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2022-07-26
Cortona On The Move: al via la dodicesima edizione del festival internazionale della fotografia
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Suggestivo borgo toscano affacciato sulla Valdichiana e racchiuso dall’antica cinta muraria etrusca, Cortona è davvero una cittadina gioiello. Girovagare per i suo vicoli, salire la scalinata di pietra che porta all’imponente palazzo comunale e alla sua torre con orologio, ammirare l’Annunciazione del Beato Angelico custodita al Museo Diocesano, spingersi sino all’antica fortezza militare del Girifalco o all’eremo francescano ( il primo convento costruito da San Francesco d’ Assisi nel 1211), è un’esperienza che definirei quasi mistica. Se non fosse per le migliaia di turisti che ogni anno l’affollano, Cortona sembrerebbe quasi un luogo fuori dal tempo, uno di quei posti in cui la vita scorre lenta, quasi in un’altra dimensione.
E proprio qui, a cavallo fra la Toscana e l’Umbria, da dodici anni a questa parte si svolge Cortona On The Move, uno dei festival di fotografia più importanti al mondo, una manifestazione diffusa sul territorio che al territorio da valore aggiunto e da cui il territorio, a sua volta, tra valore. Fulcro della manifestazione, naturalmente, le mostre fotografiche, sempre numerose e di altissimo livello, alle quali fanno da contorno talk, workshop, visite guidate, cene e aperitivi, conferenze e momenti unici di spettacolo.
La Chiesa di San Marco, l’ex Magazzino delle carni, la Fortezza del Girifalco e Palazzo Baldelli le location «tradizionali». Ma in realtà, per tutta la durata del festival o quasi, l’intera cittadina diventa un polo espositivo, una sorta di museo a cielo aperto, diurno e notturno, visto che molte mostre sono dislocate per tutto il centro storico, nei locali, nelle vie e nelle piazze.
Mentre ti perdi per le stradine di pietra, ti soffermi a un caffè, sorseggi del buon vino, assapori straordinari salumi – e intanto ammiri le tante foto appese ovunque - ti accorgi che c’è sempre qualcuno che, a sua volta, sta immortalando qualcosa. E accanto al neofita, ti capita di incontrare il fotografo di fama. O il professionista. Solitamente lo riconosci perché non scatta con il cellulare…
Cortona On The Move 2022
Arricchita di una nuova location, la «Stazione C» a Camucia, nell’edizione 2022 Cortona On The Move prosegue la sua ricerca nell’ambito della fotografia documentaria, con particolare attenzione all’incessante evoluzione del linguaggio visivo: «estendendo le collaborazioni internazionali e presentando produzioni originali e inedite. Il festival ambisce a diventare un protagonista della produzione fotografica a livello internazionale» ha dichiarato Veronica Nicolardi, nuova direttrice del festival, «e a rendere la sua ricerca sul linguaggio fotografico accessibile e comprensibile al grande pubblico, facendone un fattore di scambio e accrescimento culturale ».
«Me, Myself and Eye» il tema conduttore e fra le tante mostre in programma, sicuramente da segnalare American Pictures – I just do things del fotografo e scrittore danese Jacob Holdt, una straordinaria raccolta di oltre 18 mila fotografie che documentano il razzismo, la povertà, l’oppressione, l’amore, l’odio e l’amicizia in America; I Do (si, lo voglio), una selezione di selezionato fotografi di matrimonio provenienti da 4 continenti; As it was Give(n) to Me, dell’americana Stacy Kranitz, un racconto in immagini dell’esplorazione e dell’estrazione del carbone nella regione degli Appalachi, negli Stati Uniti, con il conseguente, estremo impoverimento del territorio e dei suoi abitanti e, da ultimo, Déjà View, un dialogo visivo tra due vasti archivi fotografici: quello del fotografo britannico Martin Parr, considerato uno dei più importanti autori viventi, e quello di The Anonymous Project, iniziativa artistica avviata nel 2017 da Lee Shulman, che raccoglie e conserva diapositive a colori scattate da fotografi non professionisti in tutto il mondo. Gli abbinamenti di immagini che ne risultano sono spesso inaspettati e fanno riflettere su quanto profondamente cambi il significato di un’immagine a seconda dell’osservatore e del contesto.
