2024-01-22
Corano e cocaina: il patto di sangue tra narcos e jihadisti
Una retata in Brasile ha svelato la rete e il business di Hezbollah in Sud America. Ma il denaro conduce fino alla ‘ndrangheta.L’Ecuador è in balia delle bande criminali dopo la fuga del boss «Fito». Il Venezuela è controllato da tre gruppi, così come la Colombia. Mentre in Messico gli scontri tra rivali hanno già causato 333.308 morti.Eroina e cannabis dominano, mentre le sostanze sintetiche avanzano (45%). E in Italia la polvere bianca vanta 1 milione di clienti.Lo speciale contiene tre articoliMentre Israele reagiva contro Hamas a Gaza, l’Fbi metteva in guardia dal crescente rischio di terrorismo in tutto il mondo. Un mese dopo le stragi in Israele, l’8 novembre, abbiamo visto le prove della minaccia anche in Sud America: la polizia federale brasiliana ha scoperto un complotto di Hezbollah per attaccare obiettivi ebraici nel Paese. Ma cosa ci fanno gli Hezbollah in Sud America? Trafficano in droga, armi e qualsiasi cosa serva a finanziarsi in un contesto a loro favorevole con governi come quelli di Cuba, Colombia, Venezuela, Ecuador, Brasile, Bolivia e Paraguay, che hanno stretto legami molto forti con l’Iran (e con la Russia) in funzione antiamericana. Gli Hezbollah non operano più solo nell’area della «Triple Frontera», un’area di tre confini lungo la confluenza di Argentina, Brasile e Paraguay, come conferma alla Verità Maria Zuppello, giornalista e analista tra i massimi esperti dei fenomeni criminali in Sud America: «A novembre dello scorso anno, in Brasile, l’operazione Trapiche (deposito, ndr) ha portato all’arresto di due cittadini brasiliani, uno dei quali appena sbarcato dal Libano, con sospetti legami con Hezbollah. Secondo quanto riferito, erano stati reclutati in Libano per lanciare una serie di multipli attacchi terroristici contro diversi obiettivi ebraici e israeliani in tutto il Paese. A sottolineare l’importanza di questa operazione il fatto che il Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, nota per non rilasciare dichiarazioni pubbliche, su questa operazione abbia voluto, invece, dichiarare attraverso un comunicato, che la serie di attacchi - che avrebbero potuto causare la morte di centinaia di ebrei - se era stata pianificata dall’organizzazione terroristica Hezbollah, diretta e finanziata dal regime iraniano». A proposito della «Triple», va ricordato che è una delle principali rotte di transito della droga proveniente dalla Colombia e dal Sud America verso gli Stati Uniti e l’Europa. Si stima che il valore del traffico di droga nella regione sia di circa 70 miliardi di dollari all’anno. L’area è anche un importante centro di traffico di armi, di esseri umani e di contrabbando di merci. Secondo il rapporto «The illicit economies of the Triple Frontier», pubblicato nel 2022 dal Center for Strategic and international studies, il valore dei traffici illegali nella Triple Frontera, è stimato in circa 100 miliardi di dollari all’anno. Ma torniamo alla droga e agli Hezbollah, che in Sud America lavorano, ad esempio, con il principale gruppo criminale del Brasile, il Primo Comando da Capital (Pcc), come ci conferma Maria Zuppello: «Per quanto riguarda il narcotraffico, l’area più vulnerabile rimane il Sud del Brasile, non solo la Triple Frontera, ma anche la frontiera dello Stato brasiliano di Mato Grosso do Sul con il Paraguay. Le ragioni sono molteplici: la porosità delle frontiere, il potere del Pcc, che ormai si estende in Paraguay e garantisce la logistica della cocaina dal Paese vicino al Brasile, la corruzione delle autorità pubbliche. Tuttavia, la città di San Paolo, centro finanziario del Paese, rimane l’epicentro dove i membri di Hezbollah si incontrano ed elaborano strategie. Proprio a San Paolo è avvenuto l’arresto recente più eclatante, quello di Assad Khalil Kiwan, libanese, naturalizzato brasiliano, nel novembre del 2020». Il livello di sofisticazione è tale che Hezbollah, per gestire il traffico di droga, ha una vera e propria divisione chiamata Hezbollah business affairs component (Bac), unità che supervisiona il traffico di droga e le operazioni di riciclaggio di denaro per finanziare le