2020-02-16
Conte soffia a Sala il Tribunale dei brevetti
Dopo aver perso l'Ema, Milano rischia di lasciarsi sfuggire pure l'Epo. L'esecutivo infatti spingerà Torino per tenere buoni i grillini. Il sindaco, snobbato da Palazzo Chigi, però tace. E sulle Olimpiadi 2026, portate a casa grazie ai governatori leghisti, è già in ritardo.«Non sa neanche da che parte è girato». Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sta così, dentro l'immagine brianzola in cui aveva congelato Lucia Borgonzoni nella campagna d'Emilia. Sta così, alla guida di una città che va avanti serenamente da sola come una Tesla senza conducente. Sta così, con il conformismo Ztl in testa e le calze arcobaleno ai piedi, prigioniero di due problemi di un certo peso che cominciano a dare la misura della sua evanescenza politica a sinistra: il rischio di perdere anche il Tribunale europeo dei brevetti per colpa degli alleati di governo e di cominciare male lo slalom verso le Olimpiadi invernali del 2026.Sala è un uomo immagine, un fuoriclasse molto engagé degli annunci, ma dietro la narrazione vincente affiorano (poco pubblicizzate) voragini come quelle dei cantieri della metro 4 che stanno sventrando il centro. La prima riguarda una sconfitta all'orizzonte, silenziosa perché imbarazzante: quella per l'attribuzione del Tribunale europeo dei brevetti che trasloca da Londra dopo la Brexit. Milano sarebbe una sede perfetta, gli spazi ci sono, le attrattività e lo charme postmoderno non mancano, senza contare che per numero di depositi e di marchi di disegni l'Italia nell'Ue è seconda dopo la Germania e quarta nel mondo. Uno studio dell'Ufficio europeo dei brevetti (Epo) decreta che nel nostro Paese un posto di lavoro su tre si trova nelle aziende che fanno uso intensivo di brevetti e marchi, società che contribuiscono da sole al 46,9% del Pil.Oltre al prestigio ci sarebbe un indotto calcolato in 350 milioni di euro all'anno. Insomma un affare, ma il sindaco è preoccupato perché mentre a Roma non si muove nulla, Parigi e Monaco hanno fatto passi avanti. E Amsterdam si fa forte del fatto che il 70% dei brevetti riguarda il settore farmaceutico per portarsi a casa anche il Tribunale dopo l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco), destinata a Milano. Allora Sala si arrabbiò molto con Paolo Gentiloni per la figuraccia; il governo di centrosinistra non fece niente per indurre i partner europei a scegliere l'Italia, anzi mise la sconfitta (avvenuta con un sorteggio surreale) dentro il pacchetto regalo per alleggerire le possibili sanzioni da deficit. Ora sta andando in scena lo stesso teatrino: Sala nervoso e Palazzo Chigi distratto dalle risse, anche sulla pelle di Milano. Il tema è stato sollevato da Lega e Forza Italia in consiglio comunale. Il segretario lombardo della Lega, Paolo Grimoldi, attacca: «La Brexit si è consumata ma la candidatura di Milano è sparita dai radar. Tra i motivi dello stop, oltre alla mancata ratifica da parte della Germania, ci sono l'inconcludenza e l'inaffidabilità del governo in campo internazionale. Dopo la disfatta sull'Ema, perdere anche il Tribunale dei brevetti sarebbe la dimostrazione che il peso specifico del governo Conte è prossimo allo zero. E che dei lombardi non gliene importa nulla».Il sindaco svicola sull'argomento. Forse perché sta organizzando il Gay pride, di sicuro perché nei giorni scorsi ha avuto un'altra nefasta notizia da Palazzo Chigi: se il Tribunale dei brevetti dovesse essere assegnato all'Italia, Torino sarebbe in pole position per lo scippo dell'anno. Il capoluogo piemontese ha fatto legittima richiesta di partecipare alla corsa e i 5 stelle sono molto più propensi ad agevolare il successo di Chiara Appendino che di una città in cui la presenza politica del Movimento è insignificante. E non è certo rassicurante (per Sala) sapere che il ministro dell'Innovazione, la grillina Paola Pisano, è stata assessore nella giunta Appendino.Per il sindaco del riformismo da apericena la morale è devastante. Preso a schiaffi dagli alleati (prima Gentiloni, ora il Conte bis), deve l'unico successo da passerella ai rivali politici, visto che le Olimpiadi sono arrivate grazie al prestigio di Milano e Cortina, e all'alleanza trainante fra le regioni leghiste Lombardia (Attilio Fontana) e Veneto (Luca Zaia). Tanto per precisare, all'inizio Sala neppure le voleva e tutti ricordano la sua accidia sancita dalla frase: «Milano è disponibile a ospitare gare, ma non per la governance dell'evento». Ora tende a intestarsi i Giochi come Pippo Olimpionico, aiutato dal Pd che ha organizzato un convegno a Bruxelles, e con un eccesso del fairplay caro al presidente David Sassoli non ha invitato i governatori del centrodestra. Anche qui Sala è costretto a dormire sulle spine per due motivi: il primo riguarda i ritardi che già si stanno accumulando sulle strutture da progettare. Lo scalo ferroviario di Porta Romana, che dovrà ospitare il villaggio olimpico - con binari interrati, collina verde, architetture avveniristiche -, giace fra silenzio, bivacchi e pantegane. E lui non osa alzare la voce perché dovrebbe far arrivare gli insulti fino a Roma, dove la legge sui Giochi è ancora una bozza. Così il Sala che fino ai primi di agosto tuonava contro i gialloblù, oggi è afono con i giallorossi mentre l'area immensa sulla quale dovranno essere realizzati 1.260 posti letto non è ancora andata all'asta e la sua complicata bonifica non è stata neppure pianificata.Il secondo motivo è perfino più irritante nell'ottica del sindaco, molto affezionato allo spoils system: il governo (vale a dire il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora) ha deciso che dovrà essere nominato un Commissario con poteri straordinari a capo dell'Agenzia che si occuperà delle opere e delle infrastrutture, affiancato da due manager di nomina regionale. E il Commissario non dovrebbe essere lui. Un buon motivo per mollare tutti e andare a sbollire l'arrabbiatura a Gstaad dove, «signora mia si sta da Dio, anche se la neve è troppo farinosa».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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