2022-10-20
La Costituzione va letta per intero: tutela anche famiglia naturale e vita
Oggi tutti la difendono contro lo spettro del «ritorno del fascismo». Ma se ne dimenticano quando propongono indottrinamenti gender o leggi bavaglio come il ddl Zan. «Diritti» che non compaiono tra i principi della Carta.La Costituzione va rispettata tutta intera, dal primo all’ultimo articolo, evitando quella lettura «a macchia di leopardo» che fa rimarcare ciò che piace e tacere ciò che non aggrada. È una considerazione che è quanto mai opportuna in questi giorni, in cui il «delirio» del «rischio» fascismo ha contagiato politici, tuttologi, giornali e tv, che hanno mal digerito la vittoria elettorale del centro destra.Lo spettro delirante del ritorno al fascismo, che la sinistra ha paventato lungo tutta la campagna elettorale proponendolo come unico e qualificante argomento di contrapposizione al centrodestra, non ha reso frutto e gli italiani, con buon senso e senso della realtà, hanno pensato che, dopo dieci anni di governi mai eletti dal popolo, era ora di tornare alla democrazia reale e scegliere liberamente a chi dare fiducia per guidare il Paese.Comunque sia, il delirio dell’imminente deriva fascista non ha ancora imparato la lezione e prosegue il suo sforzo di spaventare gli italiani che, da poveri e insensati idioti, hanno scelto la strada sbagliata. Così, Ignazio La Russa è un pericoloso «figlio del ventennio»; Giorgia Meloni ha pericolose radici nel Msi post-fascista; Lorenzo Fontana, poi, con l’aggravante di recitare cinquanta Ave Maria al giorno, non può che essere un filo-Putin e, dunque, un guerrafondaio. In occasione dell’anniversario del tragico e criminale evento del rastrellamento nazifascista degli Ebrei nel Ghetto di Roma (a proposito, mia madre - anche lei appartenente a quel pericoloso gruppo di sovversivi dediti alle cinquanta Ave Marie al giorno! - ne fu una diretta testimone, e si oppose alla barbarie, insieme ad altre amiche, con l’unica arma disponibile, il santo rosario, appunto), si è fatto giustamente appello alla nostra Costituzione, ricordando le sue rigorose radici antifasciste.Corretto, ineccepibile e doveroso: ribadire la ferma volontà che quella tragica storia non deve riprendere forma e vita nel nostro Paese. Ciò detto, va ricordato a chi soffre di amnesia, che la Costituzione della Repubblica si fonda su principi di riconoscimento e difesa della vita, della persona, della famiglia naturale, della libertà di pensiero e opinione che sono le fondamenta della società democratica, veramente antifascista. Se è vero, come è vero, che dittature violente e derive autoritarie sono incompatibili con la Costituzione è altrettanto vero che matrimoni egualitari, indottrinamenti gender (nella scuola, nello sport, nella comunicazione, nella informazione), «diritto di aborto», leggi bavaglio del tipo ddl Zan sono totalmente fuori dalla nostra Costituzione: i cosiddetti «diritti civili» non hanno cittadinanza fra i principi costituzionali.Dunque, mentre si invoca a gran voce di stare tenacemente legati alle radici antifasciste del nostro Paese, ci auguriamo che si rimanga altrettanto strettamente legati alle tradizioni culturali e civili del nostro popolo, che ha sempre visto nella famiglia mamma, papà e figli il vero perno della società, evitando «colonizzazioni ideologiche» il cui scopo è la sovversione radicale delle strutture fondanti la società.Lo psicodramma dell’imminente dittatura fascista fa parte dell’usuale strategia di criminalizzazione dell’avversario politico: una sorta di «passepartout» capace di creare un clima di sospetto anche attorno a donne e uomini che nulla hanno a che fare con la storia di quel regime.Così, oggi, è fascista chiunque crede alla famiglia naturale, alla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale; chiunque ritiene che il diritto alla vita del bimbo nel grembo materno è un bene da tutelare, così come il rispetto della vita della persona debole e sofferente, da sottrarre alla disperazione della «morte medicalmente assistita». Per non parlare dei valori della tradizione cristiana, che non vanno neppure menzionati, al punto che «recitare il rosario» diventa, un atto incivile, poco consono a un presidente della Camera.Nilde Jotti, deputata della Repubblica con Pci, Pds e Ds, ha ricoperto quel ruolo dal 1979 al 1992 ed è stata compagna di partito e di vita, dal 1948 al 1964, di un signore di nome Palmiro Togliatti, che nel 1956 sostenne il bagno di sangue in cui fu soffocata la rivolta popolare ungherese; Giorgio Napolitano, nel congresso del Pci del 1956, difese l’invasione dell’Ungheria e la conseguente repressione cruenta da parte dell’Urss, polemizzando con gli stessi «compagni» che ne volevano prendere le distanze: innocue «bagatelle», piccoli peccati veniali, che non fecero sorgere alcun dubbio sull’autenticità dello spirito democratico che animava quei personaggi, nell’atto di assumere importanti ruoli istituzionali. Ma recitare il rosario e credere nella famiglia naturale, questo sì è un terribile pericolo per la democrazia nel nostro Paese.
