2025-05-16
Consulta, subito vincolante il no al terzo mandato
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Le motivazioni della sentenza emessa dalla Consulta mettono da subito la parola fine alla possibilità di un terzo mandato per i presidenti delle Regioni a statuto ordinario. Si apre il dibattito per il ricorso in Trentino. Con la sentenza numero 64, depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi lo scorso 9 aprile, è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della Regione Campania numero 16 del 2024, per violazione dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione.Il divieto, come chiarisce la stessa Corte Costituzionale, è «subito operativo e per essere applicato non necessita di alcuna apposita normativa delle singole Regioni. Si tratta di una previsione in materia di elettorato passivo di competenza del legislatore statale» la sintesi in un comunicato. «La nozione di forma di governo è ristretta alla immediata definizione dei rapporti tra gli organi politici della regione, dalla quale esula la materia elettorale in senso lato, ricomprensiva del regime delle limitazioni al diritto di elettorato passivo», rileva la Corte Costituzionale.In un certo modo poi gli ermellini si rivolgono direttamente al governatore della Campania Vincenzo De Luca quando evidenziano nel caso del divieto del terzo mandato consecutivo, di avere «ancorato l'applicazione del principio alla legislazione regionale che in qualche modo si colleghi all'elezione diretta del presidente della Giunta regionale».Ne consegue, quindi, che le leggi delle regioni ordinarie intervenute in materia elettorale dopo l'entrata in vigore della legge numero 165 del 2004 «non possono, a pena di illegittimità costituzionale, violare il principio in esame, che è ormai parte integrante dei rispettivi ordinamenti».Nel caso specifico della Campania il divieto del terzo mandato consecutivo è divenuto operativo con l'entrata in vigore della legge della regione Campania numero 4 del 2009, quindi con la legge elettorale, che non solo «non reca alcuna disposizione che a esso illegittimamente deroghi», ma all'articolo 1, comma 3, contiene un rinvio, «in quanto compatibili con la presente legge, alle altre disposizioni statali o regionali, anche di natura regolamentare, vigenti in materia».C’è anche un aspetto politico che riguarda questa sentenza. La Corte si è espressa sulle Regioni a statuto ordinario, ma per quanto riguarda altre situazioni, come le province autonome di Trento e Bolzano, il governo se vuole ottenere lo stesso risultato, dovrà nuovamente fare ricorso. «Mi auguro di no» ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini rispondendo a chi chiede se nel prossimo Consiglio dei Ministri il governo possa decidere di impugnare la legge sul terzo mandato per il governatore del Trentino.«Sarebbe una decisione solo politica. Attendiamo lunedì e poi si vedrà» ha dichiarato il segretario della Lega del Trentino, Diego Binelli. Benzina sul fuoco da parte dei 5 stelle: «Esprimiamo netta contrarietà alla legge provinciale approvata ad aprile che consente al presidente della Provincia autonoma di Trento di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Una norma che il governo sembra intenzionato a impugnare, nonostante le resistenze interne alla maggioranza. Il ricorso del governo rappresenterebbe un passaggio necessario affinché la Corte costituzionale possa autorevolmente esprimersi su un tema che rischia di destabilizzare ulteriormente un sistema istituzionale già vacillante».Il ministro per le Riforme Istituzionali Elisabetta Casellati ha spiegato che, di fronte a una legge emanata da una Provincia a statuto speciale in materia di terzo mandato, si pone inevitabilmente un problema di coerenza con la normativa ordinaria.