2020-12-08
Contrordine: gli asintomatici non infettano
Studio della prestigiosa rivista «Nature» su 300 positivi senza sintomi: nessuno dei loro contatti stretti ha contratto il virus: «La carica virale è troppo bassa». Il report dell'Iss: «Da noi i deceduti hanno in media 80 anni e diverse patologie pregresse».Arrivano alcune conferme dall'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità (Iss) sulle caratteristiche dei 55.824 pazienti deceduti positivi a Sars-CoV-2. I dati aggiornati al 2 dicembre registrano che l'età media era 80 anni e, nel 97% di queste persone, prima del Covid-19, c'erano già delle malattie. La Regione con il maggior numero di casi è la Lombardia con il 39,9% del totale nazionale: dall'inizio della pandemia i decessi sono arrivati a 22.252. Nella triste classifica seguono l'Emilia Romagna, con 5.805 (10,4% del totale), seguita da Piemonte con 5.556 (10%), Veneto con 3.899 (7%), Lazio con 2.525 (4,5%) e Liguria con 2.419 (4,3%). Le ultime Regioni per numero di morti sono Calabria (96, 0,5%), Basilicata (29, 0,2%) e Molise (22, 0,2%). Solo l'1,2% - ovvero 657 - era under 50. In particolare, 163 degli under 50 avevano meno di 40 anni (102 uomini e 61 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 29 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche. Degli altri pazienti, 119 presentavano gravi malattie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 15 non avevano diagnosticate patologie di rilievo. Sui 55.824 pazienti deceduti presi in considerazione dal report, le donne sono 23.596 (42,3%) e hanno un'età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 - uomini 80). L'età mediana dei pazienti deceduti positivi a Sars-CoV-2, spiega il documento, è più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l'infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni - pazienti con infezione 48 anni). Analizzando le cartelle cliniche di 5.726 deceduti, è emerso che 180 pazienti (3,1% del campione) non presentava alcuna patologia, 712 (12,4%) avevano almeno una malattia, 1.060 persone (18,5%) e soffrivano di due patologie e 3.774 (65,9%) presentavano tre o più problemi clinici. I sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nei pazienti deceduti Sars-CoV-2 positivo sono stati febbre, dispnea e tosse, meno comuni diarrea ed emottisi. Al momento del ricovero, l'8,1% delle persone non presentava alcun sintomo. L'insufficienza respiratoria, riferisce il report, è stata la complicanza più comunemente osservata (94,1% dei casi), seguita da danno renale acuto (23,6%), sovrainfezione (19,3%) e danno miocardico acuto (10,8%). Più della metà dei soggetti morti con il virus, al momento del ricovero, proveniva dal proprio domicilio (53,3%). Circa un quarto delle persone decedute (22,9%) proveniva da strutture residenziali socio-sanitarie per anziani o socio-assistenziali (Rsa, casa di riposo, hospice, reparti o strutture di lungo degenza). Il 18,6% era stato trasferito da un altro ospedale e il 5,2% da altre strutture non specificate. Il report rivela anche i tempi mediani che sono trascorsi dall'insorgenza dei sintomi al decesso (12 giorni), dall'insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (5 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (7 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso era di 6 giorni più lungo in coloro che venivano trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non venivano trasferiti (12 giorni contro 6 giorni).Sulla trasmissione del coronavirus Sars-Cov2, un nuovo studio cinese pubblicato recentemente nella prestigiosa rivista Nature, mette in evidenza il ruolo degli asintomatici, cioè le persone che, pur essendo state contagiati dal virus non presentano i sintomi. Secondo il lavoro dal titolo «Post-lockdown Sars-CoV-2 nucleic acid screening in nearly ten million residents of Wuhan, China», i positivi asintomatici avrebbero scarsa probabilità di trasmettere il virus. I dati pubblicati mostrano che 300 asintomatici di Wuhan, di età compresa tra 10 e 89 anni (132 di sesso maschile e 168 di sesso femminile) tra il 4 maggio ed il primo giugno positivi al tampone, non avrebbero trasmesso il virus ai loro contatti stretti, circa un migliaio di persone. Questi dati potrebbero mettere in discussione il ruolo, nell'evoluzione dell'epidemia, di coloro che, pur essendo positivi al tampone molecolare per la presenza del virus, non presentano sintomi. Si insinuerebbe inoltre dubbi sulle misure di contenimento previste, anche a proposito degli spostamenti, per le prossime festività. Come scrivono i ricercatori, «rispetto ai pazienti sintomatici, le persone asintomatiche presentano in genere una bassa carica virale e una scarsa durata dello spargimento virale, che comportano un calo del rischio di trasmissibilità della Sars-Cov-2». In realtà lo studio conferma quanto ancora poco sappiamo del virus.Dallo studio emerge come tutti i contatti stretti dei casi positivi asintomatici sino risultati negativi, e si parla di 1.174 individui. Ebbene, nessuno di loro, a contatto con i 300 asintomatici, si è ammalato. «Ogni asintomatico ha una sua evoluzione. Non sempre è contagioso», commenta cautoFabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario del Galeazzi di Milano, che aggiunge: «Credo che non tutti gli asintomatici siano sempre contagiosi nei primi 5-9 giorni», ma la carica virale fa la differenza, visto che una persona contagiata e senza sintomi, «se dopo 21 giorni è ancora positiva asintomatica, è libera di muoversi». Di sicuro resta ancora molto da capire sui meccanismi di diffusione del virus e forse alcune crociate contro intere categorie fatte passare per «untrici» andrebbe rivista. Sarebbe un passo importante nella lotta all'epidemia, anche in vista di una migliore tutela della libertà personale.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)