attività terroristiche, procurare armi e sostenere le famiglie dei terroristi. Il Bac, sottolinea Maria Zuppello, è a sua volta parte dell’unità chiamata Hezbollah external security operation, che si occupa degli attacchi terroristici internazionali. «Khalil Kiwan è accusato di far parte di un’organizzazione criminale che esportava droga in Europa, in partenza dai porti brasiliani. Durante le indagini, la polizia federale ha sequestrato 50 tonnellate di cocaina. Mandati di perquisizione sono stati emessi oltre che in Brasile anche in Spagna, Colombia, Portogallo ed Emirati Arabi Uniti, a dimostrare come Hezbollah si muova attraverso reti internazionali». La lista dei libanesi, iraniani, siriani, turchi e iracheni che si occupano di narcotraffico è lunghissima ma un nome svetta su tutti: quello di Assad Ahmad Barakat, che appartiene a una potente famiglia sciita libanese affiliata a Hezbollah e leader dell’omonimo clan. Più volte arrestato e scarcerato dal 2021, vive in Brasile, continua a gestire i suoi traffici e, come sottolinea Maria Zuppello: «Il clan Barakat, che ha rapporti con la ’ndrangheta e il Pcc, ha un ruolo centrale in numerose attività illegali». Infine, dove ci sono le foglie di coca arrivano anche coloro che sanno farla diventare sostanza stupefacente, ovvero i chimici come Garip Uç, 38 anni, un esperto di nazionalità turca, arrivato come rifugiato in Brasile nel 2020. Conosciuto come «il chimico del Pcc». Dietro la facciata di un bar, gestiva, insieme a un brasiliano, un laboratorio di droga molto sofisticato nella cittadina di Praia Grande, in cui produceva anche il cosiddetto «dry marroquí», un hashish molto concentrato. Il fratello di Garip, Eray Uç, è invece accusato di aver preso parte a una rete internazionale di trafficanti di droga che davano a Hezbollah parte dei loro profitti in cambio di protezione per operare in Medio Oriente. Il patto tra terroristi islamici e cartelli di narcotrafficanti è un gigantesco problema, non solo per il Sud America ma anche per l’Europa, Italia compresa, come mostrano recenti indagini della Direzione investigativa antimafia (Dia), che hanno messo in luce gli accordi tra gli ’ndranghetisti, gli Hezbollah e gli uomini del Pcc. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/corano-e-cocaina-il-patto-di-sangue-tra-narcos-e-jihadisti-2667015903.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-faida-dei-cartelli-per-il-territorio-tiene-sotto-scacco-un-continente" data-post-id="2667015903" data-published-at="1705829230" data-use-pagination="False"> La faida dei cartelli per il territorio tiene sotto scacco un continente Sembrava tornata la calma in Ecuador grazie al massiccio intervento delle Forze armate dopo le rivolte nelle carceri, i rapimenti e i saccheggi dello scorso 9 gennaio invece giovedì è stato ucciso il procuratore César Suárez, incaricato di indagare sull’assalto armato alla televisione Tc da parte di una banda di narcotrafficanti, trasmesso in diretta la scorsa settimana. Lo riporta il quotidiano El Universo. Suarez è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre si trovava nella città di Guayaquil. Il caos in Ecuador è iniziato dopo la fuga dal carcere del leader José Adolfo Macías Villamar, noto come «Fito» e capo del gruppo criminale Los Choneros, che a oggi sarebbe riparato in Colombia. Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha dichiarato che il Paese è attualmente coinvolto «in un conflitto armato interno», rendendo necessario lo schieramento immediato delle Forze di sicurezza contro il crimine organizzato. Le due più grandi bande dell’Ecuador, Los Lobos e Los Choneros, avevano mantenuto a lungo una pace difficile, ma gli omicidi dei loro leader nel 2020 hanno scatenato una lotta per il potere. Da allora, i gruppi si sono rapidamente divisi in fazioni in lizza per il controllo del territorio, in particolare di Guayaquil. Si ritiene che i Los Lobos siano legati al cartello messicano Jalisco New Generation, Los Choneros sarebbero invece alleati con il cartello di Sinaloa, mentre i gruppi scissionisti sono in guerra per il controllo dei mercati di consumo nazionali e delle rotte del traffico, alimentando