Per chi volesse visitare il festival, oltre che Cortona e dintorni, il programma completo è scaricabile dal sito Cortona On The Move
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Dal 14 luglio al 2 ottobre 2022 apre al pubblico il festival internazionale di fotografia Cortona On The Move, con decine di mostre dislocate tra il centro storico della città, la Fortezza medicea del Girifalco e la nuova location «Stazione C» a Camucia, frazione del Comune di Cortona. Tema conduttore «Me, Myself and Eye», ossi l’intima relazione fra fotografia, società e identità.Suggestivo borgo toscano affacciato sulla Valdichiana e racchiuso dall’antica cinta muraria etrusca, Cortona è davvero una cittadina gioiello. Girovagare per i suo vicoli, salire la scalinata di pietra che porta all’imponente palazzo comunale e alla sua torre con orologio, ammirare l’Annunciazione del Beato Angelico custodita al Museo Diocesano, spingersi sino all’antica fortezza militare del Girifalco o all’eremo francescano ( il primo convento costruito da San Francesco d’ Assisi nel 1211), è un’esperienza che definirei quasi mistica. Se non fosse per le migliaia di turisti che ogni anno l’affollano, Cortona sembrerebbe quasi un luogo fuori dal tempo, uno di quei posti in cui la vita scorre lenta, quasi in un’altra dimensione. E proprio qui, a cavallo fra la Toscana e l’Umbria, da dodici anni a questa parte si svolge Cortona On The Move, uno dei festival di fotografia più importanti al mondo, una manifestazione diffusa sul territorio che al territorio da valore aggiunto e da cui il territorio, a sua volta, tra valore. Fulcro della manifestazione, naturalmente, le mostre fotografiche, sempre numerose e di altissimo livello, alle quali fanno da contorno talk, workshop, visite guidate, cene e aperitivi, conferenze e momenti unici di spettacolo. La Chiesa di San Marco, l’ex Magazzino delle carni, la Fortezza del Girifalco e Palazzo Baldelli le location «tradizionali». Ma in realtà, per tutta la durata del festival o quasi, l’intera cittadina diventa un polo espositivo, una sorta di museo a cielo aperto, diurno e notturno, visto che molte mostre sono dislocate per tutto il centro storico, nei locali, nelle vie e nelle piazze. Mentre ti perdi per le stradine di pietra, ti soffermi a un caffè, sorseggi del buon vino, assapori straordinari salumi – e intanto ammiri le tante foto appese ovunque - ti accorgi che c’è sempre qualcuno che, a sua volta, sta immortalando qualcosa. E accanto al neofita, ti capita di incontrare il fotografo di fama. O il professionista. Solitamente lo riconosci perché non scatta con il cellulare… Cortona On The Move 2022Arricchita di una nuova location, la «Stazione C» a Camucia, nell’edizione 2022 Cortona On The Move prosegue la sua ricerca nell’ambito della fotografia documentaria, con particolare attenzione all’incessante evoluzione del linguaggio visivo: «estendendo le collaborazioni internazionali e presentando produzioni originali e inedite. Il festival ambisce a diventare un protagonista della produzione fotografica a livello internazionale» ha dichiarato Veronica Nicolardi, nuova direttrice del festival, «e a rendere la sua ricerca sul linguaggio fotografico accessibile e comprensibile al grande pubblico, facendone un fattore di scambio e accrescimento culturale ».«Me, Myself and Eye» il tema conduttore e fra le tante mostre in programma, sicuramente da segnalare American Pictures – I just do things del fotografo e scrittore danese Jacob Holdt, una straordinaria raccolta di oltre 18 mila fotografie che documentano il razzismo, la povertà, l’oppressione, l’amore, l’odio e l’amicizia in America; I Do (si, lo voglio), una selezione di selezionato fotografi di matrimonio provenienti da 4 continenti; As it was Give(n) to Me, dell’americana Stacy Kranitz, un racconto in immagini dell’esplorazione e dell’estrazione del carbone nella regione degli Appalachi, negli Stati Uniti, con il conseguente, estremo impoverimento del territorio e dei suoi abitanti e, da ultimo, Déjà View, un dialogo visivo tra due vasti archivi fotografici: quello del fotografo britannico Martin Parr, considerato uno dei più importanti autori viventi, e quello di The Anonymous Project, iniziativa artistica avviata nel 2017 da Lee Shulman, che raccoglie e conserva diapositive a colori scattate da fotografi non professionisti in tutto il mondo. Gli abbinamenti di immagini che ne risultano sono spesso inaspettati e fanno riflettere su quanto profondamente cambi il significato di un’immagine a seconda dell’osservatore e del contesto.Per chi volesse visitare il festival, oltre che Cortona e dintorni, il programma completo è scaricabile dal sito Cortona On The Move
La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina
Il tema di quest’anno, Angeli e Demoni, ha guidato il percorso visivo e narrativo dell’evento. Il manifesto ufficiale, firmato dal torinese Antonio Lapone, omaggia la Torino magica ed esoterica e il fumetto franco-belga. Nel visual, una cosplayer attraversa il confine tra luce e oscurità, tra bene e male, tra simboli antichi e cultura pop moderna, sfogliando un fumetto da cui si sprigiona luce bianca: un ponte tra tradizione e innovazione, tra arte e narrazione.
