2023-06-06
La Corte dei conti fa salire la tensione con il governo sui controlli al Pnrr
Fiducia sul decreto Pa. Toghe contro lo scudo erariale: «In gioco la tutela dei cittadini». Giorgia Meloni: «Prorogate le norme Draghi».Il governo pone la questione di fiducia sul decreto Pubblica amministrazione, che contiene anche gli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti per quel che riguarda controllo concomitante e scudo erariale sui progetti del Pnrr, e i magistrati contabili insorgono. Ieri il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, ha annunciato la fiducia: oggi alle 12.30 sono previste le dichiarazioni di voto alla Camera, alle quali seguirà il voto per appello nominale.Gli emendamenti che accendono lo scontro sono la proroga di un anno, fino al 30 giugno 2024, del cosiddetto scudo erariale, che solleva gli amministratori pubblici da qualsiasi responsabilità contabile in caso di colpa grave, e la limitazione del controllo della Corte dei conti sulle spese per il Pnrr. Ieri mattina l’Associazione dei magistrati della Corte dei conti si è riunita in assemblea straordinaria per discutere di questi provvedimenti. A quanto apprende la Verità da fonti interne, i magistrati di estrazione progressista avrebbero voluto dare luogo a proteste immediate e di forte impatto, ma alla fine è prevalso un atteggiamento più dialogante nei confronti del governo, anche se la nota diramata al termine della riunione contiene critiche molto dure: «L’Associazione dei magistrati della Corte dei conti», recita il comunicato, «ribadisce la netta contrarietà alle due norme che sottraggono al controllo concomitante della Corte dei conti i progetti del Pnrr e prorogano l’esclusione della responsabilità amministrativa per condotte commissive gravemente colpose, tenute da soggetti sia pubblici che privati, riducendo di fatto la tutela della finanza pubblica. Non sono in gioco le funzioni della magistratura contabile ma la tutela dei cittadini. La conferma dello scudo erariale», si legge ancora nella nota, «in assenza del contesto di emergenza pandemica nel quale è nato, impedisce di perseguire i responsabili e di recuperare le risorse distratte, facendo sì che il danno resti a carico della collettività. Al contempo, l’abolizione di controlli in itinere, su attività specificamente volte al rilancio dell’economia, significa indebolire i presidi di legalità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa. L’Associazione, con gli strumenti che ha a disposizione, continuerà a svolgere le sue funzioni a difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura contabile. L’Associazione», conclude il comunicato, «nel sostenere i vertici istituzionali su quanto espresso nella recente audizione parlamentare, promuoverà ogni iniziativa utile a coniugare celerità e legalità dell’azione amministrativa, nel rispetto delle norme nazionali e dei vincoli europei». A quanto ci risulta, è soprattutto la proroga dello scudo erariale a suscitare la contrarietà dei magistrati contabili, che potrebbero ricorrere alla Corte costituzionale. Inevitabili gli attacchi delle opposizioni, con Pd, M5s e Avs che insorgono contro gli emendamenti, accusando il governo e la maggioranza di voler sostanzialmente impedire i controlli sul Pnrr. Tocca alla deputata Marta Schifone, capogruppo di Fdi in commissione Lavoro a Montecitorio, difendere in Aula il provvedimento: «Tra gli obiettivi del governo Meloni», sottolinea la Schifone, «c’è quello molto ambizioso di stringere un nuovo patto tra Stato e cittadini. Restituire agli italiani il volto di uno Stato amico, contribuendo a creare una nuova cultura di collaborazione. Per farlo bisogna ripartire dal capitale umano». Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Quarta Repubblica su Rete 4, attacca l’opposizione: «La sinistra», sottolinea la Meloni, «è molto in difficoltà, dice che c’è una deriva autoritaria se sulla Corte dei conti proroghi le norme del governo Draghi. Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. Dicono che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei conti che continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio». A proposito di Pnrr, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, spende parole rassicuranti sulla attuazione del piano: «Non voglio rinunciare proprio a niente», sottolinea Giorgetti, «se i fondi del Pnrr sono convenienti. Dobbiamo valutare quali siano gli investimenti più produttivi in termini di capacità di crescita per il Paese e se qualche progetto non è più attuale è nostro dovere rivederlo. Un eventuale fallimento dell’Italia sarebbe un colpo d’immagine, anche la Commissione europea ha interesse che l’Italia investa e si muova bene. Usciamo dal dibattito politico in questo scontro tra burocrazia italiana ed europea. I fondi ci sono, rimangono e rimangono la maggior parte dei progetti. Come è accaduto nel recente passato, quando sono stati esclusi i finanziamenti per due stadi, che, evidentemente, non avevano una diretta correlazione con l’incremento del potenziale di crescita, con le risorse risparmiate negli stadi potranno essere messe su infrastrutture energetiche. Mi pare una scelta giusta», aggiunge Giorgetti, «da apprezzare e non da criticare». Veniamo, appunto, ai progetti: una tabella del ministero dell’Economia elenca le «misure a rischio». Si tratta di una ricognizione ancora allo stato embrionale, che suddivide i progetti più a rischio (ricordiamo che possono essere modificati fino al prossimo agosto) suddividendoli a seconda di quanti «elementi di debolezza» li caratterizzano. Sono quattro le criticità prese in esame: aumento costi e/o scarsità materiali; squilibrio offerta/domanda, investimenti non attrattivi, impreparazione del tessuto produttivo; difficoltà normative, amministrative, gestionali; errori, rimodulazione target, indicatori per rendicontazione. Due le misure che fanno registrare tutti e quattro gli elementi di debolezza: quella per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico e gli investimenti in fognature e depurazioni. Tra gli altri progetti a rischio, lo sviluppo del biometano, lo sviluppo dell’industria cinematografica, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.