(Esercito Italiano)
Si è conclusa l’esercitazione «Mangusta 2025», che ha visto impiegati, tra le provincie di Pisa, Livorno, Siena, Pistoia e Grosseto, oltre 1800 militari provenienti da 7 diverse nazioni e condotta quest’anno contemporaneamente con le esercitazioni CAEX II (Complex Aviation Exercise), dell'Aviazione dell'Esercito, e la MUFLONE, del Comando Forze Speciali dell’Esercito.
L’esercitazione «Mangusta» è il principale evento addestrativo annuale della Brigata Paracadutisti «Folgore» e ha lo scopo di verificare la capacità delle unità paracadutiste di pianificare, preparare e condurre un’operazione avioportata in uno scenario di combattimento ad alta intensità, comprendente attività di interdizione e contro-interdizione d’area volte a negare all’avversario la libertà di movimento e ad assicurare la superiorità tattica sul terreno e la condotta di una operazione JFEO (Joint Forcible Entry Operation) che prevede l’aviolancio, la conquista e la tenuta di un obiettivo strategico.
La particolarità della «Mangusta» risiede nel fatto che gli eventi tattici si generano dinamicamente sul terreno attraverso il confronto diretto tra forze contrapposte, riproducendo un contesto estremamente realistico e imprevedibile, in grado di stimolare la prontezza decisionale dei Comandanti e mettere alla prova la resilienza delle unità. Le attività, svolte in modo continuativo sia di giorno che di notte, hanno compreso fasi di combattimento in ambiente boschivo e sotterraneo svolte con l’impiego di munizionamento a salve e sistemi di simulazione, al fine di garantire il massimo realismo addestrativo.
Di particolare rilievo le attività condotte con l’obiettivo di sviluppare e testare le nuove tecnologie, sempre più fondamentali nei moderni scenari operativi. Nel corso dell’esercitazione infatti, oltre ai nuovi sistemi di telecomunicazione satellitare, di cifratura, di alimentazione elettrica tattico modulare campale anche integrabile con pannelli solari sono stati impiegati il Sistema di Comando e Controllo «Imperio», ed il sistema «C2 DN EVO» che hanno consentito ai Posti Comando sul terreno di pianificare e coordinare le operazioni in tempo reale in ogni fase dell’esercitazione. Largo spazio è stato dedicato anche all’utilizzo di droni che hanno permesso di ampliare ulteriormente le capacità di osservazione, sorveglianza e acquisizione degli obiettivi.
La «Mangusta 2025» ha rappresentato un’importante occasione per rafforzare la cooperazione e l’amalgama all’interno della cosiddetta Airborne Community. A questa edizione hanno partecipato la Brigata Paracadutisti Folgore, la 1st Airborne Brigade giapponese, l’11th Parachute Brigade francese, il 16 Air Assault Brigade Combat Team britannica, il Paratrooper Regiment 31 e la Airborne Reconnaissance Company 260 tedesche, la Brigada «Almogávares» VI de Paracaidistas e la Brigada de la Legión «Rey Alfonso XIII» spagnole e la 6th Airborne Brigade polacca.
L’esercitazione ha visto il contributo congiunto di più Forze Armate e reparti specialistici. In particolare, l’Aviazione dell’Esercito ha impiegato vettori ad ala rotante CH-47F, UH-90A, AH-129D, UH-205A e UH-168B/D per attività di eliassalto ed elitrasporto. L’Aeronautica Militare ha assicurato il supporto con velivoli da trasporto C-27J e C-130J della 46ª Brigata Aerea, impiegati per l’aviolancio di carichi e personale, oltre a partecipare con personale paracadutista «Fuciliere dell’Aria» del 16° Stormo «Protezione delle Forze» e fornendo il supporto logistico e di coordinamento dell’attività di volo da parte del 4° Stormo.
A completare il dispositivo interforze, la 2ª Brigata Mobile Carabinieri ha partecipato con unità del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti «Tuscania», del 7° Reggimento Carabinieri «Trentino Alto Adige» e del 13° Reggimento Carabinieri «Friuli Venezia Giulia». Il 1° Tuscania ha eseguito azioni tipiche delle Forze Speciali, mentre gli assetti del 7° e 13° alle attività di sicurezza e controllo nell’area d’esercitazione e alle attività tattiche di contro-interdizione.
Questa sinergia ha permesso di operare efficacemente in un ambiente operativo multi-dominio, favorendo l’interoperabilità tra unità, sistemi e procedure, contribuendo a consolidare la capacità di coordinamento e integrazione.
Oltre a tutti i Reparti della Brigata Paracadutisti «Folgore», l’esercitazione ha visto la partecipazione del: 1° Reggimento Aviazione dell'Esercito «Antares», 4° Reggimento Aviazione dell'Esercito «Altair», 5° Reggimento Aviazione dell'Esercito «Rigel», 7° Reggimento Aviazione dell'Esercito «Vega», 66° Reggimento Fanteria Aeromobile «Trieste», 87° Reparto Comando e Supporti Tattici «Friuli», 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti «Col Moschin», 185° Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi «Folgore», 4° Reggimento Alpini Paracadutisti, 1° Reggimento «Granatieri di Sardegna», 33° Reggimento Supporto Tattico e Logistico «Ambrosiano», 33° Reggimento EW, 13° Reggimento HUMINT, 9° Reggimento Sicurezza Cibernetica «Rombo» e 4° Reparto di Sanità «Bolzano» e di assetti di specialità dotati di sistema d’arma «Stinger» del 121° Reggimento artiglieria contraerei «Ravenna».
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