ulteriormente il ciclo di violenza. Tutto ciò ha avuto effetti terrificanti per il Paese. Nel 2022, quando furono trovati cadaveri senza testa sospesi a un ponte nella città di Esmeraldas, alcuni analisti conclusero che il tipo di violenza dei cartelli che terrorizzava città messicane come Juarez negli anni 2000 aveva trovato una nuova casa in Ecuador. Fernando Villavicencio, candidato alle elezioni presidenziali dell’Ecuador, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco il 9 agosto 2023, a Quito. Secondo le statistiche ufficiali del governo ecuadoriano, nel 2023 ci sono stati 8.008 omicidi nel Paese. Un numero che certifica un aumento del 288% rispetto al 2019, quando sono stati registrati 2.094 omicidi. Il narcotraffico è una delle principali attività criminali in Venezuela, diventato un importante hub di transito per la droga proveniente dai Paesi produttori dell’America Latina, come Colombia, Perù e Bolivia, e diretta verso gli Stati Uniti e l’Europa. Secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), il Venezuela ha prodotto circa 1.000 tonnellate di cocaina nel 2022, il che lo rende il terzo produttore mondiale di questa droga. La maggior parte della cocaina prodotta in Venezuela viene esportata verso gli Stati Uniti, ma una parte viene anche destinata all’Europa e ad altri Paesi. Le principali organizzazioni criminali coinvolte nel narcotraffico in Venezuela sono: il Cartello dei Soli, un’organizzazione criminale potentissima composta in larga parte da membri delle Forze armate venezuelane, il cartello Tren de Aragua, specializzatosi nel traffico di cocaina e marijuana, infine c’è il Cartello del Golfo: un’organizzazione criminale che opera in Colombia e in altri Paesi del Sud America compreso Venezuela. Secondo le stime dell’Unodc, la Bolivia ha prodotto circa 28.000 tonnellate di foglie di coca nel 2022, il che la rende il secondo produttore mondiale di questa pianta. La maggior parte delle foglie di coca prodotte in Bolivia viene utilizzata per scopi tradizionali, come la masticazione e la preparazione di bevande, tuttavia, una parte viene anche utilizzata per la produzione di cocaina. La Colombia invece è il principale produttore mondiale di cocaina stimata di circa 1.200 tonnellate nel 2023. La maggior parte della cocaina prodotta in Colombia viene esportata verso gli Stati Uniti, ma una parte viene anche destinata all’Europa e ad altri Paesi. Le principali organizzazioni criminali coinvolte nel narcotraffico in Colombia sono: il Clan del Golfo, un’organizzazione criminale che opera nelle regioni costiere della Colombia; La Segunda Marquetalia fondata dai resti delle Farc, il gruppo guerrigliero che ha firmato un accordo di pace con il governo colombiano nel 2016; e La Oficina de Envigado, attivo nella regione di Antioquia, nel Nord della Colombia. Il narcotraffico è una delle principali attività criminali in Brasile e Argentina. Entrambi i Paesi sono importanti hub di transito per la droga proveniente dalle nazioni produttrici dell’America Latina, come Colombia, Perù e Bolivia, e diretta verso gli Stati Uniti ed Europa. A proposito del Perù: la produzione di cocaina è aumentata del 18% nel 2022, raggiungendo un livello record di 95.008 ettari di terreno dedicati alla coltivazione della coca. Anche il Brasile è un importante produttore di cocaina: circa 600 tonnellate nel 2023. La maggior parte della cocaina prodotta in Brasile viene esportata verso gli Stati Uniti, ma una parte viene anche destinata all’Europa e ad altri Continenti. Qui operano il Primeiro Comando de Capital, un’organizzazione criminale che è attivo nella regione di San Paolo ed è considerato una delle organizzazioni criminali più potenti del Paese, il Comando Vermelho: molto nella regione di Rio de Janeiro, e nel nord c’è La Familia do Norte. L’Argentina è un importante hub di transito per la droga proveniente dai Paesi produttori dell’America Latina. La maggior parte della droga che transita attraverso l’Argentina è diretta verso gli Stati Uniti ed Europa e tutta la filiera è gestita dalla ’ndrangheta, dal Cartello di Sinaloa e dalla Banda de los Monos. Infine, è impossibile non parlare del Messico, il principale produttore di marijuana e metanfetamina al mondo e un importante produttore di eroina e cocaina, dove dal 2006 la guerra tra i vari cartelli di narcotrafficanti ha fatto più di 333.308 morti. