2023-03-10
«Così il virus è nato in laboratorio». I tre indizi chiave dell’ex capo dei Cdc
Davanti al Congresso Usa, Robert Redfield ha ricostruito ciò che accadde a Wuhan nel settembre 2019: «Le sequenze sono state distrutte, poi i militari hanno preso il comando. Infine il sistema di ventilazione è stato rifatto».Tre indizi fanno una prova. E sono tre gli eventi sospetti avvenuti nel laboratorio di Wuhan nel settembre 2019, pochi mesi prima che scoppiasse ufficialmente la pandemia. Tre indizi che confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, che la pandemia che ha sconvolto il mondo, seminato morte e distrutto le economie occidentali è stata molto probabilmente causata da un «incidente» avvenuto in un laboratorio in Cina, finanziato dagli Stati Uniti.Li ha raccontati il dottor Robert Redfield, ex potentissimo direttore dei Centers for disease control americani (Cdc) ai tempi dello scoppio della pandemia, audito dalla commissione d’inchiesta del Congresso Usa istituita per indagare sull’origine del coronavirus. «In quel laboratorio sono successe tre cose. Innanzitutto hanno cancellato le sequenze del virus: molto strano, i ricercatori non lo fanno mai. Poi», ha continuato Redfield, «la gestione del laboratorio è passata da un comando civile a un comando militare: molto, molto insolito. Terzo indizio, estremamente eloquente, è stato consentito a un appaltatore di rifare il sistema di ventilazione del laboratorio. Ci sono prove evidenti che un evento significativo si sia verificato in quel laboratorio nel settembre 2019: ora si può dire, i documenti sono ormai declassificati». L’«evento significativo» cui fa riferimento Redfield è, evidentemente, la fuga del virus dal laboratorio. Le sue rivelazioni consentono di stringere il cerchio intorno ai ricercatori cinesi e a chi li ha finanziati: il direttore del Nih - National institutes of health (l’Istituto superiore di sanità americano), Francis Collins e Anthony Fauci, ex consigliere scientifico di Joe Biden e di altri sei presidenti Usa, che ha rassegnato le sue dimissioni a dicembre 2022.Le conferme sull’origine artificiale del Sars Cov-2 sono ormai numerosissime e trovano continui riscontri. A proposito del primo indizio menzionato da Redfield, è ormai noto che il 12 settembre 2019, dal laboratorio di Wuhan, diretto dalla ricercatrice cinese Shi Zhengli, sia stato cancellato il database con 22.257 virus, impedendo di fatto qualsiasi futura verifica di un’eventuale associazione tra i virus custoditi nell’archivio di Wuhan e il Sars Cov-2. Shi ha lavorato a stretto contatto con gli scienziati americani Peter Daszak, presidente della Ong americana Ecohealth Alliance, e Ralph Baric, microbiologo dell’università del North Carolina. Gli esperimenti di Daszak e Baric sono stati sovvenzionati da Fauci e Collins, il primo per quasi 14 milioni di dollari, il secondo per 122,8 milioni di dollari destinati a 168 progetti. Non solo: il 12 dicembre 2019, prima che la stessa Oms venisse a conoscenza delle polmoniti virali a Wuhan, Ralph Baric ha ceduto al Nih di Fauci e Moderna i suoi brevetti per i «candidati vaccini mRna contro il coronavirus, sviluppati e di proprietà congiunta di Niaid (Fauci) e di Moderna».Shi era di fatto la corrispondente cinese degli scienziati Usa: Wuhan chiedeva ogni anno i rimborsi spese per i suoi viaggi negli Usa. Erano gli anni in cui, con la presidenza di Barack Obama, le relazioni tra il Dragone e gli Stati Uniti erano solide e intense. La ricercatrice cinese collaborava con gli americani già dal 2015 e in quell’anno lei e Baric avevano firmato insieme un paper su Nature sui loro esperimenti sui coronavirus. Non a caso, quando il primo febbraio 2020 Fauci si ricordò di quel paper, convocò d’urgenza il suo vicedirettore al Niad, Hugh Auchincloss, per «parlarne subito», come emerge dai documenti declassificati. Riguardo al secondo indizio menzionato da Redfield, ci sono abbondanti prove che l’intelligence americana fosse al corrente degli esperimenti a Wuhan. Convocato dai repubblicani al Senato nel luglio 2021, Anthony Fauci aveva negato con decisione che la ricerca di EcoHealth Alliance da lui sovvenzionata fosse «gain of function» (controverso metodo di ricerca scientifica che prevede la manipolazione di agenti patogeni pericolosi per l’uomo, vietata in America dal 2014 al 2017). Ma è stato proprio un documento del Darpa (Defense advanced research projects Agency, l’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare, tra cui i vaccini mRna) a smentirlo: il 13 agosto 2021, due settimane dopo l’audizione di Fauci, il Comandante della Marina Joseph Murphy ha scritto all’ispettore generale mettendo nero su bianco che «il Darpa ha deciso di rifiutare il finanziamento del progetto cinese di Peter Daszak perché la metodologia è molto vicina a essere “gain-of function”, tipo di ricerca vietata negli Usa». Anche il sito Politico ha riferito che l’Istituto di virologia di Wuhan ha partecipato apertamente alla ricerca gain of function in collaborazione con università e istituzioni statunitensi». Secondo Politico, il governo degli Stati Uniti aveva prove che i laboratori cinesi stavano eseguendo ricerche «gain of function» su scala molto più ampia di quanto divulgato pubblicamente.«Fauci ha mentito intenzionalmente quando ha negato che il Nih finanziasse questo tipo di ricerche?», ha chiesto la deputata repubblicana Nicole Malliotakis. «Penso che non ci sia alcun dubbio che il Nih abbia finanziato ricerche gain of function», ha risposto senza esitazioni Redfield. «Quindi queste ricerche sono state pagate con le tasse dei contribuenti americani?», ha incalzato Malliotakis. «Non solo», ha replicato Redfield, «oltre al Nih sono state finanziate anche dal Dipartimento di Stato, dall’Usaid e dal DoD (Dipartimento della Difesa Usa, ndr)». Redfield, nominato da Donald Trump nel 2018, ha anche confermato di aver avvisato Fauci dell’ipotesi della fuga di laboratorio e di essere stato da lui escluso dalle riunioni: «Avevo un punto di vista diverso, loro volevano una narrazione unica». Ha lasciato l’incarico a gennaio 2021, con l’arrivo di Joe Biden… e dei vaccini.