
Nell'inchiesta che mette alle strette il ministro Luca Lotti, l'ex ad Luigi Marroni dimostra la bontà dei rapporti tra i due. Cade così l'ipotesi della vendetta del manager contro il politico. Nell'inchiesta Consip sembra essersi aggravata la posizione del ministro per lo Sport Luca Lotti. Il politico di Montelupo fiorentino è accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento in seguito alle dichiarazioni dell'ex amministratore delegato della Consip Luigi Marroni. Il manager ha detto di essere stato messo in guardia dal ministro sul rischio intercettazioni e su un'indagine che riguardava il suo predecessore. Lotti ha smentito seccamente questa versione, anche in un recente faccia a faccia con l'ex ad, avvenuto di fronte ai magistrati. Ma perché Marroni avrebbe dovuto calunniare il ministro? Il movente sarebbe banale: lo stesso Lotti avrebbe osteggiato la candidatura al vertice della Consip di Marroni, non ritenendolo sufficientemente fedele al Giglio magico di Matteo Renzi. «Mi hanno associato al governatore della Toscana Enrico Rossi, ma come assessore in Regione e, poi, in Consip, sono stato chiamato per le mie capacità di manager, capacità attestate dai risultati», ha protestato Marroni con il suo avvocato Luigi Li Gotti, ex politico del Movimento sociale e dell'Italia dei valori. «Quando Renzi mi ha proposto il nuovo incarico in Consip naturalmente ho chiamato il governatore per comunicargli che avrei lasciato l'assessorato, ma la sua reazione è stata distaccata, non mi ha nemmeno fatto le congratulazioni per un ruolo che in quel momento era molto importante», avrebbe continuato Marroni. Li Gotti, già difensore della famiglia del commissario Luigi Calabresi e di storici pentiti di mafia come Tommaso Buscetta, aggiunge: «Da allora Marroni ha visto Rossi, casualmente, una volta e quindi ci sentiamo di escludere che la nomina del mio cliente sia stata un'operazione orchestrata dal presidente della Toscana. A chiamarlo a Roma è stato Renzi in persona. Non si può nemmeno sostenere che a far scaturire le rivelazioni su Lotti, sia stata la defenestrazione di Marroni dalla Consip, perché, quando ha parlato con il pm Henry John Woodcock, l'ex ad era ancora ben saldo sulla poltrona». Per asseverare la serenità dei rapporti di Marroni con Lotti, l'avvocato Li Gotti lunedì 16 aprile ha depositato in Procura un plico contenente le fotocopie delle decine di sms e email che Marroni e Lotti si sarebbero inviati tra il 2015 e il 2016. «Tali scambi hanno un contenuto istituzionale e a renderli importanti non sono gli argomenti, ma il tono delle comunicazioni. Il titolo possibile del carteggio? “Caro Luigi, caro Luca". Dai documenti non risulta nessuna inimicizia tra i due e non c'è un messaggio più importante di altri. Attestano un'interlocuzione serena su diversi temi interni all'azienda: dagli obiettivi alle nomine. Ci sono anche i complimenti per i risultati». L'entourage di Lotti ha criticato sui media la decisione di Marroni di tirare fuori le carte solo ora. «Perché avremmo dovuto consegnarle prima? Sino a oggi nessuno aveva messo in dubbio la bontà delle relazioni tra Lotti e Marroni. La necessità di dimostrare la normalità dei loro rapporti è sorta solo adesso». Dall'angolo di Lotti hanno sollevato un altro interrogativo: perché il ministro, con le sue confidenze, avrebbe dovuto rischiare conseguenze penali per mettere in guardia una persona a cui non era particolarmente legato? Li Gotti ha la risposta pronta pure in questo frangente: «Dovrebbe chiederlo a Lotti, ma bisogna vedere se il suo interesse fosse quello di tutelare Marroni o qualcun altro, di cui si poteva parlare al telefono o negli uffici della Consip. Comunque le fughe di notizie riguardavano un'indagine sul predecessore di Marroni e non su di lui personalmente, inoltre il mio cliente ha detto di aver ricevuto queste delicate informazioni da più fonti». Tutti suoi nemici? Non è facile da credere.
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Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
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«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.