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/corano-e-cocaina-il-patto-di-sangue-tra-narcos-e-jihadisti-2667015903.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="il-traffico-di-stupefacenti-vale-600-miliardi-di-dollari" data-post-id="2667015903" data-published-at="1705829230" data-use-pagination="False"> Il traffico di stupefacenti vale 600 miliardi di dollari Secondo stime recenti, il valore globale del traffico di droga è compreso tra i 400 e i 600 miliardi di dollari. Questo lo rende uno dei mercati illegali più redditizi al mondo, superando il valore di grandi aziende come Walmart o McDonald’s. Il mercato della droga è dominato da tre principali sostanze stupefacenti: cocaina, oppiacei e cannabis, ma le droghe sintetiche stanno cambiando il panorama del narcotraffico. A questo proposito, secondo il rapporto 2022 dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), il valore globale del traffico delle droghe sintetiche è stimato in 182 miliardi di dollari. Questo valore rappresenta circa il 45% del valore totale del mercato degli stupefacenti e i principali centri di produzione di droghe sintetiche si trovano in Cina, India e Paesi Bassi, mentre i maggiori centri di consumo si trovano in Nord America, Europa e Australia. Secondo la relazione annuale 2022 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), il valore del mercato delle droghe sintetiche in Italia è stimato in 6,8 miliardi di euro. Questo valore rappresenta circa il 40% del valore totale del mercato della droga illegale in Italia. Il mercato delle droghe sintetiche da noi è in continua crescita. Nel 2022, i sequestri di droghe sintetiche sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente e le droghe sintetiche più consumate sono metanfetamina, ecstasy e Lsd. La metanfetamina è la droga sintetica più prodotta in Italia e il mercato è dominato da organizzazioni criminali, come ’ndrangheta e Camorra. La cocaina è la droga più costosa, con un prezzo al dettaglio che può raggiungere i 100 dollari al grammo. Gli oppiacei, come l’eroina e la morfina, sono invece le droghe più pericolose, con un alto tasso di dipendenza e di mortalità. La cannabis è la droga più diffusa al mondo, con un consumo stimato in oltre 200 milioni di persone. Il traffico di droga è un fenomeno globale che coinvolge tutti i continenti. I principali centri di produzione di droga si trovano in Sud America, Asia e Africa. I principali centri di consumo si trovano invece in Nord America, Europa e Australia. Secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), il traffico di cocaina ha un valore di mercato di circa 64 miliardi di dollari all’anno. Questo valore è in costante aumento e si prevede che raggiungerà i 72 miliardi di dollari entro il 2025. Si stima che in Europa siano distribuite circa 124 tonnellate di cocaina all’anno. Il valore della cocaina distribuita in Europa è di circa 34 miliardi di dollari all’anno. Secondo le stime del Dipartimento politiche antidroga, il valore del traffico di cocaina in Italia è compreso tra i 10 e i 15 miliardi di euro all’anno. Questo valore è stimato sulla base dei dati di sequestri di droga, che nel 2022 sono stati pari a 13,5 tonnellate. La cocaina è la droga più utilizzata in Italia, con un numero di consumatori stimato in circa 1 milione di persone. Il mercato della cocaina in Italia è dominato dalla ‘ndrangheta, che controlla la maggior parte delle rotte di importazione e distribuzione della droga. La maggior parte della cocaina importata in Italia proviene dalla Colombia, dal Perù e dalla Bolivia. La cocaina viene importata in Italia principalmente via mare, attraverso i porti di Gioia Tauro, Genova e Trieste. La cocaina viene distribuita in Italia principalmente attraverso la ‘ndrangheta, ma anche attraverso altre organizzazioni criminali, come Cosa nostra e la Camorra. Il prezzo della cocaina al dettaglio in Italia varia da 80 a 100 euro al grammo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.