Fumettisti e illustratori sono stati il cuore pulsante dell’Oval: oltre 40 autori, tra cui il cinese Liang Azha e Lorenzo Pastrovicchio della scuderia Disney, hanno accolto il pubblico tra sketch e disegni personalizzati, conferenze e presentazioni. Primo Nero, fenomeno virale del web con oltre 400.000 follower, ha presentato il suo debutto editoriale con L’Inkredibile Primo Nero Show, mentre Sbam! e altre case editrici hanno ospitato esposizioni, reading e performance di autori come Giorgio Sommacal, Claudio Taurisano e Vince Ricotta, che ha anche suonato dal vivo.
Il cosplay ha confermato la sua centralità: più di 120 partecipanti si sono sfidati nella tappa italiana del Nordic Cosplay Championship, con Carlo Visintini vincitore e qualificato per la finale in Svezia. Parallelamente, il propmaking ha permesso di scoprire il lavoro artigianale dietro armi, elmi e oggetti scenici, rivelando la complessità della costruzione dei personaggi.
La musica ha attraversato generazioni e stili. La Battle of the Bands ha offerto uno spazio alle band emergenti, mentre le icone delle sigle tv, Giorgio Vanni e Cristina D’Avena, hanno trasformato l’Oval in un grande palco popolare, richiamando migliaia di fan. Non è mancato il K-pop, con workshop, esibizioni e karaoke coreano, che ha coinvolto i più giovani in una dimensione interattiva e partecipativa. La manifestazione ha integrato anche dimensioni educative e culturali. Il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha esplorato il ruolo della matematica nei fumetti, mostrando come concetti scientifici possano dialogare con la narrazione visiva. Lo chef Carlo Mele, alias Ojisan, ha illustrato la relazione tra cibo e animazione giapponese, trasformando piatti iconici degli anime in esperienze reali. Il pubblico ha potuto immergersi nella magia del Villaggio di Natale, quest’anno allestito nella Casa del Grinch, tra laboratori creativi, truccabimbi e la Christmas Elf Dance, mentre l’area games e l’area videogames hanno offerto tornei, postazioni libere e spazi dedicati a giochi indipendenti, modellismo e miniature, garantendo una partecipazione attiva e immersiva a tutte le età.
Con 28.000 visitatori in due giorni, Xmas Comics & Games conferma la propria crescita come festival della cultura pop, capace di unire creatività, spettacolo e narrazione, senza dimenticare la componente sociale e educativa. Tra fumetti, cosplay, musica e gioco, Torino è diventata il punto d’incontro per chi vuole vivere in prima persona il racconto pop contemporaneo, dove ogni linguaggio si intreccia e dialoga con gli altri, trasformando la fiera in una grande esperienza culturale condivisa.
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i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
La Somalia è intrappolata in una spirale di instabilità sempre più profonda: un’insurrezione jihadista in crescita, un apparato di sicurezza inefficiente, una leadership politica divisa e la competizione tra potenze vicine che alimenta rivalità interne. Il controllo effettivo del governo federale si riduce ormai alla capitale e a poche località satelliti, una sorta di isola amministrativa circondata da gruppi armati e clan in competizione. L’esercito nazionale, logorato, frammentato e privo di una catena di comando solida, non è in grado di garantire la sicurezza nemmeno sulle principali rotte commerciali che costeggiano il Paese. In queste condizioni, il collasso dell’autorità centrale e la caduta di Mogadiscio nelle mani di gruppi ostili rappresentano scenari sempre meno remoti, con ripercussioni dirette sulla navigazione internazionale e sulla sicurezza regionale.
