontana ha scelto di uniformarsi alle normative già annunciate da Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, il primo governatore della Puglia e il secondo della Campania, entrambi esponenti del Partito democratico. Aver deciso di adeguarsi alle direttive di Regioni che contestano il decreto legge del governo sulla riammissione in servizio del personale che non si è sottoposto in tutto o in parte alle iniezioni anti Covid, suscita molte perplessità, perché se neppure un’amministrazione di centrodestra mette in pratica ciò che ha deciso il governo di centrodestra, c’è da chiedersi chi comandi in Italia e perché un cittadino debba rispettare la legge se neppure le istituzioni lo fanno. La scelta della Lombardia però non genera solo stupore, ma rischia di produrre almeno un paio di conseguenze che non sono affatto da sottovalutare. La prima riguarda il probabile contenzioso giudiziario. Infatti, medici e infermieri che rientrando in servizio in forza di una legge nazionale si vedessero destinati a diversi incarichi da quelli svolti in precedenza, potrebbero adire le vie legali, sostenendo di essere stati demansionati e impiegati in funzioni che ritengono non adeguate. Già nei mesi scorsi abbiamo assistito a giudici che hanno annullato le disposizioni di amministrazioni ospedaliere, ritenendo che la sospensione dal lavoro di chi non si è vaccinato non fosse in alcun modo giustificabile nonostante le determinazioni del governo. In pratica, secondo alcuni magistrati il diritto del lavoro era preminente rispetto ad altri tenuti in considerazione dalle norme dell’esecutivo. Ma oggi, dopo il provvedimento preso dal ministro della Salute di annullare le sospensioni di medici e infermieri, insistere con un atteggiamento di esclusione del personale, senza neppure il sostegno delle esigenze sanitarie, è probabilmente destinato a suscitare ricorsi a non finire davanti al tribunale. E anche probabili condanne. C’è un motivo specifico per assumersi questo rischio? A me pare di no, perché ormai è noto che un vaccinato ha le stesse probabilità di ammalarsi di Covid di un non vaccinato e, allo stesso tempo, ha uguali possibilità di contagiare. In corsia, che siano ricoverate persone fragili o meno, un vaccinato o un non vaccinato non fanno differenza, e chi sostiene il contrario è in malafede. Infatti, per giustificare lo spostamento a incarichi lontano dai pazienti, non si dice che medici e infermieri che non hanno ricevuto l’iniezione anti Covid possono contagiare i malati, ma si sostiene che la destinazione a incarichi non a contatto con il pubblico è fatta a tutela dei non vaccinati, per non farli ammalare, perché chi non è immunizzato potrebbe avere conseguenze più critiche rispetto a chi lo è. È chiaro che le preoccupazioni di coloro che solo oggi si allarmano per chi non ha fatto il vaccino appaiono pelose e per niente convincenti, e certo sarebbero spazzate via da qualsiasi giudice del lavoro.Tuttavia, non c’è solo questo argomento a farci ritenere che la Lombardia abbia sbagliato a isolare il personale che non ha offerto il braccio alla patria. Prima di tutto, noi continuiamo a vedere una questione fondamentale che riguarda la libertà di cura e il rispetto dei diritti dei cittadini, i quali se non possono essere discriminati in base al sesso, alla religione e alle opinioni politiche, altrettanto - nel momento in cui non possono più essere etichettati come pericolosi untori - non possono essere discriminati in base al numero di vaccinazioni ottenute. Un medico che, ricevute due iniezioni e poi, dopo aver contratto il Covid, non si sia prestato alla terza e venga trattato come un appestato, dovrebbe essere motivo di allarme per chiunque abbia a cuore le libertà fondamentali di un cittadino. Non è questione di sicurezza e neppure di credere o non credere nella scienza: è una faccenda che riguarda la tutela della libertà e dei diritti. Chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò, come si sta facendo, significa chiuderli per sempre davanti a una questione che riguarda la democrazia di questo Paese. Dunque, se posso permettermi, inviterei Fontana a riflettere sulla decisione presa e a correggerla senza indugio. A differenza della sinistra, un vero liberale non ragiona per dogmi, ma con la propria testa. Beh, è il momento di usarla.
Jose Mourinho (Getty Images)