La pirateria somala, un tempo contenuta da pattugliamenti congiunti e operazioni navali multilaterali, è oggi alimentata anche dal radicamento di milizie jihadiste che controllano vaste aree dell’entroterra. Questi gruppi, dopo anni di scontri contro il governo federale e di brevi avanzate respinte con l’aiuto delle forze speciali straniere, hanno recuperato terreno e consolidato le proprie basi logistiche proprio lungo i corridoi costieri. Da qui hanno intensificato sequestri, assalti e sabotaggi, colpendo infrastrutture critiche e perfino centri governativi di intelligence. L’attacco del 2025 contro una sede dei servizi somali, che portò alla liberazione di decine di detenuti, diede il segnale dell’audacia crescente di questi movimenti.
Le debolezze dell’apparato statale restano uno dei fattori decisivi. Nonostante due decenni di aiuti, investimenti e programmi di addestramento militare, le forze somale non riescono a condurre operazioni continuative contro reti criminali e gruppi jihadisti. Il consumo interno di risorse, la corruzione diffusa, i legami di fedeltà clanici e la dipendenza dall’Agenzia dell’Unione africana per il supporto alla sicurezza hanno sgretolato ogni tentativo di riforma. Nel frattempo, l’interferenza politica nella gestione della missione internazionale ha sfiancato i donatori, ridotto il coordinamento e lasciato presagire un imminente disimpegno. A questo si aggiungono le tensioni istituzionali: modifiche costituzionali controverse, una mappa federale contestata e tentativi percepiti come manovre per prolungare la permanenza al potere della leadership attuale hanno spaccato la classe politica e paralizzato qualsiasi risposta comune alla minaccia emergente. Mentre i vertici si dividono, le bande armate osservano, consolidano il controllo del territorio e preparano nuovi colpi contro la navigazione e le città costiere. Sul piano internazionale cresce il numero di governi che, temendo un collasso definitivo del sistema federale, sondano discretamente la possibilità di una trattativa con i gruppi armati. Ma l’ipotesi di una Mogadiscio conquistata da milizie che già controllano ampie aree della costa solleva timori concreti: un ritorno alla pirateria sistemica, attacchi oltre confine e una spirale di conflitti locali che coinvolgerebbe l’intero Corno d’Africa.
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Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)
Un elemento significativo di queste elezioni presidenziali è stata l’elevata affluenza alle urne, che si è rivelata in aumento del 38% rispetto al 2021. Quelle di ieri sono infatti state le prime elezioni tenute dopo che, nel 2022, è stato introdotto il voto obbligatorio. La vittoria di Kast ha fatto da contraltare alla crisi della sinistra cilena. Il presidente uscente, Gabriel Boric, aveva vinto quattro anni fa, facendo leva soprattutto sull’impopolarità dell’amministrazione di centrodestra, guidata da Sebastián Piñera. Tuttavia, a partire dal 2023, gli indici di gradimento di Boric sono iniziati a crollare. E questo ha danneggiato senza dubbio la Jara, che è stata ministro del Lavoro fino allo scorso aprile. Certo, Kast si accinge a governare a fronte di un Congresso diviso: il che potrebbe rappresentare un problema per alcune delle sue proposte più incisive. Resta tuttavia il fatto che la sua vittoria ha avuto dei numeri assai significativi.
«La vittoria di Kast in Cile segue una serie di elezioni in America Latina che negli ultimi anni hanno spostato la regione verso destra, tra cui quelle in Argentina, Ecuador, Costa Rica ed El Salvador», ha riferito la Bbc. Lo spostamento a destra dell’America Latina è una buona notizia per la Casa Bianca. Ricordiamo che, alcuni giorni fa, Washington a pubblicato la sua nuova strategia di sicurezza nazionale: un documento alla cui base si registra il rilancio della Dottrina Monroe. Per Trump, l’obiettivo, da questo punto di vista, è duplice. Innanzitutto, punta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare. In secondo luogo, mira ad arginare l’influenza geopolitica della Cina sull’Emisfero occidentale. Vale a tal proposito la pena di ricordare che Boric, negli ultimi anni, ha notevolmente avvicinato Santiago a Pechino. Una linea che, di certo, a Washington non è stata apprezzata.
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